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Peluffo: l’importanza di comunicare la nazione

08/06/2011

In occasione dell’Assemblea Nazionale, in programma a Roma venerdì 17 giugno, Ferpi ha organizzato una tavola rotonda con _Paolo Peluffo_ sull’identità nazionale e la sua comunicazione.

La costruzione dell’identità di una nazione e la sua comunicazione, in tempi di globalizzazione e di abbattimento dei confini nazionali, è una delle sfide più difficili per un comunicatore. Quella dell’Italia che sta avendo il suo apice in questi mesi con le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia è riconducibile ad una persona, Paolo Peluffo, che l’ha iniziata nel 1999. Se l’Italia e gli italiani hanno recuperato il senso della nazione, dei suoi simboli e un po’ di sano patriottismo – anche se qualcuno li contesta – che una decina di anni fa era andato quasi smarrito e legato solo alle partite della nazionale di calcio, lo si deve, senza dubbio, a questo nostro collega. Del lungo percorso che ha portato al recupero dell’identità nazionale, delle ritualità civili della Repubblica e alla riscoperta dei simboli nazionali come il Presidente della Repubblica, la bandiera e l’inno, Paolo Peluffo ne parlerà in una tavola rotonda promossa e organizzata da Ferpi in occasione della prossima Assemblea nazionale dei soci, in programma il 17 giugno a Roma.
Peluffo, oggi Consulente del Presidente del Consiglio dei Ministri per il 150° dell’Unità d’Italia, proporrà una riflessione su Comunicare la nazione: dal Quirinale al 150° anniversario dell’unità d’Italia. L’incontro in programma alle ore 10.30 sarà introdotto dal presidente Ferpi Gianluca Comin. L’intervento sarà corredato da slides e sarà preceduto da un filmato.
In questa occasione Paolo Peluffo, davanti ad una platea qualificata come quella della community professionale dei relatori pubblici, farà anche il punto della situazione sulle attività di comunicazione che hanno accompagnato le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. ‘’Gli eventi proposti per le celebrazioni del centocinquantenario stanno registrando una grande partecipazione popolare e un interesse agli aspetti seri della nostra storia – ha dichiarato Peluffo in un’intervista all’AdnKronos – La gente vuole riscoprire gli elementi storici e approfondire i personaggi, anche aprendo pagine difficili’’. Quanto allo spirito con cui gli italiani stanno vivendo le celebrazioni, Peluffo sottolinea: “Alle case delle famiglie italiane ci sono milioni di bandiere, a sottolineare una volontà di vivere una festa che sembrava partire con lentezza e invece è stata fatta propria dai cittadini”.
“Il consenso per le celebrazioni dei 150 anni della nostra storia è molto forte ora bisogna aspettarsi il completamento di altre iniziative: tra queste, i 200 restauri previsti e la realizzazione di musei multimediali per i giovani”. Un altro modo “per raccontare una grande storia e lanciare un messaggio: non bisogna lasciare abbandonati i luoghi della memoria”. “Forse la fortuna del centocinquantenario – sottolinea il consulente della presidenza del Consiglio – è stata quella di non avere molte risorse finanziarie”.
Questo ha permesso di “mettersi d’accordo e dialogare con le associazioni, il mondo degli enti locali e in questo modo è stata la società civile a fare il centocinquantenario”.
Paolo Peluffo, nel suo intervento, racconterà il senso del progetto che da oltre dieci anni lo vede impegnato nel rilancio dell’identità nazionale.
Come aveva scritto Valeria Cecilia qualche mese fa su questo sito, “le tante iniziative in programma per celebrare i 150 anni dell’unità di Italia, possono essere uno spunto per riflettere anche sul rapporto tra Comunicazione e storia politica e sociale di un paese, ovvero sul ruolo che la Comunicazione ha assunto nel tempo e gioca oggi nella costruzione di un’identità di una nazione, dato che, per definizione, la Comunicazione è un’attività che si rivolge e, oggi più di ieri, “coinvolge” le opinioni, le percezioni, le idee e quindi le azioni, dei pubblici”.
Chi è Paolo Peluffo
Peluffo aveva cominciato nell’aprile del 1993, designato dal Presidente del Consiglio, Carlo Azeglio Ciampi, ad appena 29 anni, Capo dell’Ufficio Stampa di Palazzo Chigi, ricoprendo l’incarico per tutta la durata del Governo Ciampi. Nel maggio del 1996 è nominato direttore della comunicazione del Ministero del Tesoro e del Ministero del Bilancio, allora guidato dal Ministro Ciampi, garantendo tutta la comunicazione del periodo di ingresso dell’Italia nella moneta unica. Nel maggio del 1999, ottiene l’incarico di Consigliere per la Stampa e l’Informazione del Presidente della Repubblica, che mantiene fino alla fine del settennato Ciampi. In tale veste si dedica al progetto di rilancio dell’identità nazionale, delle ritualità civili della Repubblica, della conservazione della memoria storica. È stato Capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio dal luglio 2006 al maggio 2008.
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