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Personal Social Responsibility - PSR: un articolo di Paolo D'Anselmi

03/01/2005
Capodanno, momento per fare un passo fuori dalla routine della vita quotidiana e tirare un bilancio personale. Dal personale al sociale il passo è breve. C'è relazione stretta tra la responsabilità personale e la responsabilità sociale di aziende e istituzioni. Queste infatti sono l'assemblato di individui con nome e cognome. Non esiste il Signor Presidenza del Consiglio, non esiste il Signor Telecom. Solo nel titolo si esaurì il Signor Fiat. A riconoscimento di questo legame si sviluppa infatti un filone di formazione e comunicazione organizzativa interna alle imprese con finalità di responsabilità sociale: solo lavoratori consapevoli del loro ruolo sociale creano una impresa responsabile. La personal social responsibility - PSR è la base interna del bilancio sociale.Pensiamo alla struttura organizzativa come organigramma, ma esso non è che una delle componenti della organizzazione, che viene invece descritta dalle venerande sette esse - 7S: strategy, structure, systems, style, skills, staff, shared values. Se ci fermiamo alle ultime due troviamo i valori condivisi e la qualità della popolazione aziendale come fattori chiave e ritroviamo la tesi appena detta.In soccorso arrivano i casi eccellenti: abbiamo visto al cinema Russel Crowe fare whistle blowing e denunciare l'azienda di tabacco che al prodotto genuino mescolava sostanze assuefacenti. Caso limite, dove la PSR sfora nella etica del lavoro e nella etica tout court. Ma non siamo lontani dal segno se dalle nostre parti ci lascia perplessi ascoltare alla tele che il Presidente Ciampi è stato operato in una clinica romana: se gradisce l'ospitalità estiva della Marina Militare, non altrettanto può dirsi delle strutture sanitarie di quell'arma. La stampa avalla poi detti e comportamenti del Quirinale - "Hanno creato un clima infame", disse Scalfaro per un suicidio di tangentopoli  - e Costanzo il 2 novembre 2004 ancora sostiene: "In occasione di accuse palesemente ingiuste qualcuno si è tolto la vita". La religione prevalente nella nazione condanna il suicida, ma contraddiciamo il catechismo pur di dare la colpa agli altri.L'altezza dell'essemplo è necessaria per ottenere l'attenzione di chi ascolta, ma la menzione di casi specifici viene bollata di qualunquismo. Eppure la stessa cultura che ha prodotto il sistema, di cui è la colpa, e le strutture, che mancano, diceva pure che il personale è politico. Non so perché quella locuzione sia passata di moda, ma il senso suo vive nel giudizio che ciascuno si fa del comportamento altrui e proprio di giorno in giorno. Ci sarà pure un punto in cui la responsabilità aziendale e istituzionale arriva al pettine della responsibilità personale. Le istituzioni si nutrono di professionalità e coraggio che sono virtù del singolo. Né la regola vale solo per la testa del pesce: ad ogni livello, anche una sola espressione distruttiva non è socialmente responsabile. Nessuno ci punta la pistola alla tempia e la porta è sempre aperta.Il senso di tutto ciò è fare chiarezza: senzaltro c'è l'effetto dell'aggregato che frustra lo sforzo solitario, ma è già molto riconoscere nel nostro cuore che non esiste il Signor Struttura e che c'è alibi dentro le parole "mi devi mettere in condizione di operare". Come riconosce il manager consapevole, "Quante volte perdiamo tempo a rivolgere facili critiche ai politici, agli imprenditori affaristi, ai top manager delle aziende italiane senza chiederci, con  autocritica, se noi non siamo diventati uguali a loro rinunciando all'esercizio di quel poco di potere che ci hanno concesso in qualità di valvassori o valvassini."Paolo D'Anselmi
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