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Transpolitica. Nuovi rapporti di potere e di sapere

13/02/2009

Siamo in un "paesaggio transpolitico" che si va abbozzando in una progressiva frattura fra politica e immaginario collettivo. La Rete, le culture di cui è incubatrice, sono un punto di osservazione privilegiato per scorgere relazioni, forme di comunicazione e gesti che equivalgono alla fondazione inconscia di nuovi rapporti di potere e di sapere. Di Vincenzo Susca e Derrick de Kerckhove.

Ogni rete di blogger, tribù urbana, comunità virtuale, flash mob o smart mob oscillante tra lo spazio fisico e quello elettronico genera una “comunicrazia”, la quale si manifesta come la forma di potere liquida della postmodernità instaurata in ogni situazione in cui una comunità vibra all’unisono, in uno stato di comunione, attorno a una comunicazione.


Tale configurazione vale e funziona nel tempo e nello spazio in cui si realizza una tale frizione. In questi casi la legge dello stato cede il passo alla legge del gruppo. Ciò fa sì che la sovversione maturata negli interstizi della vita quotidiana, all’ombra della politica o nell’undernet, tragga la sua linfa vitale dalla dimensione simbolica e affettiva ancor prima che politica.


Da questa sensibilità “transpolitica” viene trasformata in rovine la spessa corazza della modernità. Le manifestazioni apparentemente più banali o frivole come Second Life, le chat line, i giochi di ruolo, gli scherzi e le buffonate dei nuovi Joker liberano nell’etere i tanti fantasmi che compongono l’immaginario collettivo, e premono affinché esso plasmi la realtà fisica a sua immagine e somiglianza.
Sono i temi trattati da Derrick de Kerckhove e Vincenzo Susca nel libro Traspolitica.


I due autori rileggono la società dei nostri giorni alla luce delle relazioni che la caratterizzano e che ne determinano gli scenari futuri in cui le culture digitali vanno assumendo, giorno dopo giorno, un ruolo sempre più di primo piano influenzando notevolmente i diversi ambiti della vita sociale e politica.


Le culture digitali rappresentano contemporaneamente il compimento e il superamento delle avanguardie artistiche del Novecento. I cybernauti non si formano negli atelier artistici, non espongono nelle gallerie e non partecipano in modo diretto e dialettico al confronto politico.


Nell’effervescenza spontanea delle loro relazioni, la comunicazione e il gesto estetico equivalgono alla fondazione inconscia di nuovi rapporti di potere e di sapere, al di qua e al di là della politica, nell’ambito di un carnevale perpetuo dove la festa e il gioco sono dispersi in ogni trama dell’abitare: sono la vita quotidiana.


La rete testimonia così uno slittamento culturale decisivo: il passaggio dalla resistenza alla “ricreazione”. E’ così dalla sfera orizzontale del ludico e dell’immaginario che ha luogo la trasfigurazione del politico e l’elaborazione di una sensibilità che, tramite un cerchio magico di passioni, di simboli e di affetti, stabilisce nuove forme sociali e abbozza il quadro di un paesaggio transpolitico.



Vincenzo Susca
Assegnista presso l’Istituto di Comunicazione dell’Università IULM di Milano. Docente di Sociologia e ricercatore del CeaQ all’Università Paris Descartes, Sorbonne. McLuhan Fellow dell’Università di Toronto. Collabora con l’Isimm, Roma. Scrive per L’espresso.
Tra le sue pubblicazioni: Tutto è Berlusconi, 2004 (tradotto in Francia), con Alberto Abruzzese; Ai confini dell’immaginario, 2006 (tradotto in Brasile); Ricreazioni, 2008, con Claire Bardainne.


Derrick de Kerckhove
Direttore del McLuhan Program in Culture and Technology dell’Università di Toronto; professore ordinario di Culture digitali presso l’Università Federico II di Napoli; titolare della cattedra di Tecnologia e pedagogia alla Biblioteca del Congresso, Washington. Collabora con L’espresso.
Tra le sue più rilevanti pubblicazioni: The Skin of Culture (1995); Connected Intelligence (1997); Brainframes (1991); La civilizzazione video-cristiana (1997); The Architecture of Intelligence (2001).
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