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Rp Lab - Arrivano le donne vere

27/06/2012

Per anni l’immagine femminile è stata legata ad un’idea di “sacrificio” della propria vita privata in favore di un’immagine pubblica e professionale. Ma ora, anche grazie al web, le cose iniziano a cambiare. Lo racconta _Gabriele Cazzulini_ in una nuova pagina, tutta rosa, di _Rp Lab._

di Gabriele Cazzulini
I nuovi media raccontano una nuova immagine della donna e del suo potere sociale. Iniziano a sgretolarsi quelle sacre icone femminili costruite artificialmente dal cinema, dagli affari e dalla politica, e imposte alle donne come maschere di scena. Tra denaro, fama e potere, la donna era costretta a sacrificare la sua misteriosa unicità in cambio dell’ingresso in campi sociali dominati dall’uomo. Bambola sessuale sul grande schermo, donna camuffata da uomo per avere una poltrona politica, donna che rinuncia ai figli e alla famiglia per fare carriera in azienda. Storture e costrizioni che snaturavano l’identità femminile. Ora la musica cambia.
“Donne, in cerca di guai. Donne ad un telefono che non suona mai. Donne, in un mezzo ad una via. Donne allo sbando senza compagnia…” il ritornello della classica canzone di Zucchero diventa stonato con le nuove realtà. Col web 2012 le donne possono ritrovare la loro naturale identità. E’ quello che succede a Thora Arnorsdottir, possibile nuova presidente dell’Islanda.
Giornalista web, giovane, ma soprattutto fiera di essere mamma e al tempo stesso impegnata attivamente in politica. Ha iniziato la campagna elettorale, benchè in un minuscolo paese come l’Islanda, al settimo mese di gravidanza. Siamo lontani anni luce dalle nostre politicanti, giovani e meno giovani, costrette a sgambettare seminude oppure a castrarsi rinunciando alla famiglia. C’è anche Hillary Clinton, che si è costruita un’immagine femminile personale grazie alle sue spericolate uscite tra moda e cellulari. Da moglie cornificata da Bill Clinton a figura di punta tra politica e costume. C’è Sheryl Sandberg, la responsabile dell’intero funzionamento di Facebook, che è la prima donna ad entrare nel board direttivo del social network, finora composto da otto uomini. Pochi si erano accorti che la dirigenza di Facebook era “leggermente” maschilista. E poi in Inghilterra c’è Louise Mensch, scrittrice e deputata Tory che s’è messa in testa di creare un nuovo Twitter per intavolare discussioni più ragionate e più corpose di 140 caratteri. Donne, giovani e meno giovani, alla ribalta della vita pubblica senza rinunciare ad essere donne, anche grazie al web e ai nuovi media che funzionano decisamente meglio del silicone.

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