Tangentopoli 2: e le relazioni pubbliche?
21/05/2010
L’etica continua a far parlare: _Biagio Oppi_ approfondisce i temi affrontati da Paolo D’Anselmi con una riflessione personale e una serie di interrogativi: cosa si può fare per “cambiare il mondo”? Che ruolo i relatori pubblici in tutto questo? E Ferpi?
di Biagio Oppi
Fa piacere leggere le riflessioni di D’Anselmi su un tema così delicato in questo momento e – credo – decisivo per la professione. Ne sento il bisogno professionalmente e personalmente.
Paradossalmente però avrei bisogno di sentirmi dire: “delinquere non è conveniente”.
Draquila, il film della Guzzanti, si chiude con un intervistato che, smentendo il fatto che siamo in un regime dittatoriale classico, dice: “Siamo in una dittatura della merda”.
Ora traslando l’escremento dall’obiettivo degli strali del film al comportamento diffuso e facilmente constatabile da parte di tutti, l’affermazione non è così campata in aria e rischia di trascinarci nelle sabbie mobili della passiva accettazione di questa condizione.
Cosa che non voglio fare. Professionalmente e personalmente.
Tuttavia (come confidavo in una mail a un collega molto più bravo, competente ed influente qualche giorno fa) ci troviamo, noi RP, in una condizione molto sensibile e particolare per varie ragioni che metto giù disordinatamente:
siamo anche noi che dobbiamo far capire ai committenti che comportarsi bene paga e almeno nel lungo periodo migliora/accresce la reputazione
siamo anche noi che cogliamo con l’ascolto degli stakeholder segnali sulle loro aspettative (più o meno legittime)
siamo tra i consulenti quelli meno riconosciuti come profilo professionale ma allo stesso tempo dobbiamo frenare certe idee “rischiose” di altre categorie professionali molto influenti (avvocati e commercialisti in primis)
il rapporto con gli enti pubblici, in particolare sul tema Bandi di gara/affidamenti diretti (anche per una legislazione forse troppo rigida) è sotto gli occhi di tutti: la prima domanda che ci poniamo è “ma è una gara vera o è già decisa” (non so se sia così anche negli altri settori (mia ignoranza)
gli eventi (in Draquila i Grandi Eventi) e di pari passo le sponsorizzazione sono un incrocio pericoloso e già tangentopoli ebbe un impatto non da poco su questi settori.
Insomma c’è qualche piccolo crinale. A me personalmente nell’ultimo anno saranno capitati almeno una ventina di casi che rischiavano di farmi scivolare. Per ora tengo botta (e rispondo all’invito del mio collega) ma quanto sto tutelando il mio business, l’agenzia per cui lavoro?
Un’ultima domanda, che forse suona un po’ generica: ma a quale etica devo far riferimento quando il crinale si stringe troppo:
alla mia etica personale (i miei valori)?
alla mia etica professionale (codice Ferpi, etc.)?
all’etica del mio datore di lavoro (codici di comportamento)?
all’etica del mio committente?
Concludo. Non credo che i Relatori Pubblici possano cambiare il mondo e forse neanche la Ferpi. Vorrei però provarci un po’: soprattutto perché razionalmente credo sia sensato proprio perché ci troviamo in un mondo 2.0 (tecnologicamente e socialmente iperconnesso, interattivo, sempre in onda) dove alla lunga conviene lavorare per favorire trasparenza ed etica.