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New Orleans, L'Aquila, Fukushima. Quale comunicazione per quale crisi?

15/11/2012

Un momento di confronto con i vertici della Protezione Civile a L’Aquila quello che si è tenuto lo scorso 10 novembre, a Casa Onna, fra quelle che sono ancora le macerie del terremoto del 2009. Un convegno, organizzato dall'associazione di volontariato _L'Aquila che rinasce,_ in collaborazione con l'Assessorato regionale alla Protezione civile e il patrocinio di Ferpi. Al centro del dibattito il ruolo strategico della comunicazione nella crisi.

di Massimo Alesii
New Orleans, L’Aquila e Fukushima sono tre istantanee che nell’immaginario globale segnano altrettante sfide con risposte, più o meno riuscite, a una grave condizione di emergenza. Allo stesso tempo sono la “plastica” esemplificazione della fragilità delle nostre società complesse.
Questo momento di approfondimento è stato immaginato come un confronto serrato e propositivo tra i diversi soggetti chiamati a svolgere un ruolo attivo nel sistema della Protezione civile, ma anche operatori ed esperti nel delicato campo della gestione delle crisi; ma i veri protagonisti sono i volontari e i singoli cittadini che condizioni straordinarie possono “chiamare” a essere persone altrettanto straordinarie.
Leva strategica capace di conferire a questi percorsi la giusta “profondità” è certamente la comunicazione intesa sia come attitudine professionale che come caratteristica innata nell’essere umano…
L’incontro, dai tratti seminariali, ha inteso offrire alla platea di autorità locali, esperti di protezione civile, giornalisti, comunicatori e volontari, un punto di vista su una materia ormai diventata ineludibile e aprire uno spazio di discussione che stimoli un dibattito su temi che devono diventare al più presto patrimonio comune. Il caso L’Aquila è stato analizzato rispetto alla pronta risposta operativa del sistema della Comunicazione Istituzionale e di Protezione Civile oltre che del Volontariato e dei singoli cittadini. Nonostante il terremoto avesse decapitato sul campo la catena del comando dell’emergenza, il terremoto aquilano è destinato certamente a fare scuola sul tema della gestione della crisi. Questa specifica situazione permette di capire come in modo efficace sia possibile, proprio attraverso la comunicazione, moltiplicare e finalizzare l’impegno dei volontari sul campo.
“Questo momento di riflessione – ha detto l’assessore della Regione Abruzzo alla Protezione Civile Gianfranco Giuliante – può consentire una giusta “profondità” strategica alle risposte date nelle diverse situazioni d’emergenza. Salvatore Santangelo, coordinatore dell’evento, ha sottolineato come “comunicazione significa considerare l’individuo al centro durante una crisi – ha sottolineato – Fuorviati dalla psicologia delle folle abbiamo sempre pensato che il cittadino nei momenti di crisi reagisca in maniera irrazionale, al contrario fornire informazioni puntuali in un contesto di consapevolezza ed educazione può ancorare la risposta al principio della responsabilità individuale”.
Ferpi ha patrocinato questa iniziativa con convinzione. La crisi di questo territorio aquilano è un caso di studio internazionale molto importante per analizzare e se possibile innovare nella comunicazione istituzionale, organizzativa, interpersonale, mediatica. Qui è emerso in maniera unica e preminente il tema delle nuove tecnologie informatiche e multimediali, nuovi media che hanno reso quella catastrofe mondiale.
“Partecipando attivamente e pressoché quotidianamente allo studio sulla comunicazione post catastrofe aquilana, mi sono chiesto spesso come definire in sintesi questa capacità individuale di fare pregiata informazione da parte dei “non giornalisti”. Possiamo definirla “comunicazione di relisienza”?” questa la domanda che Ferpi ha rivolto ai partecipanti al convegno attraverso il suo Delegato Regionale, Massimo Alesii. La risposta è arrivata chiara da Elvezio Galanti, Direttore generale del Dipartimento Protezione civile, da tempo impegnato nella formazione sui “Disaster manager” e ideatore dei Com, strutture che gli aquilani hanno imparato a conoscere bene durante i giorni dell’emergenza. Sulla traccia lanciata dall’intervento Ferpi, Galanti ha approfondito il tema del cittadino “resiliente” e lo ha definito fattore chiave della protezione civile nel cosidetto “ultimo miglio” di intervento. La partecipazione e l’attivazione di gruppi locali spontanei, opportunamente resi sensibili attraverso la memoria storica alle catastrofi è senza dubbio il tema italiano di protezione civile nei terremoti.
Numerosi e qualificati gli interventi fra i quali quelli del Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Abruzzo, Stefano Pallotta, del Presidente dell’ANCI Abruzzo, Antonio Centi, di Rodolfo De Laurentiis, Consigliere di Amministrazione della RAI, di Mauro Giammaria di Poste Italiane e di Ernesto Lombardi, titolare di Italia Aidyourcity.
Cosa può fare Ferpi per L’Aquila e le comunità colpite dal sisma in questa zona ?
Ai cittadini impegnati in questo territorio, alle Istituzioni coinvolte e al mondo del Volontariato e della Protezione Civile, Ferpi ha già dedicato quest’anno due momenti di approfondimento e dibattito ai quali hanno partecipato nostri dirigenti nazionali e regionali a L’Aquila nel mese di marzo. Da quegli incontri abbiamo tratto un forte insegnamento etico ed elementi concreti per la nostra cultura professionale che, purtroppo devo dire, sono già stati confrontati e trasferiti in parte nel nostro successivo intervento in Emilia a favore delle popolazioni colpite dal sisma di quest’anno a Mirandola.
“Con concretezza e passione mettendo in campo tutta la sua esperienza”, come ha ribadito la nostra Presidente, Patrizia Rutigliano il primo passo lo abbiamo fatto in questi mesi grazie all’Università degli Studi dell’Aquila. E’ stato infatti istituito con il presente anno accademico un nuovo Master di primo livello sulla Comunicazione in contesti di crisi e di emergenza, frutto della collaborazione Ferpi con l’Osservatorio per il Terremoto dell’Università dell’Aquila e in particolare con il team di Geraldina Roberti. Il corso avrà la durata di 12 mesi e si svolgerà a L’Aquila presso la Facoltà di Scienze della Formazione. I contenuti formativi del Master mirano, a formare figure polivalenti nel settore della comunicazione dell’emergenza: esperti nella pianificazione di campagne strategiche e di relazioni con i media, dotati di capacità organizzative, di negoziazione, decisionali e di problem solving, così come di creatività, flessibilità, leadership e spirito d’iniziativa.
L’Aquila può diventare un luogo-laboratorio nazionale dove studiare nuovi modelli di Comunicazione e Relazioni Pubbliche per situazioni post catastrofe. Anche se apparentemente il tempo della ricostruzione immateriale, della “nuova storia” da raccontare non sembra essere ancora arrivato per queste popolazioni, la capacità di comunicare ora come mai appare come l’ingrediente fondamentale per ridare respiro a questa comunità, per farla dialogare al suo interno e all’esterno, per darle non solo speranza ma capacità di futuro.
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