Tra sorprese e decisioni prevedibili si è svolto il prestigioso National Magazine Awards, sponsorizzato dalla American Society of Magazine Editors, in collaborazione con la Columbia University Graduate School of Journalism.Il riconoscimento meno aspettato è stato per Glamour, mentre la delusione più cocente ha riguardato Vanity Fair, rimasta a bocca asciutta nonostante le sette nomination.Grande vincente è stato il settimanale New Yorker, che si è aggiudicato ben cinque premi: eccellenza generale, miglior reportage, migliore critica, miglior servizio di pubblico interesse e miglior biografia. Dalla strage del Darfur, alla storia di un donatore di rene indiano per finire con le torture di Abu Ghraib, il New Yorker ha coperto tutte le grandi tematiche di questo anno mediaticamente molto ricco, raccogliendo consensi e apprezzamenti trasversali.Emozione contenuta per la redazione: è già il quarantaquattresimoNational Magazine Awards che la prestigiosa testata riceve.Newsweek ha vinto per il miglior servizio di indagine su un argomento specifico grazie a un'analisi su come Bush ha vinto le elezioni, il National Journal si è distinto per il miglior reportage e il National Geographic per un servizio coraggioso dal titolo: "Was Darwin Wrong?".Tra gli altri va segnalato il successo di Martha Stewart Weddings (una delle testate edite dalla Stewart Living Omnimedia).La premiazione alla regina del bon ton conferma quanto Martha sia ancora influente nella cultura americana.Accolta da un applauso ha dichiarato che il 2005 è decisamente più fortunato per lei del 2004, anno in cui ha trascorso cinque mesi di prigione per insider trading e spergiuro. Una storia molto americana.National Magazine Awards: il New Yorker prende cinque premi. Un premio anche a Martha Stewart, che si presenta alla cerimonia tra gli applausi.