Sviluppo Felice è una visione alternativa alla “decrescita felice”. Per i sostenitori della decrescita, il rimedio alla crisi è in sostanza la limitazione dei consumi. Bisogna invece individuare i consumi produttivi, che fanno crescere la ricchezza e che non distruggono l’ambiente. Quindi “sviluppo felice” significa una visione nuova dello sviluppo. Il presunto sviluppo neo-liberista si è basato sulla crescente disuguaglianza dei redditi, la deregulation selvaggia e l’enorme aumento della speculazione parassitaria. Ma nemmeno è sufficiente lo sviluppo keynesiano tradizionale, basato sull’aumento indifferenziato della domanda. Bisogna selezionare i bisogni e gli investimenti; evitare il consumismo dei beni ripetitivi, e aumentare i consumi collettivi, i beni pubblici e i beni comuni; ridurre le disparità di reddito; estendere l’economia non-profit; allargare il Welfare a disoccupati, precari, immigrati, poveri; programmare un nuovo grande “piano Marshall” per i paesi poveri. Dalla crisi non si esce senza una nuova idea di sviluppo.Un blog di riflessione economica e sociale, nato da poche settimane, che si propone di approfondire temi sociali, economici, culturali, istituzionali tramite agili contributi di analisi sul tema dello sviluppo nazionale ed internazionale, coinvolgendo in un ampio network di riflessione esperti di diversi settori.