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Milano, 10 maggio, Circolo della Stampa, ore 18. Giornalisti e relatori pubblici a confronto sulla c

27/04/2004
La vicenda Tanzi ha prodotto un forte sconquasso nella comunicazione finanziaria delle società quotate.I relatori pubblici hanno costituito un tavolo dei vertici Ferpi/Assorel che, per la prima volta, ha approvato più specifiche regole di comportamento professionale che vincolano gli associati (QUI).I giornalisti hanno, a loro volta, istituito un tavolo comune Fnsi/Ordine che ha predisposto un documento che i due rispettivi organi esecutivi sottoporranno a una consultazione pubblica (QUI).A sua volta, BorsaItaliana, insieme a Assonime e Confindustria, ha preparato un dettagliato regolamento per i comunicati stampa ‘sensibili' delle società quotate e lo sta facendo circolare in consultazione.A differenza di quanto accaduto in altre occasioni, questa volta nessuno è stato con le mani in mano e l'insieme delle nuove regole - che saranno esposte in un confronto pubblico a Milano lunedì 10 maggio alle 18 al Circolo della Stampa - sembra poter incidere su quella delicatissima materia che è l'informazione finanziaria delle società quotate.Al confronto pubblico, insieme a Sissi Peloso (presidente Ferpi) e Franco Guzzi (presidente Assorel), parteciperanno Claudio Alò (giunta Ordine dei giornalisti) e Riccardo Sabbatini (Sole 24 Ore e redattore, per conto dell'ordine, della bozza di documento).A commentare i documenti sono stati invitati:Salvatore Bragantini, Guido Cammarano, Massimo Capuano, Guido Gentili, Piergaetano Marchetti, Giangiacomo Nardozzi, Franco Papa, Guido Rossi, Angelo Tantazzi e Marco Vitale.
Vediamo intanto di che si tratta.Per i relatori pubblici, il succo del documento approvato stabilisce che il comunicatore firmerà ogni informazione che diffonde citando le fonti e rendendosi sempre disponibile ad eventuali verifiche; che si asterrà dal fornire, anche ad un solo giornalista, documenti o promemoria non firmati e che riportino informazioni senza che le fonti siano citate; oppure dal fornire informazioni sulla cui veridicità, indipendentemente dalla fonte, abbia ragionevoli dubbi. Se ritiene che l'informazione possa incidere sui corsi di Borsa, dopo le previste comunicazioni alle Istituzioni, il comunicatore applicherà sempre il principio della tempestività e contemporaneità di diffusione della informazione.Nel documento Ferpi e Assorel si legge anche - a proposito delle nuove regole di Borsaitaliana per i comunicati stampa delle imprese quotate (vedi poi) - che, pur condividendole (le regole ndr), le due associazioni invitano a tenere conto che titolo e sommario vengono redatti per attirare l'attenzione del giornalista e non dell'investitore: dunque la scelta di titolo e sommario va lasciata alla discrezione professionale del comunicatore affinché il ‘messaggio' orientato al giornalista (e non inteso per la pubblicazione) possa essere libero da un regime vincolistico che peraltro appare legittimo passando al corpo stesso del testo del comunicato. Al punto che, in molti Paesi, prevale l'abitudine di personalizzare titolo e sommario agli interessi specifici di ciascun singolo giornalista.Per i giornalisti la bozza di documento Fnsi/Odg prevede un adeguato standard di trasparenza sulla proprietà editoriale del giornale, i suoi inserzionisti pubblicitari nonchè sugli eventuali interessi di cui siano portatori i suoi collaboratori. In particolare va ricordato al lettore chi è l'editore del  giornale quando un articolo tratti problemi finanziari che direttamente o indirettamente lo riguardino. Occorre poi informare il lettore sull'identità dei commentatori non giornalisti e sugli interessi di cui sono portatori in relazione allo specifico argomento dell'articolo.Inoltre si auspica che "annualmente sia pubblicata la lista dei maggiori inserzionisti pubblicitari del giornale".Nel caso di articoli-raccomandazioni d'investimento elaborati dallo stesso giornale occorre indicare espressamente l'identità del giornalista (o del collaboratore) autore della raccomandazione e, nel rispetto delle norme  deontologiche già in vigore sulla affidabilità e sulla pubblicità delle fonti, far si che ‘tutte le proiezioni, le previsioni e gli obiettivi di prezzo siano chiaramente indicati come tali e che siano indicate le principali ipotesi elaborate nel formularli e nell'utilizzarli'.La presentazione degli studi degli analisti deve avvenire assicurando una piena informazione sull'identità di chi li ha elaborati. La comunicazione deve rispettare ‘nella sostanza' il contenuto delle ricerche. In caso di una significativa difformità occorre farne oggetto di specifica segnalazione ai lettori ".Con riferimento infine all'articolato predisposto da BorsaItaliana per le imprese quotate il testo provvisorio contiene 10 articoli.Dopo avere definito cosa si intende per price sensitive e per comunicato stampa, il testo regolamenta le diverse fattispecie di notizie price sensitive: i dati contabili di periodo; i giudizi delle società di revisione; i dati revisionali o gli obbiettivi quantitativi; l'acquisizione o la cessione di asset; gli aumenti di capitale o l'emissione di obbligazioni convertibili; l'emissione di obbligazioni semplici; le operazioni su azioni proprie; e le operazioni di fusioni e scissioni.Naturalmente, per tutti il problema sarà riuscire a fare rispettare queste nuove regole.Per le imprese quotate è verosimile pensare che il rispetto ci sarà se non altro per evitare di essere pubblicamente rimproverate dagli organi di Borsa.Per i giornalisti la cosa è più complicata ma siccome tutti i giornalisti, per fare quella professione, devono essere iscritti all'Ordine, l'intera responsabilità di eventuali manchevolezze non ‘perseguite' ricadrebbe comunque su quello.Più complesso è il caso dei relatori pubblici: una professione sempre più influente sull'interesse pubblico (non solo nella comunicazione finanziaria!) per la quale però non esiste alcun riconoscimento giuridico. Di fatto le due associazioni (Ferpi e Assorel) raccolgono una minima parte dei professionisti delle imprese, dei consulenti e dei collaboratori di agenzia.L'implicazione è che queste regole saranno valide solo per gli associati.Questo dovrebbe perlomeno indurre le imprese a pretendere che i loro comunicatori, i loro consulenti e le loro agenzie siano tutti iscritti alle associazioni professionali e quindi tenuti all'osservanza delle regole che ora si aggiungono ai codici esistenti e al protocollo etico varato l'anno scorso dalla Global Alliance. (tmf)
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