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Relazioni pubbliche: cosa c’è dopo Grunig?

17/09/2009

Studi e teorie del professore americano hanno fortemente caratterizzato il corpo di conoscenze a livello internazionale, ma il suo contributo continua ad essere innovativo e stimolante come racconta Toni Muzi Falconi, proponendo due straordinarie chicche in anteprima per i visitatori del nostro sito.

di Toni Muzi Falconi


Nel suo recente libro l’amico e collega Beppe Facchetti pone con forza, e contribuisce a rispondervi, la domanda di molti:


cosa c’è dopo Grunig nel nostro corpo di conoscenze?


In effetti, la struttura portante del lavoro di Jim risale alla grande ricerca sul campo su trecento organizzazioni inglesi, canadesi e americane iniziata a metà degli anni ottanta del secolo scorso e conclusa nei primi anni novanta con la pubblicazione di ben quattro volumi.
Per le relazioni pubbliche si penserebbe al medio evo, vista la velocità dei mutamenti.


Da quel periodo si è innescata, in molti paesi del mondo compresa l’Italia, una reazione a catena di sviluppi, elaborazioni, passi avanti e passi indietro con interventi di una molteplicità di studiosi, ricercatori e professionisti. Anche questo sito costituisce a partire dal 2000 uno dei punti principali di riferimento di questa evoluzione.
Sono tante le scuole, i gruppi, i critici, i fedeli e una analisi di queste dinamiche sarebbe un ottimo argomento per uno studio di dottorato.


Jim ha lasciato la sua cattedra un paio di anni fa, e approfitta del ‘riposo’ per intensificare il suo lavoro di ascolto, di analisi e di ricerca studiando e girando per il mondo come una trottola.
I suoi lavori, da quando è in pensione, sono quanto di più contemporaneo si possa immaginare, anche perché non ho mai incontrato nella mia vita una persona così disponibile ad ascoltare gli altri e a modificare le proprie posizioni quando convinto.


Pensate soltanto alla lunga intervista che diede un anno fa alla comunità on line di prconversations sul rapporto fra rp e social media.


Sabato scorso a Hong Kong ha presentato un serie di power points sulla digitalizzazione delle relazioni pubbliche (the shifting paradigm of public relations under digitalization) che è quanto di più innovativo e stimolante si possa immaginare, in cui integra tra l’altro pienamente le osservazioni dell’ottimo e scomodo inglese David Phillips, outsider rispetto all’establishment, ma decisamente geniale.


E’ appena uscito qualche settimana fa in Brasile, in lingua portoghese, un suo saggio in cui riassume lo stato dell’arte del concetto delle relazioni pubbliche oggi. Probabilmente il più lucido e comprensibile fra i suoi lavori, che qui alleghiamo nella versione inglese.


Sono due contributi di straordinario interesse che il sito Ferpi è primo al mondo a mettere on line.
Due chicche che danno un forte contributo a rispondere alla domanda di Beppe con questa risposta: dopo Grunig c’è tanto, ma tanto da fare… ma c’è anche Grunig… Eccome se c’è!
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