Ferpi > News > Piccoli promoter crescono

Piccoli promoter crescono

16/02/2010

Arriva dalla Gran Bretagna. la notizia di un sito che recluta bambini per promuovere prodotti sui social network e nella propria cerchia di conoscenze in cambio di una "paghetta settimanale". L'ultima frontiera del marketing?

Brand ambassadors, piccoli promotori in erba. Arriva da Londra l’ultima trovata del marketing: reclutare minori sui social network, offrendo soldi in cambio di pubblicità. Ai ragazzini il semplice compito di diffondere un brand attraverso il passaparola sia online che nel mondo reale. A scuola o nella loro cerchia di amicizie.
E’ un po’ il principio dell’ opinion leader: ogni bambino oltre che consumatore, può diventare un ottimo mezzo di diffusione del messaggio pubblicitario? Cosa c’è di più affidabile del consiglio di qualcuno che si conosce e di cui ci si fida?
Ne è fermamente convinto Dubit, un sito inglese specializzato in questo tipo di marketing. A pochi mesi dalla sua nascita è già una potenza del web ma è anche al centro delle polemiche di genitori e associazioni per la tutela dei minori. Il sito ha reclutato già migliaia di bambini dai sette anni in su, con la promessa di regali e di un compenso di circa 25 sterline a settimana. E anche se il responsabile, Adam Hildreth, tiene a precisare che Dubit chiede sempre l’autorizzazione dei genitori, almeno per chi ha meno di 16 anni, si sono verificati molti casi nei quali i bambini sono riusciti ad aggirare il controllo della famiglia, entrando lo stesso nel circuito.
Chi si iscrive entra in una vera e propria community, attiva non solo nella diffusione di un prodotto o di un brand ma anche utile a testare in anteprima novità e tendenze grazie all’invio di campioni gratuiti di prodotti agli iscritti o all’obbligo di compilare appositi questionari.
Il sito promette inoltre, che una “carriera” all’interno dell’agenzia possa contribuire a migliorare notevolmente il proprio curriculum vitae, garantendo l’accesso alle migliori università del Regno Unito.
Già grandi multinazionali, quali Mattel o Coca Cola, sono ricorse ai servizi di Dubit, mostrando conferme circa la reale efficacia di questo innovativo strumento promozionale, cosa che potrebbe anche significare una sua diffusione in altri paesi.
Il rischio è piuttosto elevato: oltre alle accuse di sfruttamento dell’infanzia, i prodotti da pubblicizzare, assegnati ai partecipanti in base al sesso e alla fascia di età, sono per lo più bibite gassate, negli ultimi tempi proprio in Inghilterra, al centro di una campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Government’s Food Standards Agency, ente governativo che promuove la cultura alimentare.
Eventi