Perché i media gonfiano certi argomenti?
14/07/2008
Cosa accomuna Britney Spears e Paris Hilton all’aviaria e all’emergenza climatica? In un dibattito presso l’Osservatorio Europeo di Giornalismo si è parlato di stampa scandalistica e giornalismo di qualità
In sala non si è sentita volare nemmeno una mosca quando Eric Honegger, ex direttore della Swissair, nel frattempo prosciolto da ogni capo d’accusa, ha raccontato in veste di vittima la sua esperienza personale con i media. Per il manager, che fino a quel momento aveva goduto di fama e successo, l’esperienza di essere condannato prima ancora di essere giudicato è stata inquietante: “Mi sembrava di essere in una situazione paradossale nella quale avrei potuto dire e spiegare qualunque cosa, tanto nessuno mi avrebbe creduto”.
Questo uno dei passaggi più densi all’interno di un dibattito – organizzato di recente dall’Osservatorio Europeo di Giornalismo – sull’argomento “media hype”, fenomeno che si manifesta quando i media dedicano troppa attenzione a un tema o a una persona. Quando cioè tendono a sensazionalizzare e scandalizzare, con il risultato finale di disinformare il proprio pubblico.
Su invito della Radio svizzera di lingua tedesca e dell’Università di Zurigo, numerosi ricercatori e giornalisti si sono riuniti per dibattere le cause che producono questo tipo di evento mediatico. Perché i giornalisti gonfiano alcuni argomenti nonostante professino di voler informare obiettivamente il proprio pubblico? Perché si gettano come cavallette per settimane, a volte mesi, su un argomento o su pseudo personalità come Britney Spears? E perché allo stesso tempo rinunciano a trattare altri temi decisamente più importanti?
Secondo alcuni, le differenze tra la stampa scandalistica e il giornalismo di qualità si sono via via appiattite. Di fatto, l’isteria mediatica collettiva è aumentata in modo impressionante, così come la tendenza dei media a scandalizzare e personalizzare, esagerando i conflitti e attribuendo loro significati morali.
Dai diversi contributi è emerso che il fenomeno del media hype, e con esso la distorsione della cronaca, ha radici nell’accresciuta concorrenza tra i media, ed è quasi sempre guidato da motivi economici. Vinzenz Wyss (Scuola universitaria professionale di Winterthur) ha sottolineato come “per raccontare delle storie ci vogliono vittime, carnefici, eroi e ciarlatani”. Quando essi non esistono, vengono creati dai media.
Al dibattito va riconosciuto il merito di aver reso i mass-media – solitamente chiusi su se stessi – trasparenti almeno per un giorno. Sarebbe di buon auspicio se venissero organizzati altri dibattiti come questo. Più occasioni di dialogo con il pubblico e con i ricercatori, più chiarezza nei meccanismi produttivi e nel flusso di notizie, contribuirebbe a favorire una maggiore credibilità sull’operato dei mezzi di comunicazione. Spesso sviliti nel loro ruolo sociale, quando si occupano per settimane dell’ultimo fidanzato di Paris Hilton, o quando rilanciano allarmi quotidiani sull’aviaria e l’emergenza climatica.
Alessandro Dattilo – Redazione Cultur-e