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Rp Lab - Come cambia l'informazione con le GIF

14/11/2012

Le soluzioni grafiche, tra cui l'uso delle GIF, stanno cambiando l'approccio all'informazione, piccoli ma non insignificanti particolari che chiamano comunicatori e relatori pubblici a nuove modalità di interazione con i giornalisti e le redazioni. L'analisi di _Gabriele Cazzulini._

di Gabriele Cazzulini
Quando uno sente parlare del dizionario Oxford gli viene subito in mente un’atmosfera austera e accademica. Dunque, quando ogni anno il dizionaro Oxford proclama la parola dell’anno, ci si aspetta una parola altisonante, complicata da pronunciare e forse ancor più da intendere. Niente di tutto questo. Basta con questi falsi pregiudizi! A Oxford sono già avanti.
Infatti quest’anno la parola dell’anno, comunicata giusto qualche giorno fa, non è una vera parola. E’ un acronimo, cioè una sigla di 3 lettere: GIF, ovvero Graphic Interchange Format, ovvero una brevissima sequenza animata di fotogrammi. GIF è più di una singola immagine, ma meno di un video. Ha 25 anni di onorata storia e il web lo sta trasformando in un nuovo medium, un “creative medium”, anche per fare giornalismo.
Il GIF è sinonimo di mini-video sui gatti e altre amenità “nerd” del web 2.0. Prima, con Myspace, il GIF era qualcosa che oscillava come un pendolo tra il lato artistico e il lato intimistico. Poi arriva Tumblr e la sua forza comunicativa onnivora lo assorbe e metabolizza nel suo layout fortemente “blog”. I contenuti GIF diventano presto un “meme” del web e col GIF nascono tools per crearli da soli. Nascono GIF per tutti i gusti, dalla moda al web, dallo sport al cinema. Il GIF non è solo più un formato grafico; diventa un formato comunicativo.
L’apice di questa evoluzione è oggi, quando il GIF ha iniziato a diffondersi anche nel settore news. Anzitutto il GIF offre vantaggi esclusivi, rispetto alla singola immagine o al video su Youtube. Come l’immagine, è immediatamente visibile. A differenza del video, non ha audio, non ha bisogno di streaming e quindi non ci sono controlli di pausa/avanzamento/replay. Quindi è notevolmente più sintetico e immediato. Il tratto inconfondibile del GIF è che è un loop continuo: ripete e ripete continuamente la stessa sequenza. Perciò crea una particolare attenzione che ha qualcosa di magnetico e perciò è capace di generare un “buzz” tendente alla viralità.
A cosa serve il GIF nel giornalismo, ovviamente online? Serve a raccontare, subito, il classico dettaglio o comunque un evento molto concentrato. Serve quando le parole non possono descrivere adeguatamente un momento immediato. Serve per focalizzare l’attenzione su un particolare, anche minimo, oppure su una scena epocale. Oppure mantenere il suo spirito originario e offrire sarcastiche interpretazioni. Sempre a corredo di un articolo testuale. Con molta più forza di una sola immagine. Il GIF è perfetto per questo web sempre più visuale.
Un esempio concreto è la sinergia tra The Guardian e Tumblr per offrire GIF addirittura in tempo reale durante l’ultimo dibattito per le presidenziali Usa 2012. Tumblr ha messo a disposizione i più rinomati autori di GIF che hanno lavorato a fianco dei giornalisti inglesi. Ma il GIF, o “Cinemagraph”, come dicono i più attenti, può essere inserito ovunque, come nel caso del processo di produzione di una birra di fragole. Due casi estremi ed opposti che dimostrano l’utilità del GIF come medium creativo e informativo.
Il prossimo passo è sviluppare una procedura di creazione GIF uniforme ed accessibile agevolmente a tutti, per definire un formato di creazione e diffusione omogeneo. Pensando al colorito panorama italiano, non è difficile intuirne il potenziale dirompente, tra politica, salotti e spettacolo.

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