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Responsabili Comunicazione: il 58% riporta al CEO

17/09/2009

In un periodo di instabilità economica senza precedenti, i responsabili comunicazione di tutto il mondo si affermano come strategici. Presentati i risultati di ‘The Rising CCO’, sondaggio annuale tra i professionisti appartenenti alle 500 aziende della lista Fortune, che esamina ruoli, responsabilità e competenze dei responsabili comunicazione delle più grosse società del mondo.

In un periodo di crisi i responsabili comunicazione di tutto il mondo “vedono le loro azioni al rialzo“ negli ultimi 12 mesi. In The Rising CCO, un sondaggio annuale condotto dalla società di Executive Search Spencer Stuart e dal network mondiale di relazioni pubbliche Weber Shandwick, in collaborazione con KRC Research, emerge che il 58% dei responsabili comunicazione nel mondo riporta direttamente al CEO, rispetto al 48% dello scorso anno.


Cresce sempre più quindi il ruolo di leva strategica della comunicazione all’interno delle organizzazioni.


Non soltanto un numero maggiore di CCO (Corporate communications officers) ora risponde direttamente al CEO, ma il 40% di loro lo considera il suo più grande alleato interno.
Si registra inoltre un aumento del tempo medio di permanenza in carica dei CCO: nel 2008 è stato di 65 mesi, rispetto ai 54 del 2007. Un dato rilevante se si considera che il tempo medio di permanenza in carica dei responsabili marketing risulta invece essere di 28 mesi, secondo un’altra rilevazione di Spencer Stuart.


“Il dato supporta la teoria per cui, in un periodo in cui molte società vivono tempi duri, i CEO tengono maggiormente in considerazione il supporto dei propri CCO per affrontare situazioni di crisi e si avvalgono del loro know-how per rispondere tempestivamente alle problematiche” dichiara George Jaminson, responsabile comunicazione e Investor Relations di Spencer Stuart.


Il sondaggio ha inoltre evidenziato che i CCO devono possedere sempre più competenze di crisis e issue management. Infatti, secondo il campione di CCO intervistato, l’esperienza di gestione di crisi è diventato un requisito più importante, +45% rispetto al 2007.
Se, da un lato, i responsabili comunicazione si trovano sotto pressione a causa dell’attuale scenario economico, dall’altro si apre un potenziale di nuove opportunità, provenienti soprattutto dal web e dai social media. I CCO sono infatti concordi nell’identificare nel blogging e nella gestione dei social media la funzione di cui gli uffici comunicazione si sono più spesso dotati nel 2008 e ci si aspetta che si confermino uno strumento chiave nel corso del 2009.


“E’ normale che CEO e top management siano terribilmente sotto pressione in questo “tsunami” economico. Ora come non mai, i CEO dipendono dai responsabili comunicazione per identificare il miglior modo per affrontare situazioni di crisi, difendere la reputazione delle loro società e adottare l’approccio di comunicazione più corretto nei confronti di tutti gli stakeholders” ha dichiarato Leslie Gaines-Ross, Chief Reputation Strategist di Weber Shandwick.


Dal momento che la reputazione aziendale – che già ci risulta essere la priorità di comunicazione nel 2009 – è costantemente minacciata e il web fornisce incredibili opportunità ma altrettanti rischi, le competenze dei CCO sono sempre più necessarie: gestione di crisi, monitoraggio del mood della rete, gestione della reputazione e del dialogo con i tanti pubblici: dagli impiegati agli azionisti, dalla stampa ai partner commerciali. L’attività di gestione della crisi svela nuove opportunità di crescita e sarà tra le sfide più impegnative del prossimo anno.


Altri elementi chiave emersi dal sondaggio:


• Nel 2008 i social media hanno giocato un ruolo più forte negli USA che in Europa.
Quasi due uffici comunicazione su dieci (18%) in Nord America hanno introdotto l’attività di gestione di social media e blogging, mentre in Europa la percentuale scende al 7% (meno di uno su 10). Inoltre nel 2008, quasi il doppio dei responsabili comunicazione americani hanno scelto di dotarsi della funzione di gestione di social media e blog all’interno dei loro dipartimenti comunicazione rispetto agli europei (il 41% in confronto al 22%). In ogni caso gli europei la pensano più o meno come i colleghi americani: si aspettano che nel 2009 crescerà l’attenzione verso i social media da parte della comunicazione (26% e 30% rispettivamente).


• I CCO che lavorano per aziende che godono delle reputazioni più solide sono più i “allineati” con i propri CEO.
Più di sei CCO su dieci (62%), appartenenti alle aziende della rosa Fortune’s Most Admired, riportano direttamente al CEO. Inoltre, è più probabile che i CCO delle Most Admired Companies identifichino nel CEO un alleato interno, rispetto agli altri (46% in confronto al 34%, rispettivamente).


• Si registrano sensibili differenze nel tempo di permanenza in carica dei CCO a seconda dell’area geografica.
Gli americani mediamente mantengono la loro posizione due anni più a lungo rispetto agli europei (5 anni e 10 mesi contro 3 anni e 9 mesi). Nonostante ciò, sono più numerosi i CCO europei che riportano direttamente al CEO, in confronto ai loro colleghi americani (66% rispetto al 53%).


Note


• La definizione di Corporate Communications Officers include Chief Communications Officer, Head of Corporate Communications, Senior VP Communications, Head of Corporate Marketing, and Global Chief Public Affairs Officer.
• Come per il primo sondaggio del 2007, sono state confrontate le risposte dei responsabili comunicazione delle most admired companies di Fortune e delle società concorrenti (le most admired companies sono le società che godono della migliore reputazione nella loro industry di riferimento; le contender companies sono invece quelle che godono del ranking più basso di reputazione).


Metodologia del sondaggio


The Rising CCO, al suo secondo anno, esamina ruoli, mansioni e opinioni dei responsabili comunicazione delle maggiori società del mondo. I 159 partecipanti al sondaggio provengono da Nord America, Europa e Asia Pacific. L’84% degli intervistati lavora in una delle prime 500 società al mondo (lista Fortune).



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Per maggiori informazioni: http://www.webershandwick.biz
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