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Rifiuti: quanto è lontana Copenaghen…

23/02/2011

Le immagini del nuovo termovalorizzatore che sorgerà a Copenaghen e le parole dei suoi protagonisti disegnano un mondo lontanissimo per il nostro Paese, che "festeggia" proprio in questi giorni i 17 anni di emergenza rifiuti in Campania e che continua a rimanere bloccato nel processo di pianificazione e sviluppo, tra scandali e cronica mancanza di fiducia. Il commento di _Sergio Vazzoler._

di Sergio Vazzoler
In attesa del 17 marzo e della tanto discussa Festa Nazionale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, in questi giorni festeggiamo (si fa per dire) un altro compleanno: i 17 anni di emergenza rifiuti in Campania. Contemporaneamente a Copenaghen – la capitale europea della sostenibilità ambientale – la presentazione del nuovo termovalorizzatore che sorgerà in città mi porta a qualche considerazione “simbolica”.
Chi si appassiona alla forza comunicativa delle immagini e delle parole, infatti, non può rimanere indifferente alla visione dei rendering del nuovo termovalorizzatore che sorgerà nel bel mezzo della capital danese, né tantomeno alla lettura dei termini usati dai protagonisti.
Le simulazioni dello studio BIG mostrano, infatti, un avveniristico stabilimento dove il tetto è trasformato in una pista da sci (sì, sì, proprio così…ben 31.000 metri quadri di piste suddivise per livelli di abilità, con tanto d’impianto di risalita), grandi spazi verdi e ricreativi circostanti e, tanto per non farci mancare nulla, un camino che emette anelli di fumo valorizzati da giochi di luce quando cala la notte.
Ma non sono solo le immagini a regalare uno scossone a chi convive con l’emergenza rifiuti e la sindrome NIMBY quasi come un familiare stretto: nel commentare il nuovo progetto, il direttore dell’attuale impianto waste-to-energy (che verrà sostituito da questo entro il 2016), Ulla Röttger, sfodera una serie di parole così lontane dal nostro vissuto che quasi ci appaiono lunari:
_“Questo progetto contribuisce alla città un qualcosa di utile e bello. Verranno create un sacco di opportunità e con questo edificio, siamo in grado di far conoscere il brand danese e la tecnologia per mostrare al mondo le nostre capacità in questioni ambientali ed energetiche“.
In poche battute emergono “tag” quali orgoglio, innovazione, estetica e sostenibilità, che umiliano la narrazione presente in gran parte dello stivale, giocata soltanto su termini quali veleni, scandalo, dramma, emergenza, conflitto.
Immagini e parole che rappresentano meglio di tante analisi o statistiche il ritardo del nostro Paese, non solo in tema di rifiuti: come ha scritto qualche giorno fa il Direttore de “La Stampa”, Mario Calabresi, c’è un gran bisogno di abbandonare gli slogan e di alzare lo sguardo soltanto così si potrà fare in modo che Copenaghen e il resto d’Europa appiano un po’meno lontane!
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