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Scrittori di annual report, affilate le penne!

17/02/2004

E' il messaggio di un articolo del Financial Times che invita chi stila i bilanci a essere più accattivanti. Nella lista nera dei bilanci noiosi e impossibili da leggere, il pezzo cita anche quello di Tim... Ma tra i report cartacei peggiori di una ricerca di Prowse & Company nei primi posti pullulano le aziende italiane.

"Un  declino generale nella creatività": è il parere di Matthew Grenier, l'autore del rapporto "The Company Report Report", una pubblicazione annuale di analisi dei bilanci stilata dalla società Prowse & Co. Lo studio ha analizzato la chiusura dell'anno fiscale 2002/2003 per le cento maggiori aziende europee. Tra queste compaiono molte italiane, da Tim a Generali, passando per STMicroelectronics e Unicredito Italiano, oltre ai grandi della telefonia (Nokia, Orange, Ericsson..), della farmaceutica (Novartis).Il problema è interessante: gli stili analizzati nella scrittura degli annual report sono molti e tutti diversi. Da quelli troppo semplificati a quelli che si contraddicono all'interno di una stessa frase, fino a quelli incomprensibili, scritti in "burocratese". Ma ciò su cui l'analisi di Grenier punta il dito è la carenza in apporto grafico e creativo dei report in versione cartacea. La colpa? Sicuramente dell'esigenza nuova e sempre più sentita di dare grande spazio alle versioni online dei report. Alle prime esperienze, il tentativo delle aziende è quello di semplificare i testi forse per alleggerire le pagine da scaricare da un sito. Meno immagini dunque e meno grafica, tutto a discapito della versione stampata, che perde in appeal.Grenier sostiene che le versioni online siano ancora in fase sperimentale e che ancora non si sia trovato uno stile. Mentre azzarda una classifica dei peggiori e dei migliori annual report in versione stampata. I sei migliori bilanci di questa categoria, per l'analisi di Prose & Co. sono Munich Re, BP, Swisscom, Sap, Ericsson e  Novartis. Tra i sei peggiori invece si vedono molti nomi italiani: STMicroelectronics, Generali, Unicredito Italiano, Nokia, Suez e Orange. La ricerca dice inoltre che tra le cinque aziende che non hanno pubblicato il loro bilancio sociale compaiono alcune banche.
Per leggere un sunto del reportwww.prowse.co.uk
Eva Perasso - Totem
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