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Podio italiano per il Webranking FT Europe 500

08/04/2015

Tre aziende italiane le migliori della classifica della Webranking FT Europe 500, la ricerca condotta da Comprend, in collaborazione conLundquist, che valuta la qualità della comunicazione corporate online delle maggiori 500 società quotate europee per capitalizzazione. Medaglia d’oro per Eni, seguita da Snam e Telecom Italia.



Eni, con 87 punti su 100, si conferma al primo posto in Europa nell’edizione 2014/2015 della classifica Webranking FT Europe 500, la ricerca condotta daComprend, in collaborazione conLundquist, che valuta la qualità della comunicazione corporate online delle maggiori 500 società quotate europee per capitalizzazione (incluse in FT Europe 500). Tra queste sono incluse un totale di 29 società italiane. Snam, con 86,3 punti guadagna la seconda posizione, mentre Telecom Italia, con 83,3, scende in terza.




Il resto della top10 è occupato da società nordiche: la svedese SCA, la finlandese Wärtsilä, la svedese Swedish Match, la finlandese Fortum, la svedese Skanska, la danese Danske Bank e un’altra svedese Swedbank. Nel confronto per Paese, la Finlandia si conferma la nazione più avanti a livello di comunicazione corporate online, subito seguita dalla vicina Svezia e, in terza posizione, dalla Germania. Italia in quarta posizione.

Altre due società italiane rientrano nella top 20: Pirelli & C., al 16° posto, eTerna al 18°. La media delle 29 società italiane incluse è di 48,4 punti, ben superiore alla media dell’intero campione pari a 39,1 punti.

La ricerca funziona come uno stress test che analizza il livello di trasparenza e apertura al dialogo nella comunicazione corporate online. La ricerca valuta la capacità delle aziende di distinguersi in un contesto sempre più competitivo e il modo in cui queste rispondono alle richieste che provengono dall’esterno.

Basandosi sulle esigenze degli stakeholder, che vengono stabilite grazie ai sondaggi condotti annualmente, la ricerca Webranking misura i fondamentali della comunicazione corporate e finanziaria e l’apertura al dialogo sui canali digitali.

“La ricerca valuta la capacità di gestire la comunicazione corporate online e il dialogo sui canali digitali, basandosi sulle reali necessità degli stakeholder. Fallire lo stress test significa lasciare il mercato disinformato e rinunciare alla possibilità di gestire la propria reputazione, soprattutto in tempi di forte trasformazione” ha commentato Joakim Lundquist, fondatore di Lundquist e responsabile di Comprend in Austria, Italia e Svizzera.

Rispetto alle nuove tendenze e agli sviluppi del digitale, le società italiane stanno colmando il divario, ma non sono ancora allineate al resto dell’Europa in alcuni degli ambiti analizzati: solo una società italiana su sei presenta un sito costruito in responsive design, mentre la media europea si attesta su una società su quattro.

L’utilizzo dei canali di social media è ormai una pratica diffusa sia in Italia sia in Europa: quasi il 61% delle società ricorre a questi canali per comunicare con i propri pubblici target.

Tra i diversi temi ‘caldi’ che necessitano di maggiore apertura da parte della società e possono deludere le aspettative degli stakeholder e dell’opinione pubblica, emerge che:

  • l’87% delle società analizzate non presenta dati sulla remunerazione del management e l’83% non presenta dati sulla remunerazione del consiglio di amministrazione sul proprio sito

  • solo il 7% illustra la propria policy sulle lobby

  • una società su 10 presenta un approccio “responsabile” in tema di fiscalità, ma solo il 2% espone dati concreti sul pagamento delle tasse in diversi Paesi

  • una società su cinque descrive le proprie procedure anti corruzione

  • tre quarti delle società non forniscono dati sulla diversità (genere, età, nazionalità…) nelle sezioni dedicate ai potenziali dipendenti

  • solo il 22% pubblica informazioni relative agli obiettivi finanziari corredate di numeri e risultati concreti, ancora più bassa è la percentuale di società che afferma di aver raggiunto gli obiettivi preposti.


La comunicazione digitale non è più solo riportare fatti online oltre alle informazioni obbligatorie. Anche i pubblici internazionali e i mercati vogliono oggi essere ‘convinti’ del valore della proposta di investimento e della strategia per il futuro successo, mentre molti potenziali candidati sono attenti ai valori e alla sostenibilità degli eventuali datori di lavoro.

Le società del settore chimico emergono dalla classifica con una media di 45 punti, guidate dai colossi tedeschi BASF e Bayer con ottimi risultati anche nel settore farmaceutico & healthcare (ad esempio Lundbeck e Roche), con una media di 44,3 punti. All’altro estremo della classifica troviamo le società del settore retail (32,5 punti) e le banche (36,2 punti) insieme alle aziende appartenenti al settore dei servizi finanziari (28,5 punti).

Scarica il report completo dell’analisi Euro500

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