Politica: come rendicontare la cittadinanza?
06/05/2009
Uno strumento concreto sta iniziando ad affermarsi nel mondo della comunicazione politica: il bilancio sociale. Marco Galdiolo descrive come la comunicazione sociale può essere applicata al mondo della politica che oggi è chiamata, ancora di più che in passato, a dimostrare la propria animosità, investendo ancora di più sulla relazione, il confronto ed il rendiconto con il territorio, la collettività.
di Marco Galdiolo
La politica mi ha sempre affascinato; mi ha sempre stimolato il pensiero della cosa pubblica, il giudizio degli altri sul mio operato per migliorarmi, l’arte però del fare e non del dire.
Quanto la politica è annunciare e quanto la politica è realizzare? Sembra una domanda ovvia nella sua semplicità ma non sempre è così: l’annuncio tocca le emozioni, i sentimenti, crea aspettative, crea giudizi. Forse in alcuni casi l’aspetto emozionale può risultare addirittura prevaricante sulla missione del fare che è il vero cuore pulsante della politica.
Sì, è giusto annunciare, è giusto comunicare, è giusto ingenerare aspettative nel pubblico, ma è ancor più giusto fare, mantenere e poi rendicontare.
Anche qui sembra di toccare i fili dell’ovvietà, ma rendicontare quanto è stato realizzato rispetto il promesso è un gesto di responsabilità ancora non consueto, è un gesto di trasparenza nella gestione della cosa pubblica purtroppo assente nella comunicazione politica. E’ il modo che deve essere offerto alla collettività per giudicare preventivamente il mandato ricevuto, e posteriormente il “fatto”.
Viviamo una situazione socio economico politica che negli ultimi anni si è sostanzialmente rivoluzionata: nelle relazioni economico – industriali, nel patto sociale che equilibria le società e le generazioni (basti pensare a come negli ultimi anni sono cambiate per motivi demografici, le aspettative previdenziali delle giovani generazioni rispetto quelle più mature), negli scambi commerciali, nei rapporti con la pubblica amministrazione a tutti i livelli.
Così la politica, il bene comune, mai quanto oggi deve essere capacità di lettura ed interpretazione del futuro, deve essere la forza di scelte coraggiose e lungimiranti (oltre i termini temporali del mandato), deve essere compartecipazione diretta con la collettività, sia dei privati cittadini che degli operatori economici.
Adesso la politica, e chi ha la grande opportunità di poterne essere parte fattiva, è ancora di più che in passato chiamata a dimostrare la propria animosità, il coraggio anche di essere impopolare, investendo ancora di più sulla relazione, il confronto (che può e deve anche essere scontro purchè collaborativo) ed il rendiconto con il territorio, la collettività.
E’ con il gioco di squadra, che vede coinvolti tutti gli attori sociali, politici economici e non, che si può vincere la sfida del cambiamento, guardando con il giusto ottimismo alle sfide di domani.
Come rendicontare allora il proprio operato alla cittadinanza? Esiste uno strumento concreto che sta appena iniziando ad affermarsi nel mondo della comunicazione politica, laddove per politica si intenda anche il coraggio comunicare in forma oggettiva, trasparente e certificata il proprio lavoro svolto, questo strumento porta il nome di bilancio sociale.
• Bilancio perché rendicontare significa contabilizzare le proprie attività ed il bilancio è lo strumento generalmente utilizzato per sintetizzare la contabilità;
• Sociale perché presenta la relazione dell’operatore pubblico incaricato di fare politica, con i suoi cittadini.
Un bilancio sociale deve presentare i seguenti dettagli:
1. quali processi concreti e formalizzati di dialogo sono stati attivati con la cittadinanza e che risultati hanno prodotto;
2. quale è lo stato concreto delle iniziative assunte, anche naturalmente in termini di impegni economici spesi rispetto il preventivato, e in termini di temporalità rispetto le proposte programmatiche;
3. quale è il bilancio dei flussi di cassa della pubblica amministrazione, anche in termini di riclassificazione contabile delle voci in valore aggiunto generato e distribuito (che rappresenta la ricchezza che l’operatore politico ha creato per la società) a tutte le categorie di soggetti con cui la pubblica amministrazione interagisce.
Il bilancio per essere credibile deve:
• avere cadenza annuale;
• presentare l’evoluzione dei 3 punti citati di anno in anno;
• essere certificato da un soggetto terzo, autonomo e professionale;
• essere distribuito gratuitamente e con un elevato grado di accessibilità;
• adottare una chiarezza di linguaggio reale, così da essere leggibile da tutti.
Questo è essere coraggiosamente e concretamente trasparenti. Punto di partenza per generare onesto consenso, fiducia e reputazione all’operato della politica. Atto di responsabilità verso i propri cittadini, che hanno il dovere (e non solo il diritto) di controllare tutti gli anni, continuativamente, l’operato dei soggetti cui hanno delegato la gestione della cosa pubblica.