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Reputazione che va, reputazione che viene: da Aristotele a Barack Obama

09/02/2009

Un saggio di Ronel Rensburg dell’Università di Pretoria sull’oratoria - uno degli skill fondamentali della nostra professione - che ripercorre cose conosciute ma in un contesto di attualità e da una prospettiva non solo occidentale.

Ascoltando a Chicago il discorso di accettazione di Barack Obama, Ronel Rensburg riprova quel senso di eccitazione e aspettativa da lungo tempo dimenticato. I suoi ultimi idoli sono stati John F. Kennedy e poi Ronald Reagan, il grande comunicatore che lei stesso utilizza come esempio per illustrare il potere delle parole e l’eccellenza nell’uso dell’oratoria contemporanea: qualche volta i suoi discorsi mancavano di contenuti, ma lasciavano sempre la sensazione che non è tanto quello che viene detto quanto il modo in cui viene comunicato che cattura l’attenzione del pubblico.


Partendo dagli antichi egizi, passando dai greci con Socrate, ai romani con Catilina e Cicerone, l’autrice passa in rassegna, con brevi e incisive note, gli oratori più significativi del passato, fino ad arrivare a Lincoln, Churchill, Gandhi e persino Saddam Hussein (“La madre di tutte le battaglie”).


Talvolta i discorsi dei leader politici non sono solo potenti nella forma e nel contenuto, ma anche indicatori degli inevitabili fatti incombenti. Tanti gli esempi: da Harold Macmillan in Sud Africa, a Margareth Thatcher, Lady di ferro, da John F. Kennedy a Berlino a Martin Luther King poco prima di essere assassinato.


E si arriva così ad una sera di novembre nella quale un politico afro-americano, futuro presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, vince la sfida ed il mondo ricomincia a sperare. Si domanda Rensburg: alle parole seguiranno i fatti? Quanto durerà l’innamoramento del mondo per questo nuovo personaggio?


L’Africa, che ha avuto leader di grandissimo spessore come Nelson Mandela o Desmond Tutu, deve oggi capire che la reputazione dei leader siano essi religiosi,sociali, politici o dei giovani avrà un enorme riflesso sulla reputazione del loro paese. Partendo dai principi dell’antica retorica devono ispirarsi a Barack Obama, un esempio di oggi.


Dopo aver analizzato l’arte oratoria di Aristotele, l’autrice conclude il suo lungo e interessante articolo (tutto da leggere) sintetizzando in sei punti ciò che gli oratori e i leader africani, nella loro veste di comunicatori, così come il pubblico in quanto destinatario dei messaggi politici, dovrebbero tener presente durante questo anno elettorale.



Leggi qui il saggio integrale di Ronel Rensburg “Reputation lost, reputation won: Lessons from Aristotle and Barack Obama” tratto dal blog PR Conversations
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