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Rp online – Content Distribution: i social per una strategia di successo

06/03/2015

Qualità ed efficace distribuzione devono essere compresenti e rafforzarsi a vicenda per far sì che il giusto contenuto venga veicolato al momento giusto alla audience giusta. Ma come utilizzare al meglio i social media per una content distribution di successo? È il tema di questa settimana della rubrica Rp online di Valentina Citati.

Tra le tendenze del Content Marketing per il 2015 CJC Digital Marketing annovera anche una maggiore attenzione alla distribuzione, aspetto che, invece, pare non essere adeguatamente considerato se solo il 26% dei responsabili marketing vi investe ad oggi tempo e risorse. Eppure, se il Content Marketing significa prima di tutto ‘produrre valore’, sembra ovvio pensare al secondo passaggio di questa ‘regola aurea’: consegnare il contenuto alle persone per cui è significativo e rilevante. Il rischio di questa disattenzione è che il proprio messaggio venga ignorato o che raggiunga tutt’altro pubblico rispetto al target desiderato per il quale era stato prodotto. In altre parole qualità ed efficace distribuzione devono essere compresenti e rafforzarsi a vicenda per far sì che il giusto contenuto venga veicolato al momento giusto alla audience giusta! Solo in tal modo sarà possibile costruire una relazione duratura con il proprio target alimentando la reputazione del Brand e generando, quindi, fiducia e fidelizzazione.

Seth Godin in una recente intervista definisce così il contenuto capace di costruire fiducia: umano, personale, rilevante, generoso e onesto (ovvero non ingannevole). Ciò significa che deve essere prima di tutto pensato e realizzato da persone sulla base di bisogni, esigenze ed emozioni di altre persone. Dovrà poi rispecchiare la personalità, i valori e la cultura che rendono quel brand unico e originale. La qualità e la profondità del contenuto, unita ai primi due punti, lo renderanno rilevante per il destinatario, significativo per la sua vita. Infine dovrà essere necessariamente aperto alla condivisione e alla donazione, totalmente trasparente, non ingannevole ma chiaro ed esplicito nei suoi obiettivi. Non è un caso che il famoso guru del marketing citi molto spesso la parola persona. Sono gli individui e non i brand a creare valore e a generare e instaurare relazioni sociali. Le persone cercano e si fidano delle opinioni di altre persone, non della pubblicità (seppure travestita in forme diverse dal content marketing al native advertising ecc) di aziende o organizzazioni. Ecco perché è importante che il proprio contenuto venga veicolato e distribuito laddove il passaparola si genera e si alimenta attraverso conversazioni orizzontali, ovvero sui siti di social network.

Perché la distribuzione è social


E’ sufficiente riflettere su qualche dato per capire quanto, attualmente, parlare di efficaci canali di distribuzione sia sinonimo di utilizzo strategico e consapevole dei social media:

  • i siti di social network sono le maggiori fonti di traffico ai siti web. A dicembre 2014 secondo Shareaholic la percentuale avrebbe raggiunto oltre il 31% superando in certi momenti gli stessi motori di ricerca. E’ Facebook a primeggiare anche in questo caso (con una fetta che va dal 16 al 25% della quota social), seguito a debita distanza da Pinterest e Twitter (in calo).

  • i contenuti social incrementano le vendite: il 63% delle aziende dichiara che postare contenuti sui social ha incrementato l’efficacia del marketing . Inoltre supportano l’e-commerce grazie al passaparola che sono capaci di generare e che è il fattore primario dietro al 50% delle decisioni d’acquisto (ContentPlus).

  • cresce l’utilizzo sovrapposto e simultaneo di diversi siti di social network dal momento che, secondo Global Web Index, un utente medio di Internet al mondo è iscritto a 6 social network (5.54 per la precisione). Ciò significa che rappresentano un ecosistema interconnesso su cui gli utenti passano sempre maggiori quote del proprio tempo online con ovvie conseguenze in termini di portata e visibilità dei contenuti immessi su questi canali.

  • le statistiche mostrano come sui social media si consuma, produce e condivide una quantità impressionante di contenuti: ogni giorno su Facebook vengono condivisi 4.75 miliardi di contenuti; il tempo speso su questa piattaforma è in media 20 minuti (per non parlare del numero di accessi ripetuti durante la giornata); su Twitter il 42% degli utenti apprende di prodotti/servizi, il 41% esprime opinioni su questi ultimi, il 19% cerca supporto e assistenza; su Instagram vengono pubblicati oltre 70 milioni di contenuti al giorno che producono 2.5 miliardi di like.


I siti di social network rappresentano, pertanto, un luogo perfetto per individuare e rivolgersi a clienti e stakeholders grazie alle opportunità dipersonalizzazione offerte dagli strumenti di analisi e di profilazione di queste piattaforme. Dialogo costante e produzione di contenuti di valore saranno poi i fattore chiave per costruire una community fidelizzata intorno al proprio brand. Tutto ciò per raggiungere l’obiettivo primario per quanti utilizzano i cosiddetti ‘Earned Media’ ovvero trasformare i prospect in ambassador del proprio brand attraverso il passaparola spontaneo che avremo saputo generare e alimentare!

Ma come costruire una efficace strategia di Content Distribution che sappia sfruttare i vantaggi offerti dai canali social?

  • E’ importante rispettare e conoscere le specificità della piattaforma che si utilizza (Jonathan Perelman di Buzzmedia). Facebook, Twitter, Pinterest, Instagram (per citarne solo alcuni) sono profondamente diversi in termini di linguaggio, caratteristiche strutturali, regole di utilizzo, target ecc.

  • Ciò significa adeguare il messaggio al canale. Troppo spesso si assiste alla riproposizione di video tv sui social media senza alcuna forma di adattamento o di editing, immagini sgranate perché non rispettano le diverse misure consentite dalle varie piattaforme, testi che assomigliano a comunicati stampa ecc

  • Le numerose linee guida del Content Marketing Institute consigliano poi di progettare una pianificazione editoriale specifica per ogni singola piattaforma (frequenza di pubblicazione e contenuti adeguati) e di stabilire una presenza multicanale e integrata tra i diversi media (online e offline).


Nell’era digitale la reputazione è il patrimonio principale di ogni azienda e organizzazione. Professionalità, impegno, cura, qualità e trasparenza non possono mancare ma a fare la differenza è e sarà sempre il fattore umano, l’attenzione all’individuo prima che agli obiettivi aziendali, la consapevolezza che per guadagnare tempo e attenzione bisogna regalare valore ed esperienze piacevoli e utili. Un compito impegnativo ma allo stesso tempo una responsabilità che investe tutti noi in qualità di comunicatori e professionisti ma soprattutto in quanto persone.
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