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Reputazione: il valore della fiducia

05/04/2013

Assegnati ad _Armani, Ferrero_ e _Bmw,_ i _Reputation Awards 2013._ La premiazione dell'ambito riconoscimento, promosso dal _Reputation Institute,_ da quest'anno in collaborazione con _Ferpi,_ si è svolta presso la sede milanese di Sky, a margine della presentazione del _RepTrak™ Pulse 2013,_ il ranking sulla reputazione.

Sebbene si tratti di un asset intangibile, la reputazione ha un valore enorme per le imprese. Anche nel 2013 si conferma come l’azienda che sta dietro un prodotto conti più del prodotto stesso. Le dimensioni enterprise quali responsabilità sociale e ambientale, trasparenza, leadership e abilità del management, condizionano i comportamenti d’acquisto e raccomandazione per il 57% contro il 43% del solo contenuto di prodotto.
A sostenerlo è lo studio RepTrak™ Pulse 2013 di Reputation Institute, la principale organizzazione a livello mondiale nel settore della corporate reputation, presente in 30 paesi nel mondo. E anche quest’anno, è Giorgio Armani l’azienda con la migliore reputazione tra quelle operanti in Italia.
I risultati della ricerca sono stati presentati lo scorso 3 aprile, negli studi milanesi di Sky, durante la cerimonia di consegna dei Reputation Awards, l’evento organizzato da Reputation Institute in collaborazione con Ferpi, per premiare le aziende che si sono maggiormente distinte nella gestione e nello sviluppo della propria Corporate Reputation.
Lo studio di Reputation Institute ogni anno stila la classifica RepTrak™ Pulse, il più autorevole barometro a livello mondiale e nazionale della percezione delle aziende presso i consumatori.
“La reputazione per le aziende”, sostiene Michele Tesoro-Tess, Managing Director di Reputation Institute in Italia, “è il grado in cui riescono a trasferire fiducia ai propri stakeholder, quindi al mercato. E’ un legame puramente emotivo, quindi difficilmente spiegabile. Abbiamo che le imprese con reputazione sopra la media tendono a registrare performance fino al 30% maggiori rispetto a quelle che hanno una reputazione sotto la media”.
Della stessa idea anche Eric Gerritsen, Executive Vice President Communication & Public Affairs di Sky Italia, che sostiene come: “In un momento di crisi le aziende non devono fare un passo indietro ma devono salvaguardare la propria reputazione perché quelle aziende che riescono ad avere una reputazione più elevata, reiscono anche ad avere risultati di business migliori”.

Per il secondo anno di fila Armani si posiziona al 1° posto in classifica con un punteggio/Pulse di 86,0 (+ 3,6 rispetto al 2012), così come Ferrero che, con un punteggio di 85,6 (+ 4,5 rispetto al 2012), si aggiudica la medaglia d’argento. La novità è invece BMW (83,0), che incrementa la sua posizione, passando dal 5° al 3° posto. Ottima la performance di Indesit che raggiunge il 7° posto con un incremento di 8,7 punti rispetto allo scorso anno. Nella top 20 troviamo quest’anno anche Pirelli per la prima volta davanti a Michelin, un’ulteriore testimonianza dell’efficacia del “Made in Italy”.
A sorpresa, bene Costa Crociere, con un Pulse di 59,6 (+ 12,1 punti rispetto al 2012): un risultato importante, dopo il crollo dello scorso anno, che ne testimonia l’abilità nel proporre un prodotto apprezzato e comunque vincente.
Tra i peggiori in termini di variazione dello score rispetto al 2012 troviamo MPS (- 14,4), segnata negativamente dagli avvenimenti degli scorsi mesi, Poste Italiane e E.On.
I risultati negativi di quest’ultima attestano la difficile situazione che sta vivendo il comparto utilities: quasi tutte le aziende del settore hanno infatti perso 4-5 punti nello score che arriva a 100.
A premiare i vincitori, sottolineando la centralità del management e delle Relazioni pubbliche nella governance aziendale, anche Giancarlo Panico, vicepresidente di Ferpi.
“La reputazione e il consenso si costruiscono giorno per giorno attraverso un adeguato management o se preferite governo delle relazioni con i pubblici dell’organizzazione, comportamenti responsabili, rendicontazione permanente – ha affermato Panico – Insomma instaurando, costruendo e mantenendo un dialogo ‘maturo’ con i principali stakeholder e influenti con l’obiettivo di passare sempre più da una “comunicazione a” più top-down ad una “comunicazione con”, in cui i nostri interlocutori non sono più oggetto delle azioni di comunicazione se non addirittura marketing a soggetti di relazione. Un approccio in cui, come emerso prima dagli Accordi di Stoccolma che indicavano nelle Relazioni pubbliche la chiave della legittimità delle organizzazioni e, più recentemente dal Melbourne mandate che, anche alla luce della nuova definizione di relazioni pubbliche, si propone l’obiettivo di costruire (e comunicare) valore reciproco affinché ci sia un mutuo beneficio tra l’organizzazione e i suoi pubblici”.
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