Selettività, innovazione ed organizzazione per una start up di successo
29/04/2010
Un’analisi del mercato delle start up e un confronto tra quello italiano e quello statunitense. E alcuni consigli per gli imprenditori del nostro Paese. _Carmelo Cutuli_ intervista Leonardo Zangani.
di Carmelo Cutuli
Leonardo Zangani, Presidente della Zangani Investor Community, società con base nel New Jersey, si occupa di numerose ed importanti realtà a cavallo tra gli Stati Uniti e l’Europa nel campo del “business development”.
Qual è secondo lei la differenza principale tra il mercato dello Start-up italiano e quello USA?
La differenza principale, a mio avviso, sta tutta nella diversa mentalità e nella disponibilità di fondi degli investitori.
Per tradizione la maggioranza degli investitori italiani ha sempre preferito un investimento “sul mattone” ed è già stato molto difficile farli avvicinare agli investimenti azionari in società trattate in borsa per cui farli investire in “idee” che non sono ancora materiali, è una strada ancora tutta in salita.
Ci sono ovviamente delle eccezioni da parte di gruppi sofisticati, ma se lei domani lancia in Italia una raccolta per costituire un fondo con lo scopo di investire in start-up ad alto rischio non credo raccoglierà i fondi necessari mentre da noi, negli Stati Uniti, questa è un’operazione comune.
Cos’è che penalizza maggiormente la situazione italiana, agli occhi di un investitore americano?
Purtroppo in Italia non vi sono molti incentivi di natura fiscale nel caso che la start-up non termini in un modo positivo e si perda il capitale investito, questo scoraggia gli investitori ancor prima che essi possano sperimentare la ‘famosissima’ burocrazia italiana.
In passato ho anche cercato di incoraggiare start-up o “fase uno” americane a venire a sviluppare i loro progetti in co-venture in Italia, ma fatidicamente quando mi hanno fatto la classica domanda “che incentivi ho?” non sono mai stato in grado di dare loro una risposta perche è molto difficile orientarsi tra Unione Europea, Governo Nazionale e Governo Regionale, tutta questa burocrazia allontana qualsiasi persona che consideri l’Italia.
Che consigli darebbe agli Startupper italiani?
Innanzi tutto siate molto selettivi sulle potenziali opportunità che si presentano; guardate sempre alle nuove tecnologie, strutturate l’investimento in “milestone” da essere raggiunte per gradi e infine dotatevi sempre di due rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione, uno che copra la parte finanziaria (CFO) ed uno quella tecnica specifica (CTO).
Quali, a suo avviso, sono i settori più innovativi e su cui vale la pena investire oggi?
A parte il sempreverde settore delle telecomunicazioni, l’energia pulita e le rinnovabili, sicuramente le biotecnologie, in quanto portano un vero progresso all’umanità ed aiutano a salvare vite.
Ci parli dell’ultima Startup che ha finanziato.
Stiamo lavorando su un prodotto per le persone afflitte da diabete, ma data la sensibilità dell’argomento non posso darle più informazioni. Ma quando saremmo ad uno stato più avanzato e avremmo raggiunto intese di commercializzazione lo pubblicheremo sul nostro blog www.zangani.com che ha un traffico di oltre 3.000 singoli visitatori al giorno.
Tratto da Startupper.biz