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Perché la pubblicità non vende

11/04/2006

Ormai la parola vendere è diventato quasi un tabù nell'advertising, proteso a valorizzare il brand.

L'obiettivo è di creare connessioni emotive con il consumatore, di catturarlo e affascinarlo e di comunicare un valore del marchio. Vendere certo piace a tutti, ma sta venendo meno il link diretto tra pubblicità e acquisti. L'advertising sta divenendo un passaggio intermedio, che non deve essere direttamente finalizzato a monetizzare. Si stanno comportando così tutti i grandi brand e le ultime vetrine lo mettono in evidenza a sufficienza. Dal Super Bowl alle Olimpiadi, dai Grammy's agli Oscar, quest'anno è iniziato con una lunga serie di eventi che potevano essere occasioni preziose, ma le grandi firme hanno deciso di rifiutare la parola "selling". C'è anche una sorta di snobismo in questa concezione della pubblicità, finalizzata a valorizzare la creatività e a "volare alto". Ma alla fine tutti devono fare i conti con i numeri. Nell'analisi di Forbes una critica a  questa strategia, che nel tempo rischia di essere controproducente.
Emanuela Di Pasqua - Totem
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