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Tutti contro Bill

17/01/2007

Le reazioni della Fondazione Gates all'inchiesta del Los Angeles Times e ai suoi lati meno noti

Antefatto cronologico:
Il 7 gennaio 2007 al CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas, Bill Gates presenta Windows Vista, Xbox 360 e Windows Home Server.
L'8 gennaio il quotidiano Los Angeles Times inizia la pubblicazione dell'inchiesta in 6 puntate sugli investimenti della Fondazione Bill & Melinda Gates, rivolta a iniziative umanitarie nei campi della sanità e dell'istruzione.
Il 9 gennaio al Macworld di San Francisco Steve Jobs presenta l'iphone e l'Apple iTV.
L'inchiesta del L.A.Times parte proprio nel momento della presentazioni di due prodotti, Vista e iPhone, che entreranno nell'uso quotidiano e riguarda la schizofrenia della Fondazione intitolata ai coniugi Gates che, mentre dona miliardi nei paesi poveri per combattere malattie come Aids e malaria, investe il 95 % del suo capitale in imprese, molte delle quali non avrebbero superato il test di responsabilità sociale, avrebbero un forte impatto ambientale e attuerebbero discriminazioni verso i lavoratori insieme al mancato rispetto dei loro diritti. Tra le società accusate anche l'italiana ENI per i fumi emessi dal suo impianto petrolifero vicino al villaggio di Ebocha, in Nigeria, che starebbero causando problemi respiratori agli stessi bambini sottoposti alla vaccinazione contro la poliomielite con le donazioni dei Gates. La società italiana in una replica al quotidiano spiega che tale pratica comporta emissioni di gas serra ma non di prodotti nocivi alla salute. L'indagine del L.A. Times rileva, inoltre, che sono state sostenute finanziariamente le case farmaceutiche responsabili degli alti prezzi delle medicine per i malati di AIDS, gli stessi che poi la Fondazione Gates cerca di aiutare.
La Fondazione risponde all'accusa di conflitto di interessi per voce del funzionario Monica Harrington che dichiara al L.A.Times di avere un solo obiettivo per gli investimenti: il profitto "che consente il finanziamento dei progetti e delle donazioni della fondazione" e di come l'unica direttiva da parte dei titolari della Fondazione sia mantenere un portfolio di investimenti ben diversificato.
Successivamente Patty Stonesifer, Ceo della Fondazione Gates, in una lettera del 14 gennaio replica all'accusa del giornale di aver effettuato investimenti "segreti" per conto della Fondazione dicendo che la stessa è sempre stata trasparente circa gli investimenti ognuno dei quali è elencato nelle forme pubbliche di imposta e pubblicato sul sito della Fondazione (http://www.gatesfoundation.org/default.htm) dal 2002. "Le storie da voi raccontate sulle sofferenze delle persone hanno toccato noi tutti continua Patty Stonesifer - ma è ingenuo suggerire che un singolo azionista possa fermare quelle sofferenze. Eventuali cambiamenti nelle nostre pratiche di investimento avrebbero poco o nessun effetto su questi problemi". La Stonesifer comunica di aver pubblicato sul sito della fondazione un intervento per spiegarne la filosofia e per chiarire come vengono prese le decisioni. Il Los Angeles Times risponde la stessa domenica alla lettera della Stonesifer sottolineando come siano cambiate le loro posizioni negli ultimi giorni sull'opportunità o meno di cambiare strategia di investimento (in un primo momento la fondazione aveva ventilato la possibilità di farlo) e specificando che per 4,3 miliardi di dollari di investimenti la fondazione non ha fornito dettagli. Lo scambio di dichiarazioni su questa vicenda sembra destinato a continuare. E induce a molte riflessioni sulla filantropia più o meno "predatoria" delle fondazioni industriali, che avrebbero la possibilità di portare a comportamenti più responsabili le aziende di cui hanno azioni o dirigere le loro scelte verso investimenti "etici". Ma non sempre lo fanno. Altre considerazioni andrebbero fatte sulla fiscalità, statunitense e non, che è all'origine di questi comportamenti orientati al sociale. E alle motivazioni che li originano: lasciano un segno virtuoso di sé, sottolineano la capacità di sostituirsi alle istituzioni e mirano a dimostrare la superiorità della libera iniziativa.Il tutto nel momento in cui si assiste alla nascita della cosiddetta filantropia for-profit con l'esempio di Google.org. Un mondo diverso dove la filantropia per definizione genera profitti e paga le imposte.
N.C. 
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