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Sodalitas Social Award: Soci Ferpi in prima linea nel marketing sociale

18/05/2004

Un articolo di Nicoletta Cerana.

I soci Ferpi stanno dimostrando una grande professionalità nel campo delle comunicazione sociale. Lo testimonia il Sodalitas Social Award, il prestigioso premio organizzato da Sodalitas (associazione per lo sviluppo dell'imprenditoria nel sociale) che nel 2003  fu assegnato alla campagna di marketing sociale di Vodafone promossa da Carlo Fornaro in partnership con Cesvi e quest'anno alla campagna di marketing sociale dell'Ospedale Meyer di Firenze promossa dal socio Ferpi Carlo Barburini e in partnership con Valerio di Bussolo, direttore relazioni esterne di Ikea e neo socio Ferpi.Quest'ultima campagna, dal titolo "Abbiamo a cuore il futuro  dei più piccoli" è stata ideata e realizzata per sostenere la costruzione del nuovo Ospedale Pediatrico Meyer, un progetto architettonico all'avanguardia non solo dal punto di vista sanitario ma anche del risparmio energetico e dell'impatto ambientale e che sarà operativo nel 2005. Il progetto, sviluppato dalla Fondazione Meyer e da Ikea nasce dalla condivisione del ruolo dei bambini nella nostra società: non adulti in scala ridotta ma soggetti con sensibilità e necessità proprie e ben precise. Su questa condivisione è stato avviata una collaborazione, anzi un vero e proprio percorso di amicizia ad alto valore sociale, che a partire da quest'anno e sino al 2005 coinvolgerà tutta l'azienda Ikea che ha accettato di sostenere il progetto con un contributo fisso annuale, con attività di consulenza e progettazione (realizzazione arredi Day Hospital, cucina e spazio relax per le mamme, mensa aziendale, uffici Fondazione) e con una quota variabile legata alle vendite del negozio Ikea di Sesto Fiorentino/Firenze.  Ma quello che caratterizza il progetto è  il coinvolgimento di tutta la comunità locale Toscana voluto soprattutto dalla Direzione della Fondazione Meyer. Il progetto si è sviluppato in modo molto ampio ed articolato basandosi su comunicazione ai media e al punto vendita (cartacea, promozioni ad hoc, jingle, video e "fisica" cioè realizzazione del prototipo di una stanza del nuovo Meyer nel negozio Ikea di Sesto Fiorentino), su iniziative verso i dipendenti e il territorio (spettacolo teatrale natalizio, family day aperto ai dipendenti e ai familiari Ikea,etc…). Il successo e l'efficacia della partnership ha  trovato un immediato riscontro nei numeri: le vendite dei "cuori" Famnig Hjarta nella prima settimana sono state pari a quelle di un intero anno; il negozio Ikea ha registrato un afflusso altissimo di visitatori acquirenti, le donazioni al Meyer sono aumentate grazie all'informazione distribuita attraverso il punto vendita e il catalogo Ikea.Per parte sua la Fondazione Meyer non ha raggiunto solo un obiettivo di raccolta fondi ma anche un obiettivo di informazione, educazione e sensibilizzazione alle tematiche del bambino ospedalizzato ponendosi come punto di riferimento per la Toscana e per tutti gli operatori sanitari d'Italia. Non a caso la giuria ha motivato l'assegnazione del premio all'iniziativa "per il forte entusiasmo con cui è stata realizzata e per il profondo radicamento della partnership nel territorio che va ben al di là della tradizionale intesa tra partner".E questo certo non si sarebbe realizzato se dietro tutta l'operazione non ci fosse stata la sensibilità e la strategia di relazioni pubbliche ideata da Carlo Barburini e da Valerio di Bussolo.Spiace quindi che i promotori del Social Award Sodalitas, nel corso della cerimonia di premiazione svoltasi nelle scorse settimane a Milano, non abbiano riservato molta attenzione all'Ospedale Meyer  che non abbiamo visto salire sul palco insieme ad Ikea all'atto della consegna del premio e delle foto di rito. Ma forse si è trattato solo di una dimenticanza complice anche l' improvviso black out audio-video che ha colto alla sprovvista gli organizzatori della cerimonia proprio durante la proclamazione della miglior campagna di marketing sociale. Speriamo in meglio per la prossima edizione. Nicoletta Cerana
 
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