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Quale accountability nelle relazioni pubbliche? Un commento rompe il silenzio

23/03/2004

Italo Vignoli risponde agli interessanti approfondimenti sul tema dell'accountability che Toni Muzi Falconi aveva raccontato, in due riprese, sul nostro sito.

L'imbarazzante silenzio che ha fatto seguito al duplice invito di Toni Muzi Falconi a sollevare una discussione sull'accountability (la presa di responsabilità, da parte dei professionisti, dei risultati delle attività di relazioni pubbliche, a cui è legata una misurazione "accessibile" - ovvero coerente con le dimensioni complessive del budget di relazioni pubbliche - dei risultati stessi) la dice lunga su quanto il tema rappresenti una spina nel fianco della professione.A parole, infatti, siamo tutti concordi nel riconoscere l'importanza dell'argomento (probabilmente, la percentuale non sarebbe diversa da quella dei professionisti australiani, che hanno risposto in modo positivo nel 90% dei casi), ma nei fatti non vogliamo essere i primi a mettere la nostra testa sotto la ghigliottina dell'accountability. Eppure, chi potrebbe farlo - sapendo di conservarla, senza correre nemmeno un gran rischio - è perfettamente consapevole del fatto che si tratta dell'unico strumento che potrebbe consentire ai committenti di distinguere tra coloro che hanno la professione nella testa e nel cuore e coloro che l'hanno solamente sul biglietto da visita (e spesso nemmeno su quello).Perché affrontare l'accountability significa mettersi in gioco ogni volta, a partire dal progetto (dove ci devono essere obiettivi, strategie e tattiche chiari e comprensibili, perché altrimenti non ci può essere misurazione dei risultati). E la misurazione, nella maggior parte dei casi (perché le eccezioni esistono, ma devono rimanere tali), deve costare una frazione del budget complessivo di relazioni pubbliche. In caso contrario, il costo somiglia molto a un alibi (non voglio essere misurato, per cui sparo un prezzo che tu - cliente - non accetterai mai).Un processo inevitabile, per recuperare la reputazione della nostra professione.Italo Vignoli
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