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Milini Barbara

16/06/2008

I Public Affairs e la Partnership con le istituzioni. Il caso AIB

Sintesi della tesi di laurea della dottoressa Barbara Milini (bmilini@libero.it) discussa presso lo IULM il 23 marzo 2004.
Le Relazioni Pubbliche hanno assunto un ruolo sempre più crescente e prodotto un impatto pervasivo sulle complesse variabili del processo decisionale delle organizzazioni. Anche i servizi specialistici che a esse fanno capo sono diventate aree critiche della comunicazione da gestire in modo integrato e professionale.
Fra tali servizi, quello dei Public Affairs ha conosciuto nell’ultimo decennio profondi mutamenti generati da dinamiche in atto nei diversi soggetti. Da un lato infatti le istituzioni stanno cambiando il tipo di rapporto con i propri pubblici di riferimento in vista di un’importante svolta di paradigma. Essa consiste nel passare dalla vecchia amministrazione separata, autoritaria e altamente burocratica alla nuova amministrazione colloquiale, relazionale e condivisa.
Dall’altro lato il settore privato ha compreso l’importanza della comunicazione con le istituzioni come fattore strategicamente efficace per lo sviluppo e non solo come dovere di adempimento ad obblighi legislativi. Gli enti pubblici, in diversi casi, possono diventare i partner ideali nella realizzazione di una perfetta sinergia fra le proposte del settore pubblico e le attese del settore privato e viceversa.
Partendo da questi presupposti la tesi ha come obiettivo non solo l’analisi dei due soggetti della relazione, ma anche lo studio delle principali modalità con cui essi interagiscono. Fra esse un posto privilegiato spetta alla Partnership come strumento per aumentare le opportunità di sviluppo di un’organizzazione.
Pertanto la tesi che si propone di avvalorare è che nell’ambito dei Public Affairs la gestione della Partnership deve assumere un ruolo di pari importanza rispetto agli altri strumenti di relazioni pubbliche. Una gestione integrata e sinergica di tali strumenti può implementare il processo di riconoscimento degli interessi rappresentati.
La struttura della tesi prevede un’articolazione in cinque capitoli: tre di studio teorico e due riguardanti lo studio del caso, nel quale si sono cercate dimostrazioni empiriche a quanto esposto nei capitoli precedenti.
Nel primo capitolo è stata sviluppata un’analisi del mondo della rappresentanza sociale evidenziandone i soggetti, le peculiarità e le attività principali. Vengono quindi esposte alcune interpretazioni dei concetti di “rappresentanza” e di “interesse” per poi porle in relazione all’attività di Public Affairs. Tale legame passa inevitabilmente attraverso la questione etica e quella di regolamentazione per comprendere meglio come l’esercizio dell’attività lobbistica italiana debba essere supportata da garanzie di professionalità e di tutela dei soggetti implicati. Lo studio generale della rappresentanza sfocia nell’analisi delle organizzazioni portatrici di interessi. Si dà luogo pertanto a una loro definizione concettuale, seguita da uno studio sulle funzioni, le attività di comunicazione e gli interlocutori con i quali rapportarsi con l’ausilio di alcuni strumenti. Nella terza parte del capitolo si delineano le caratteristiche delle più diffuse forme organizzative della rappresentanza sociale italiana: sindacati, partiti, ordini professionali, onp, associazioni di difesa dei diritti, associazioni di categoria. Infine viene approfondita una particolare realtà dei gruppi d’interesse, le associazioni imprenditoriali, declinate poi nella specificità del territorio d’appartenenza della case history.
Il secondo capitolo riguarda l’attività di Public Affairs come servizio specialistico delle Relazioni Pubbliche volto a sviluppare e mantenere relazioni durature fra un’organizzazione e le istituzioni di riferimento. Sono state individuate le principali tecniche e gli strumenti necessari a un professionista che debba organizzare e gestire le relazioni con le istituzioni.
Partendo dalla definizione dei termini della relazione, che in questo caso vengono individuati nelle istituzioni e nelle associazioni, si giunge a definire gli ambiti di organizzazione e gestione dei Public Affairs. Gli strumenti sono stati poi divisi fra quelli dei Public Affairs e quelli che più propriamente fanno capo al lobbying come attività specifica delle relazioni istituzionali.
Nel terzo capitolo le considerazioni tratte dai primi due capitoli confermano come sia strategicamente più efficace sviluppare relazioni di tipo collaborativo fra pubblico e privato. Questa parte delinea le caratteristiche principali di un rapporto cooperativo avvalendosi di concetti tratti dalla psicologia sociale tra cui quelli di relazione complementare, simmetrica e reciproca. Attraverso una serie di teorie economico-aziendali si danno spiegazioni all’assunto secondo il quale è più efficace collaborare piuttosto che colludere. Segue poi una rassegna delle principali forme di collaborazione fra soggetti pubblici e soggetti privati, come la consultazione, il protocollo d’intesa, il patto territoriale, il project financing. Tali forme hanno un forte valore relazionale al fine di mantenere rapporti con le istituzioni e per far riconoscere gli interessi rappresentati.
Tutte le tipologie presentate possono essere raggruppate sotto l’unico termine di Partnership, pur con le varie declinazioni a cui è sottoposto per le caratteristiche specifiche delle singole forme. In questo capitolo si postula che la Partnership diventi strumento di Public Affairs in quanto capace di far raggiungere quegli obiettivi fondamentali del servizio stesso di relazioni pubbliche. Pertanto nell’ultimo paragrafo di questo capitolo si propone una definizione di Partnership che tenga conto dei risultati delle analisi precedenti. Caratteristiche e legame del partenariato con il servizio di Public Affairs chiudono questo capitolo con il quale si inserisce a pieno titolo la Partnership nella cassetta degli attrezzi del professionista di Relazioni Pubbliche.
Il quarto capitolo segna il passaggio dall’analisi teorica alla case history. Partendo da alcuni cenni storici, utili per meglio inquadrare il percorso sino a oggi svolto dall’associazione, si è proseguito lungo la definizione di finalità e funzioni, nonché l’esplicitazione dei valori e delle idee che guidano l’attività dell’AIB. Attraverso un organigramma sono stati individuati gli organi principali dell’associazione oltre ai diversi settori che la compongono e alle varie realtà con le quali l’AIB si confronta nelle sue attività di rappresentanza.
Uno sguardo particolare è stato gettato sulle attività di comunicazione che il soggetto pone in essere, sottolineando quelle propriamente legate ai Public Affairs e le modalità con cui essa si relaziona con le istituzioni. Fra questi strumenti un posto particolare è assegnato alle Partnership con il settore pubblico.
Infine il quinto capitolo tratta di una particolare e recente forma di collaborazione fra l’Associazione Industriale Bresciana e le Amministrazioni Comunali della provincia di Brescia. Essa riguarda un progetto che già da tempo circolava allo stato embrionale, ma che non riusciva a svilupparsi nel solo alveo dell’associazione. Quando essa ha constatato una convergenza di intenti e una comunanza di obiettivi con gli enti locali, il progetto è sorto a nuova vita. È stato quindi possibile realizzare un progetto che a fatica sarebbe proseguito se non avesse incontrato una soluzione alternativa all’individualità. Il progetto “Casa e Lavoro” rappresenta un’importante passo verso la soluzione di importanti questioni economiche e sociali. Ha permesso inoltre di instaurare rapporti apprezzabili con alcune istituzioni con cui non vi erano neppure contatti.
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