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Sistema Italia- Sistema Design: il secondo incontro l'11 maggio a Milano

11/05/2004

Riceviamo e pubblichiamo

Sistema Italia- Sistema Design: una fase di transizioneciclo di tre incontri a cura di Guido Martinotti e Vanni Pasca.Secondo incontro: 11 maggio, sala Falck dell'Assolombarda (ingresso da via Chiaravalle 8), h 17,30Le aziende design oriented, i poli del lusso, il mercato mondiale Coordinano: Guido Martinotti e Vanni Pasca Intervengono:Andrea Branzi, designer Fulvio Carmagnola, estetologoErnesto Gismondi, imprenditore (Artemide)Mino Politi, economistaRiccardo Sarfatti, imprenditore (Luceplan)Note generali: La situazione odierna costituisce certo una fase di transizione dal punto di vista del Sistema Italia, del Sistema design e del rapporto tra i due sistemi. Ciò è avvertibile in molti modi. 1. Le aziende italiane e i giovani designerVa modificandosi il rapporto tra designer e industrie. Un numero crescente di paesi, e di tipologie industriali, investono in design e nella formazione dei designer; i giovani designer di tutto il mondo espongono de tempo a Milano i loro prototipi e le loro ricerche. Le aziende italiane, in fase di mondializzazione, stabiliscono rapporti con designer di tutto il mondo. Nell'ultimo periodo, d'altro canto, i giovani designer italiani stentano ad emergere. Dipende dalle scelte aziendali, dalla formazione, da un fisiologico cambiamento generazionale?2. Le aziende design oriented, i poli del lusso,  il mercato mondiale Le aziende italiane hanno affermato il design italiano nel mondo ottenendo grandi successi, spesso principalmente di immagine: solo raramente hanno però raggiunto dimensioni tali da permetterne la presenza competitiva sui mercati mondializzati. Oggi si assiste ad una serie di fenomeni di assorbimento di aziende italiane “design oriented”, di grande prestigio internazionale, da parte dei cosiddetti “poli del lusso”; intanto cresce l'influenza di pochi grandi marchi, italiani e no, che si rivolgono a un mercato ampio. Un analogo fenomeno di divaricazione inizia ad avvertirsi anche nella moda. E' questa divaricazione la prospettiva? E quale è il futuro della tradizionale azienda italiana “design oriented”, caratterizzata dalla  piccola dimensione ma dal grande spirito di iniziativa e dal ruolo di un imprenditore che percepisce il design come valore? 3. Milano per il design, il design per Milano Milano non è una “global city” ma è centro metropolitano di grande rilievo: certamente potrebbe caratterizzarsi come uno di quei luoghi in cui la presenza delle “tre T”, teorizzate da Richard Florida, e cioè talento, tecnologia e tolleranza, induce grandi sviluppi. Per quanto riguarda il design, Milano è città ad alta concentrazione di istituzioni, enti pubblici e privati, aziende, centri di comunicazione, di formazione, culturali ecc. Eppure è opinione diffusa che non si verifichino sinergie tali da determinare uno scatto in avanti percepito nell'immaginario collettivo, e che qualità della vita e bellezza non emergano a sufficienza. Quali sono le strategie possibili in questo senso e come può svilupparsi il ruolo del design per la città e della città per il design.?Il primo incontro è stato:1) Le aziende italiane e i giovani designerSono intervenuti:Alberto Bassi, storico del design Carlotta De Bevilacqua, imprenditrice (Danese)Marco Ferreri, designerCarlo Guglielmi, imprenditore (Fontana Arte)Gabriele Pezzini, designerRosa Tessa, giornalista (La Repubblica)
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