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Un Road Show da Oscar: con il primo appuntamento dello scorso 6 luglio a Firenze, ha preso il via l'

18/07/2006

Un resoconto della giornata.

Faceva caldo a Firenze lo scorso 6 luglio, ma le idee che sono emerse nel corso del Road Show "Come costruire un bilancio da Oscar" si sono rivelate fresche e frizzanti.Intanto la formula: un talk show non tanto in omaggio alla moda televisiva, quanto piuttosto come strumento di confronto per fare emergere dal dialogo idee e suggerimenti nuovi. Così è stato.L'incontro era presieduto da Sandro Santi, Presidente Ordine Dottori Commercialisti di Firenze, che ha introdotto i lavori con un appassionato intervento sull'evoluzione del bilancio e il suo ruolo sempre più importante anche sotto l'aspetto del business.Dopo il saluto da parte di Armando Guardasoni, Direttore Centrale Banca CR Firenze, e la presentazione dell'edizione 2006 dell'Oscar da parte del Segretario Generale Gherarda Guastalla Lucchini, ha preso il via il talk show, moderato da Osvaldo De Paolini, Direttore di Bloomberg Finanza & Mercati. De Paolini era la persona più adatta per svolgere questo compito, in quanto non solo è un affermato giornalista finanziario, ma ha anche una notevole esperienza personale di bilanci e consigli di amministrazione.Tre i protagonisti di questa prima fase dell'incontro: Furio Garbagnati, CEO di Weber Shandwick Italia SpA; Claudio Siciliotti, del CNDC e Sara Tommasiello, Controller Monnalisa SpA, una  Finalista Oscar Categorie Piccole Medie Imprese 2005: un comunicatore, un tecnico e un'imprenditrice. Tre persone ricche di esperienza, che hanno risposto alle incalzanti domande di De Paolini offrendo ciascuno il proprio punto di vista.Secondo Siciliotti, ad esempio, per realizzare un bilancio da Oscar è necessario la presenza di un team interdisciplinare "In cui il tecnico ha sicuramente un ruolo decisivo ed importante", ma che non può prescindere dagli altri due, comunicatore e imprenditore. E questo all'interno di un rapporto nuovo nel quale il tecnico guarda negli occhi l'imprenditore, in una relazione dove "il mondo della comunicazione diventa decisivo".L'analisi di ciò che può offrire la comunicazione è stata svolta da Garbagnati, che ha ricordato come l'evoluzione del bilancio si sia accompagnata a quella del ruolo dei comunicatori: "Vent'anni fa il bilancio aveva esclusivamente l'obiettivo di rappresentare dei dati economici prevalentemente in funzione dei processi di finanziamento delle imprese". Oggi, invece, il bilancio deve "portare in termini comunicazionali agli interlocutori, agli stakeholder le potenzialità dell'azienda". Ed è in questa fase che è avvenuto il grande salto del ruolo del comunicatore, che è passato da semplice abbellitore grafico dei dati (vai con le torte!) ad "una partnership vera, reale, perché inizia fin dall'inizio dell'elaborazione del bilancio stesso".Un bilancio che per Tommasiello è soprattutto uno strumento di gestione che può diventare anche mezzo di comunicazione, ma a due vie, non solo quindi nella direzione dell'informazione, ma anche dell'ascolto. Ed è forse questo il vero salto culturale, la grande innovazione introdotta dalle imprese più sensibili che desiderano davvero "comunicare".
L'imprenditrice ha anche contestato la definizione del bilancio - data dal moderatore - come operazione di marketing preferendo piuttosto quella di "un investimento per il futuro dell'azienda", in quanto "la fiducia e la credibilità di un'azienda sono l'essenza del futuro oggi come domani". Un concetto condiviso e ripreso da Garbagnati che ha parlato di bilancio come "strumento di reputazione".
Siciliotti è poi tornato sulla differenza tra informazione e comunicazione come criterio di lettura di un bilancio da Oscar elencando con un linguaggio efficace gli elementi che non devono mancare: "che cosa vogliamo realmente comunicare all'esterno, che cosa vogliamo comunicare di noi stessi al di là dei numeri che rappresentano; i perché di una scelta e quali sono i valori che vogliamo comunicare in quanto appartengono al nostro stile di lavoro, al nostro modo di fare azienda". Quando si legge un bilancio si capisce subito se questo ha "un'anima", come nel caso di Monnalisa, perché "dietro c'è un team di persone che hanno qualcosa da raccontare".
Bilanci così sono patrimonio di tutta l'azienda e trasmettono un triplice messaggio: "la capacità di capire il passato, spiegare il presente e progettare il futuro".
Il tema della governance, che De Paolini ha definito "nuovo per l'Italia",  è stata l'altra grande questione - dopo quella del significato del bilancio e dell'importanza del team che lo deve redigere, affrontato dal road show.Occuparsi di questo argomento per Tommasiello significa "mettere il dito nella piaga", perché implica la necessità per un imprenditore di riflettere sulle modalità di gestione dell'azienda.
Il tema, presentato dall' amministratore delegato di Governance Consulting Susanna Stefani, è stato introdotto da un video che illustrava alcune dinamiche tipiche di un Consiglio di Amministrazione nel quale, come ha commentato poi De Paolini, il Presidente ne esce con le ossa rotte! Il video estremizzava alcune situazioni dove, come ha spiegato Stefani, a volte "il Presidente è portatore di interessi di azionisti molto forti" oppure al contrario è "spesso il maggiore azionista e forse anche l'amministratore delegato della società ".L'analisi della Governance aiuta non solo ad ottimizzare i processi decisionali delle aziende quotate, ma anche a progettare in maniera consapevole il passaggio generazionale delle aziende familiari salvaguardando la correttezza e la trasparenza gestionale.
Stefani ha rivelato alcuni segreti di una buona governance, mostrando anche che il primo passaggio della consulenza della sua società consiste nel fare leggere lo statuto, che di solito è "messo dentro un cassetto", ma nel quale invece è scritto tutto perché rivela la prima componente della corporate governance, ossia " in mano a chi sono i poteri". Occorre poi che questi poteri possano essere esercitati, e per questo bisogna avere un buon bilanciamento dei poteri. Infine, occorre un consiglio di amministrazione che sia composto da persone che abbiano come obiettivo il bene dell'azienda.
Il Road Show "un Bilancio da Oscar" si è tenuto il 6 luglio a Firenze presso la Banca CR Firenze a Palazzo Incontri. L'appuntamento è stato organizzato da Ferpi in collaborazione con AIAF, ANDAF, Ordine Dottori Commercialisti di Firenze e il contributo di Banca CR Firenze.
Il Road Sow è anche un laboratorio di esperienze, ed è per questo che nel pomeriggio sono state presentate due best practice da Nicola Girelli, Direttore centrale di ASSITECA SpA- Finalista Oscar categorie Piccole medie Imprese 2005 e da Antonio Crinò e Francesca Mineo, rispettivamente Direttore Generale e Responsabile delle relazioni esterne di AI.BI- Amici dei Bambini, che lo scorso anno ha vinto l'Oscar della categoria No Profit e il Premio Speciale alla Trasparenza e Ricchezza dell'Informazione. Questi due casi di vera eccellenza sono stati seguiti con particolare attenzione da tutti i presenti, a dimostrazione che i fatti sono più efficaci di mille parole.Articolo a cura dell'Ufficio Stampa dell'Oscar di Bilancio
 

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