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Pandemia: gli italiani tra i più ottimisti a livello internazionale

20/07/2020

Redazione

Piena normalità entro Natale per il 40% degli intervistati, ma la propensione al risparmio è forte per il 64% in attesa anche di vaccino, interventi del Governo e Recovery Fund. A dirlo un'indagine realizzata da TRUE Global Intelligence.

Gli italiani guardano al futuro con più ottimismo, preparandosi alla “piena normalità”. In evidenza una forte volontà di riprendere appieno la vita sociale, tornare a viaggiare, fare gli acquisti nei negozi e nei centri commerciali. Questi sono i risultati che emergono dalla seconda edizione della ricerca “Mindset COVID-19” realizzata in sette Paesi (Italia, Germania, Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Cina e Sud Corea) da TRUE Global Intelligence (Omnicom PR Group) - a circa tre mesi dalla prima rilevazione. 

Il nuovo ottimismo degli italiani va di pari passo con l’attenzione e la valutazione critica delle azioni intraprese dalle istituzioni e dalle aziende durante la pandemia; ecco in dettaglio cosa emerge dai dati.

1. Visione più ottimistica nei confronti della fine della pandemia: ci si aspetta di tornare alla piena “normalità” a ridosso delle prossime feste natalizie, ma c’è ancora grande attenzione alla salute e alla sicurezza.

Dopo una profonda crisi del sistema sanitario e un conseguente impatto drammatico sul sistema economico del Bel Paese, gli italiani tornano ad avere più ottimismo nei confronti del futuro: 

a) il dato del ritorno alla normalità è il più positivo rispetto alle stime degli statunitensi (29 settimane), dei tedeschi (33 settimane) e dei britannici (34 settimane);

b) quasi all’unanimità (il 98%) gli italiani sono disposti ad indossare dispositivi di protezione individuali come le mascherine negli spazi pubblici per salvaguardare la salute e la sicurezza propria e degli altri;

c) secondo il 56% degli italiani, dispenser di mascherine e gel igienizzanti gratuiti negli spazi pubblici consentirebbero di salvaguardare meglio la salute, insieme a una pulizia approfondita degli spazi interni e, per il 41%, grazie al proseguimento dello smart working;

d) in più, anche in Italia – seppur in misura minore rispetto agli altri Paesi – una maggiore diffusione dei pagamenti touchless è una scelta delle aziende che i consumatori apprezzano in risposta alla fase Covid-19. In particolare: il 31% in Italia, il 38% in Germania, il 53% in UK, il 48% in Sud Corea e il 53% in Canada. 

“In Italia, più che in altri mercati, c’è ottimismo e voglia di tornare a consumare e vivere come nell’era pre-covid. Ci sono tuttavia fattori che invitano i cittadini alla cautela come: la mancanza del vaccino, la difficoltà ad accedere ai prestiti per le PMI e l’attesa per le prossime iniziative del Governo che includono le trattative in corso su Recovery Fund e Mes. Questo porta il 64% degli intervistati a dichiarare una forte propensione al risparmio contro il 42% di tre mesi fa” afferma Massimo Moriconi, Amministratore Delegato di Omnicom PR Group Italia. “In questo contesto il Paese ha bisogno di buone notizie collegate ai fattori sopra citati per poter colmare il gap tra propensione e comportamenti d’acquisto e, nel frattempo, le misure di sicurezza sanitaria assumono importanza primaria per alimentare fiducia. Infine, la pandemia conferma il gradimento degli italiani verso il comparto sanitario e i suoi professionisti, seguito da agricoltura e GDO mentre manca la percezione del supporto dato in questi mesi da settori come quello dell’energia”.

2. Nei prossimi 6 mesi gli italiani confermano la voglia di ritornare a fare shopping, frequentare i ristoranti e stare insieme ad amici e parenti:

a) il 62% degli italiani pensa di frequentare i grandi centri commerciali nei prossimi 6 mesi (si sale all’85% se si pensa ai prossimi 12 mesi) – un dato nettamente superiore agli altri Paesi - 35% negli Stati Uniti, 38% in UK e 51% in Germania e che interpreta il desiderio e la fiducia degli italiani di poter recuperare una normalità quanto più possibile vicina allo stile di vita pre-Covid19. Normalità fatta di convivialità domestica, socialità diffusa e piacere del consumo fuori casa di cui si è registrata la forte mancanza;

b) il 56% degli italiani vuole tornare regolarmente al ristorante nei prossimi 6 mesi (l’80% nell’arco di 1 anno) e il 61% al bar e al pub (l’82% se si pensa ai prossimi 12 mesi) mentre negli Stati Uniti solo il 26%, in Germania il 28%, in UK il 34% degli intervistati;

c) nei primi 6 mesi però, cautela prima di tutto: il 56% degli italiani trascorrerà più tempo facendo un’approfondita ricerca online sui ristoranti e i negozi e i relativi livelli di sicurezza, prima di andarci (rispetto al 37% in Germania e al 44% negli Stati Uniti).

Si torna anche a viaggiare:

a) nei prossimi 6 mesi, 1 italiano su 2 farà un viaggio all’interno del Paese, il 35% utilizzerà il treno come mezzo di trasporto, il 36% soggiornerà in hotel e una persona su quattro è disposta a riprendere l’aereo; 

b) considerando i prossimi 12 mesi le percentuali salgono: il 78% degli italiani viaggerà nei confini nazionali, mentre il 47% valuterà mete estere. Oltre la metà (il 55%) utilizzerà l’aereo e il 63% si sposterà in treno. 

3. Comportamenti d’acquisto e gestione delle proprie finanze: più risparmio, meno acquisti importanti e forte attenzione nell’essere preparati per un’eventuale “seconda ondata” o altre crisi.

a) Il 56% degli italiani pensa di riuscire a coprire le sole spese mensili, mentre circa una persona su sei (il 17%) dichiara di non riuscire ad arrivare a fine mese

b)il 37% si aspetta un peggioramento della qualità della vita durante i prossimi 6 mesi, il 44% della situazione economica nello specifico

c) il 30% si aspetta un calo del proprio guadagno.

Quello che gli italiani continueranno a fare da oggi fino alla prossima estate:

a) il 64% proseguirà a risparmiare, limitando le spese  

b) il 61% dimostrerà più impegno nella pianificazione economica e preparazione a eventuali crisi future

c) il 55% posticiperà gli acquisti importanti (auto, case e vacanze).

4.Ognuno ha svolto il proprio ruolo, ma con risultati anche molto diversi. 

Aziende e istituzioni che si sono comportate meglio durante la pandemia, in termini di responsabilità sociale e commitment dimostrato, sono:

a) ospedali e settore sanitario (per il 91%)

b) retailers e GDO (per l’80%)

c) settore agricolo (per il 78%)

In fondo alla classifica con una valutazione negativa: banche/istituti finanziari (per il 47%), i media (per il 41%) e il Governo (per il 38%). 

5.Per quanto riguarda le aziende e, in particolare il top management, gli italiani si aspettano che si espongano pubblicamente e in trasparenza sulle problematiche emerse a seguito della pandemia verso i consumatori, i dipendenti e le comunità in cui operano:

a) il 53% chiede ai CEO di garantire che le aziende abbiano le adeguate misure di sicurezza non solo per i propri dipendenti, ma anche per i consumatori finali, in linea con gli inglesi (58%) e gli americani (47%), mentre si discostano i tedeschi con il 42%; 

b) per il 46% la disoccupazione rimane un aspetto fondamentale per cui chiedono ai CEO di assumersi la responsabilità dei licenziamenti e dei tagli al personale. Il dato è il più alto rispetto agli altri paesi: il 40% per inglesi e tedeschi e solo il 33% degli statunitensi.

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