Muzi Falconi-Invernizzi: le due parti del bicchiere a proposito di quel che accade in questi giorni
10/05/2005
Ecco i commenti di Toni Muzi Falconi e Emanuele Invernizzi.
Università, comunicazione, relazioni pubbliche: dove andiamo?Non c'è necessariamente contraddizione fra l'ormai diffusa sensazione che l'afflusso di giovani ai corsi di scienze della comunicazione e relazioni pubbliche produca (come andiamo dicendo da anni) risultati non necessariamente positivi.... con il fatto che le Università hanno in questi ultimi mesi avviato un 'calcio mercato' di docenti 'di grido' a colpi di ingaggio insieme alla assegnazione di Lauree Honoris Causa a chiunque sia in grado di assicurare un titolo sul giornale e una ripresa televisiva. Il sacrosanto calo di iscrizioni da parte dei giovani - anziché indurre le Università a rivedere le basi stesse dei curricula, costruiti più per soddisfare le esigenze accademiche dei docenti che non le aspettative degli studenti - ha scatenato una grottesca interpretazione delle regole del mercato apprese a memoria da parvenue: campagne pubblicitarie aggressive, emotive, brutalmente promozionali; eventi, eventi, eventi per attirare l'attenzione: insomma tutto il peggio della comunicazione a, tralasciando la pessima qualità del prodotto e del servizio offerto ai consumatori.Così ad esempio, per far decollare quest'anno a Milano un nuovo corso di laurea in consumi, pubblicità e relazioni pubbliche, il San Raffaele ha 'strappato' alla IULM Giampaolo Fabris, Marino Livolsi e Alessandro Siri. E quest'ultima, per reagire a questa imprevista 'emorragia', è scesa in campagna acquisti e si dice stia per concludere la chiamata di Alberto Abruzzese dalla Sapienza di Roma. Mentre alla Sapienza, dopo avere consumato in pochissimo tempo nel ruolo di Presidi di Facoltà prima l'ottimo Abruzzese, poi il 'creativo' De Masi, il dominus-da-sempre Morcellini (vedi la sua replica), in assenza di altri possibii e disponibili candidati al massacro, è stato costretto ad assumere quel ruolo in prima persona e si trova in questi giorni con un diavolo per capello da quando gli studenti hanno inopinatamente scoperto la presenza di microspie nelle aule chiedendo con decisione inusitata le sue dimissioni. L'impressione è che la crisi produca effetti diversi luogo per luogo ma che un robusto 'shake out' (sfoltimento, per i parvenue) non possa che giovare al futuro della comunicazione e delle relazioni pubbliche.(tmf)
L'intervento di Emanuele InvernizziToni ci invita a riflettere su ciò che sta avvenendo nel mondo universitario che si occupa di rp e di comunicazione e fa riferimento alla IULM. Colgo volentieri l'invito dando una lettura della parte mezza piena del bicchiere, se non altro per offrire una prospettiva diversa da quella di Toni, che mi pare si soffermi soprattutto su quella mezza vuota."Docenti che si spostano da un'università all'altra": in generale, ben venga una ventata di aria fresca di mercato in un ambiente stagnante come quello universitario. Nello specifico, per la IULM l'uscita di Fabris Livolsi e Siri, rappresenta un'opportunità di cambiamento e una spinta a fare sempre meglio, anche perché la concorrenza si fa più agguerrita con la scesa in campo del San Raffaele!"Corsi di laurea in rp attivati più per soddisfare le esigenze dei docenti che non le aspettative degli studenti": è vero per molti dei venti corsi di laurea in rp e comunicazione d'impresa esistenti in Italia, ma non certamente per gli otto che hanno avuto il bollino blu da parte della Consulta Education di Ferpi e Assorel. E anche per gli altri il progetto endorsement della Consulta rappresenta un'occasione per far prevalere la parte di accademici, e posso assicurare che sono sempre di più, che sono interessati a migliorare la parte professionale dei corsi di laurea proprio per rispondere alle aspettative degli studenti."Campagne pubblicitarie aggressive e lauree honoris causa a personaggi famosi": in sé non sono ne buone ne cattive, dipende se nelle università che le promuovono i corsi di laurea in rp sono professionalmente consistenti o se invece non valgono nulla. Per le università del primo tipo, e la IULM appartiene di certo a questa categoria, serviranno a portare studenti a frequentare corsi di laurea che li prepareranno per il loro futuro. Il problema certamente rimane per i corsi di laurea del secondo tipo."Numero molto elevato di studenti che frequentano corsi di comunicazione e di rp": siamo sicuri che sia un fenomeno necessariamente negativo? Io penso che sia negativo se frequentano corsi di laurea che di comunicazione e di rp hanno solo il nome; ma che, se frequentano corsi che danno una buona preparazione professionale sia positivo, eccome! Le ragioni sono, primo, che non conosco nessun'altra funzione in espansione nelle grandi imprese e negli enti pubblici, come quella della comunicazione; secondo, che la competenza comunicazionale diventa sempre più una competenza indispensabile per ogni manager e per ogni professionista, qualunque sia la sua specializzazione.Per concludere ritengo (mi auguro) che la crisi produca non solo uno shake out (sfoltimento) per pochi corsi di laurea, come prevede Toni, ma anche uno shake up (miglioramento) per la maggioranza dei corsi di laurea, come prevedo io. Sempre che tutti noi, accademici e non, lavoriamo intensamente in questa direzione!