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Muzi Falconi: il ruolo centrale dell’ascolto

23/10/2014

“Oltre il 50% del processo comunicativo è costituito dall’ascolto, tanto più importante quando riguarda le organizzazioni”. Lo ha sostenuto _Toni Muzi Falconi,_ durante la tavola rotonda che si è tenuta lo scorso 22 settembre, in Assolombarda, in occasione della presentazione del suo nuovo libro, _Global stakeholder relationships governance: an infrastructure._

di Toni Muzi Falconi
Sorvolo sulle intense emozioni e i tanti amici e colleghi, nonché evito la soddisfazione di osservare come il livello della discussione abbia ampiamente superato i già rispettabili e notevoli contenuti discussi nelle due presentazioni di New York (con la Conference Board e la NYU) e di Londra (con la London School of Economics e il Global Policy Journal) ed entro subito nel merito.
Bella l’introduzione di Valeria Chiesa e stimolanti gli impegni assunti di continuer le debat dalla “‘nuova” Assolombarda: una luce importante di rinascita, imperniata su idee, progetti e persone, di una città afflitta da anni di crisi, deflazione, stagnazione, recessione e depressione. Impegni da mantenere e possibilmente sempre con lo stesso livello di qualità di ieri sera.
Eccellente l’intervento introduttivo di Paola Schwizer, presidente di Ned Community (Associazione degli Amministratori Indipendenti, naturali interlocutori per qualsiasi ipotesi di progresso per la governance delle relazioni con gli stakeholder nel nostro Paese). Paola ha saputo toccare con competenza e una lucida visione di insieme le sfide della rendicontazione e il ruolo decisivo degli amministratori indipendenti.
Enrico Sassoon, direttore della edizione italiana di Harvard Business Review, ha intelligentemente condotto la discussione sollevando questioni anche delicate da par suo.
Il mio intervento è partito con tre minuti di un video tutorial appena realizzato dal collega e socio Ferpi, Luca Poma per conto di Guna, suo cliente milanese e azienda all’avanguardia in molti sensi. Ho detto che il tutorial dimostra come un bravo e impegnato professionista, con pochi mezzi e assoluta unicità e brillantezza, possa narrare uno spazio e un’azienda leader con modalità integrate, continue, multicanale e, soprattutto, multi stakeholder rendendo concreto e visibile il nuovo ruolo della nostra professione.
Ho anche detto altre cose, soffermandomi sul ruolo centrale dell’ascolto.
Poi però è venuto il bello:

Emilio Galli Zugaro, spiritoso, divertente, ma con accenti colti e profondi, basandosi su una lunga e intensa esperienza nel governare la comunicazione di una delle maggiori imprese globali di servizi finanziari e assicurativi, ha parlato della nuova leadership e del ruolo che la comunicazione, intesa come strumento di relazione con tutti gli stakeholder. “Sogno un’organizzazione”, ha detto, “dove la comunicazione sia la funzione di tutti gli addetti e la colla che la tiene insieme”.
Joao Duarte, giovane astro nascente europeo della nostra professione e delle dinamiche del nostro sapere colto che oggi lavora a Madrid con Endesa (del Gruppo Enel), si è soffermato sul nuovo impatto della network society in uno scenario che vede l’analisi degli scambi fra i tanti e diversi pubblici, con la crescita del numero delle issue che oggi investono le imprese dall’esterno e dall’interno, intersecarsi- in quella che lui chiama una equazione comunicativa- con il valore delle relazioni. Ha concluso richiamando la necessità di tenersi aggiornati sulle evoluzioni dei concetti di agility e di scram, caratteristici delle organizzazioni tecnologicamente più evolute.

Roba che se magna? Potrebbe pensare chi legge ma non era presente. Certo, sono sfide culturali per noi. Ma i presenti hanno raccolto la sfida con autentico onore. Interventi, domande intelligenti e anche inquisitive hanno consentito ai relatori di replicare e chiudere con l’impegno di approfondire. Spero davvero che i promotori tengano fede all’impegno non solo di trascrivere e rendere pubblici i contenuti della discussione ma di proseguire nell’impegno. Io ci sto.
Una grande riconoscenza per tutti coloro che hanno contribuito al successo dell’iniziativa. Non potevo sperare di più.
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