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Presentato il Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali in Italia

30/09/2008

Il terzo Rapporto "e-Content" si conferma come l’unico punto di osservazione e monitoraggio in grado di fornire una dettagliata fotografia del mercato italiano e dei segmenti che lo compongono, analizzandone le traiettorie evolutive e i fattori che ne sosterranno lo sviluppo.

Il 3° Rapporto sul mercato dei contenuti digitali in Italia è stato presentato nel corso del Convegno “e-Content 2008”, organizzato da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici.


Il Presidente Alberto Tripi che ha aperto i lavori, ha sottolineato che “La crescita di questo mercato conferma la vitalità di un settore che contribuisce in modo determinante allo sviluppo dell’economia e della società della conoscenza. Le imprese sono consapevoli che l’offerta sempre più pervasiva dei servizi a valore aggiunto e delle tecnologie deve puntare sulla qualità dei contenuti. E’ questa la strada – ha poi concluso Tripi – per ottenere un vantaggio competitivo ed evitare i rischi di saturazione che nel tempo possono generare disaffezione”.


Gli ultimi 2 anni, e il 2007 in modo particolare, sono stati caratterizzati da un forte fermento nel mondo della digitalizzazione dei contenuti e da una progressiva transizione dei consumatori da un ruolo passivo, che per anni ha caratterizzato il mercato dell’entertainment, ad un ruolo proattivo, capace di guidare l’offerta verso lo sviluppo di nuovi servizi e di nuovi contenuti e indirizzando le linee evolutive del mercato.


Si è assistito, pertanto, ad una vera è propria rivoluzione digitale determinata da molteplici fattori, primo fra tutti la crescente pervasività di Internet nella vita quotidiana dei consumatori (soprattutto nelle fasce più giovani e quelle comprese tra i 25 e 40 anni), che ha avuto un impatto molto forte su abitudini di consumo e stili di vita,
tanto da determinare profondi cambiamenti nelle modalità di fruizione dei contenuti stessi.


Il trend in atto è evidenziato dal tempo crescente dedicato al web da parte degli utenti. Questa crescita non sembra essere destinata a rallentare nel breve periodo, anche in considerazione del forte gap che esiste tra il nostro paese e i principali mercati europei.
Contemporaneamente si è assistito all’evoluzione del mondo di internet verso il nuovo paradigma del web 2.0 che, pur avendo cominciato a diffondersi già da alcuni anni, nel nostro Paese ha manifestato a pieno i propri effetti nel corso del 2007.


Una delle principali conseguenze di questa evoluzione è la trasformazione dell’utente da un ruolo passivo, che ha caratterizzato per lunghi anni la domanda di entertainment e di contenuti, ad un ruolo attivo verso una forma che è stata definita prosumer (neologismo nato da producer + user), determinando uno dei cambiamenti più importanti nell’ambito dell’economia digitale: gli utenti diventano, cioè, produttori e consumatori di contenuti allo stesso tempo.


Questo fenomeno ha avuto impatto anche sullo sviluppo e l’erogazione di contenuti digitali: i blog, la creazione di contenuti condivisi (per esempio Wikipedia e Social Bookmarking), la distribuzione in modalità podcasting e tutti i contenuti autoprodotti sono diventati strumenti sempre più utilizzati, gratuiti e spesso in concorrenza con prodotti/servizi a pagamento.


È altresì cresciuta la raccolta pubblicitaria su web, che in parte ha beneficiato del maggior tempo dedicato dagli utenti ad Internet, sottraendo audience ai media tradizionali, ma in parte ha generato nuova raccolta attirando aziende poco abituate all’utilizzo del mezzo pubblicitario, grazie ad un abbassamento del livello di investimento richiesto. Il fenomeno sta determinando anche un cambiamento lento e graduale nei modelli di business da parte degli operatori in alcuni segmenti, che, pur non abbandonando del tutto il modello pay, stanno rivolgendo sempre maggiore attenzione all’introduzione di contenuti free, al fine di attirare un numero crescente di utenti e, di conseguenza, maggiori investimenti pubblicitari.


Dal lato dell’offerta, sono soprattutto i new comer, ovvero gli operatori nati e sviluppatisi in Internet, che in molti casi sono grandi società multinazionali, a condizionare lo sviluppo di questo settore, imponendo regole nuove rispetto a quelle in vigore nel mondo del Media e Entertainment tradizionale.


Se Internet è stata la piattaforma che ha trainato la crescita del mercato dell’e-Content, è stato il segmento del video a registrare le dinamiche più interessanti, confermandosi il mercato più importante in termini di dimensioni. In questo caso sono le piattaforme TV digitali più diffuse (il digitale terrestre e il satellite) a guidare la dinamica positiva del mercato, sebbene si stia assistendo alla nascita di nuovi operatori, nell’ambito della Web TV, che stanno formulando nuovi modelli di offerta basati esclusivamente sul web. Anche in questo caso la raccolta pubblicitaria rappresenta la principale fonte di ricavo, e la scommessa di questi operatori (tra cui Babelgum e Joost, rappresentano gli esempi più popolari) si basa proprio sulla forte crescita del mercato della pubblicità on-line, sulla segmentazione dell’audience web e sulla possibilità di offrire contenuti profilati sui gusti degli utenti, che consentono di catturare target che sfuggono ai media tradizionali (i cosiddetti target pregiati) sfruttando il paradigma della long tail.


Tra gli altri contenuti che hanno avuto un ruolo di primo piano sul mercato, soprattutto per il successo di alcuni operatori che ne sono stati i principali protagonisti, si evidenziano la musica e il gaming, che hanno beneficiato del successo di nuovi devices multimediali innovativi (nel caso della musica, ad esempio, si è assistito ad una vera e propria esplosione di lettori digitali portatili, quali l’i-Pod) e dei crescenti investimenti che gli operatori hanno destinato allo sviluppo dell’offerta.


È importante sottolineare, infine, la progressiva transizione al digitale della radio, che si ritiene possa essere uno dei protagonisti dei prossimi anni, grazie alle nuove potenzialità offerte dalle nuove piattaforme.



Per ulteriori informazioni: http://www.confindustriasi.it/news-376.html e l’ Executive Summary del Rapporto in allegato.
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