Relazioni pubbliche e PA: un rapporto da ripensare
12/05/2010
Un rapporto di amore - odio quello delle Rp con la Pubblica amministrazione che, in tempi di crisi, richiede un ripensamento deciso. Questa l’opinione di _Toni Muzi Falconi_ che riflette le tematiche al centro dell’imminente Forum PA.
In vista di Forum PA, la mostra convegno dell’innovazione nelle PA e nei sistemi territoriali che si terrà a Roma dal 17 al 20 maggio, Toni Muzi Falconi affronta il tema del controverso rapporto delle relazioni pubbliche con la Pubblica Amministrazione, anche nel solco di quanto discusso poco tempo fa al convegno organizzato da Assocomunicazione
di Toni Muzi Falconi
Da lunedì a giovedì della prossima settimana alla Fiera di Roma si svolge il Forum PA organizzato dal nostro socio Carlo Mochi Sismondi.
Per ragioni che saranno subito esplicite, vorrei invitarvi a guardare con attenzione il programma completo del Forum qui.
Sicuramente, in quanto director di Methodos e di Connexia, ho un interesse poiché le due società, in partnership con gli organizzatori, promuovono diverse iniziative che forse possono essere di vostro interesse. Ma di questo parliamo più avanti…
Quello che invece vorrei dire subito è che per noi relatori pubblici la relazione con l’amministrazione pubblica è sempre stata di amore e di odio… ed è forse giunto il momento di ripensarla. Ab ovo.
Parliamo per esempio dei Bandi pubblici.
Anche recentemente Assocomunicazione ha presentato una possibile proposta di legge in materia che si limita ad invocare percorsi meno accidentati per le gare, ma non affronta neppure di striscio quella che secondo me è la vera questione.
L’idea che non da oggi mi sono fatto è che ogni attività organizzativa, per essere efficace, deve essere sostenuta da un intervento comunicativo.
Perché, allora, insistere con bandi specifici dedicati alla comunicazione, quando assai più efficace sarebbe inserire un modulo comunicativo in ogni bando pubblico a prescindere dal suo oggetto? Così come deve contenere determinate informazioni sui partecipanti, questi ultimi dovrebbero includere nella loro proposta anche una parte riferita alla comunicazione.
Immagino le obiezioni: così depotenzio il valore dei tanti bravi comunicatori pubblici che operano nell’amministrazione; così lascio spazio a tutti i soggetti che rispondono ai bandi per improvvisare proprie abilità comunicative e altre ancora.
Ragioniamoci un po’ con calma.
Per prima cosa è chiaro che se la finalità è esplicitamente una attività comunicativa in sé, questa deve essere necessariamente oggetto preminente del bando. In tal caso suggerire che l’attività di valutazione dell’efficacia, insieme con gli indicatori relativi, sia necessariamente integrata nella proposta e che il bando contenga una clausola per cui i rispondenti indichino, insieme all’esperienza specifica maturata nel contesto specifico (sia nel settore pubblico ma anche nell’area di expertise richiesta), anche le associazioni professionali cui appartengono e quali siano i codici di deontologia professionale che si impegnano a rispettare, pena l’immediata decadenza del possibile incarico.
In più penserei necessario e sommamente opportuno che le associazioni professionali si facciano loro stesse carico degli oneri di selezionare e sostenere, a zero spesa per l’organizzazione emittente, gli esperti che entreranno a fare parte dei comitati di selezione delle offerte pervenute, ponendosi in ogni caso l’obiettivo ultimo di assistere le organizzazioni emittenti anche nella stesura più adeguata del bando stesso alla prossima occasione (sempre a zero costo per l’emittente e a carico delle associazioni).
Ma la vera questione è l’altra. La comunicazione è elemento orizzontale a qualsiasi percorso di cambiamento ed è importante che chi si candidi ad attuare l’intervento ne sia consapevole al punto dall’integrare una componente comunicativa nella sua offerta. Non mi illudo che questo faccia aumentare necessariamente il mercato per tutti noi, ma indirettamente almeno si. Da un lato infatti i comunicatori pubblici, per il semplice fatto che ogni bando pubblico contenga questo elemento avranno un fortissimo argomento di valorizzazione trasversale delle loro competenze, dall’altro le imprese che vorranno concorrere ai bandi dovranno attrezzarsi al proprio interno oppure allearsi con società di consulenza o consulenti singoli.
In linea con quanto detto fin qui, vi invito dunque a partecipare alle iniziative di Methodos che tematizzano la questione della lotta allo spreco e la declinano attraverso la creazione di valore delle organizzazioni pubbliche attraverso processi di cambiamento culturale. I casi che verranno presentati (vedi programma specifico) hanno tutti una forte componente comunicativa.
Così anche vi invito a partecipare alla iniziativa promossa da Connexia (vedi programma specifico) che invece è tutta focalizzata sul passaggio dall’1.0 al 2.0 nella comunicazione Internet delle amministrazioni pubbliche.
A presto, spero.
Per ulteriori approfondimenti:
Toni Muzi Falconi, Lo spreco e gli sprechi
Carlo Mochi Sismondi, La PA a caccia di sprechi, ma a tagliare al buio c’è da farsi male
Toni Muzi Falconi, Creare valore è possibile solo attraverso un cambio culturale