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Scuola nuovo target per le Rp. Ne parla la socia Ferpi Mariapaola La Caria

27/04/2004
LA SCUOLA: UN NUOVO TARGET PER LE R.P.Il convegno che si è tenuto a Padova il 21 aprile scorso ha colto nel segno. La scuola può diventare un nuovo segmento di lavoro per i professionisti delle r.p.Giampietro Vecchiato, Consigliere Nazionale FERPI ha aperto i lavori ponendo l'accento sull'idea alla base del convegno. L'obiettivo era quello di riflettere con gli attori del mondo scolastico sulla necessità di un cambiamento di ottica da parte della scuola: dalla scuola della domanda alla scuola dell'offerta. Tale trasformazione sarà possibile soltanto attraverso la modificazione dei comportamenti dei diversi elementi che compongono l'insieme scuola, ma soprattutto attraverso il conseguimento della consapevolezza che la scuola è sempre più un sistema in relazione permanente con l'ambiente.Il primo relatore, l'Ing. Stefano Nagy, ha messo in primo piano proprio il punto cardine per il cambiamento della scuola che oggi è finalmente "percepita" come un soggetto erogatore di un servizio. In questa ottica è necessario che la scuola riconosca la centralità dell'utenza (intendendo come utenza tutta la comunità di riferimento) nell'obiettivo della sua soddisfazione. Ciò vuol dire ascoltare, conoscere e capire le aspettative dell'utenza sia espresse che inespresse (in questo caso gli insegnanti devono diventare i sensori e i gestori della relazione con l'utenza stessa) e valorizzare attraverso la comunicazione tutto ciò che si pianifica e si realizza (ovvero la propria offerta) per soddisfare tali attese.La comunicazione diviene quindi essenziale per il risultato di un processo in tal senso per due motivi: il giudizio insindacabile non è quello di chi lavora nella scuola ma quello di chi si rapporta con la stessa (l'efficacia comunicativa si misura alla fine) ed inoltre i risultati percepiti devono essere coerenti con i risultati conseguiti.Naturalmente per attuare una valida comunicazione esterna è fondamentale lavorare sulla comunicazione interna perché cresca e si sviluppi lo spirito di squadra, si condividano gli obiettivi e si crei consapevolezza sui risultati.La sfida è ardua, la scuola deve infatti trasformarsi da istituzione a sistema educativo.I relatori che lo hanno seguito hanno invece offerto alcuni esempi concreti per operare tale cambiamento: il Direttore Didattico Luigino Grossele ha infatti mostrato alcune azioni attuate nel proprio Circolo Didattico, tenendo presente come riferimento la Direttiva 7 del 2002 del Ministero della Funzione Pubblica nella quale si specifica che la Legge 150/2000 va applicata anche alla scuola.Il Prof. Michele Cortelazzo, Preside del Corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università di Padova ha poi raccontato l'esperienza, un po' voluta un po' dovuta, dell'Università che negli ultimi anni si è trasformata globalmente lavorando sia all'interno che all'esterno per migliorare la propria reputazione non solo in termini di offerta formativa ma di sistema educativo. Sono state poste poi altre questioni relative alle strategie usate nella promozione del sistema educativo: innovazione o tradizione? Fascinazione o dati fattuali? E soprattutto informazione o comunicazione?La seconda parte del convegno è stata poi dedicata al rapporto con i media. La Tavola rotonda con inviati dei giornali locali condotta da Piero Martinuzzi (componente dei Probiviri FERPI) ha evidenziato la difficoltà degli istituti scolastici a confrontarsi con i giornalisti anche se gli stessi hanno ribadito la volontà di dialogare con la scuola e non avere solo brutte notizie da inserire in prima pagina. Mariapaola La Caria - Ferpi
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