Una nuova e più leggibile versione del manuale per i seggi elettorali
09/04/2008
Il Ministro dell'Interno ha trovato sul suo tavolo un regalo: la completa traduzione in italiano del manuale di istruzioni per i componenti dei seggi elettorali.
I 60.000 seggi che garantiscono agli italiani il diritto di votare ricevono ogni volta un manuale di istruzioni* che li dovrebbe aiutare nel loro lavoro. Ma riescono a usarlo proficuamente, in modo da risolvere in maniera rapida e corretta i problemi che via via si possono porre nel corso delle votazioni (per esempio elettori che non hanno un documento di riconoscimento, elettori con infermità che chiedono di essere accompagnati in cabina da una persona di fiducia, elettori che sbagliano a scrivere il loro voto, eccetera)? No. Innanzi tutto perché il manuale usa non l'italiano più comune, ma un'"antilingua" tecnica e aulica fino all'eccesso. Poi perché le informazioni su uno stesso argomento sono disseminate in diverse parti del testo, alle volte addirittura nel posto in cui nessuna persona ragionevole le cercherebbe. E infine perché non ci sono aiuti per la consultazione (titoletti laterali, indice analitico).
Quando è stato scritto la prima volta (probabilmente in occasione delle elezioni per la Costituente del 1946), il manuale aveva certamente una strutturazione nitida e coerente. Ma poi, aggiunta dopo aggiunta, è diventato negli anni un "composto indigesto" (per dirla con Manzoni) nel quale le stratificazioni di mani, tempi, strategie espositive diverse hanno messo in discussione la coerenza iniziale, la leggibilità, l'usabilità del testo.
Per questo gli studenti della laurea specialistica in Comunicazione delle organizzazioni complesse dell'Università di Padova, sotto la guida del loro professore, Michele Cortelazzo, hanno provato a dare ordine al testo, a usare le parole più comuni e comprensibili, a snellire le frasi, a ridurre i riferimenti alle leggi che rompono il filo del discorso: a farne, insomma, davvero un manuale di istruzioni e non un minitrattato di diritto amministrativo.
Con questo libro, gli autori offrono al Ministro un esempio di come potrebbe funzionare la revisione, che il Viminale avrebbe il dovere di mettere in cantiere e sviluppare in maniera anche più radicale. Intanto questa pubblicazione dimostra che, se si vuole, si può: si può scrivere in maniera piana, comprensibile e usabile anche un testo di questa complessità, un vero e proprio libro. E si può risparmiare: la traduzione ha tagliato il 25% della lunghezza del testo originale. Se si pensa che la tiratura del libretto è dell'ordine delle centinaia di migliaia di copie, si capisce quanta carta e quanto denaro pubblico si possono risparmiare.
Concludere tempestivamente questo lavoro è stata davvero una lotta contro il tempo: prevista inizialmente per fine aprile, la conclusione è stata anticipata di due mesi quando sono state indette le elezioni anticipate. Ma gli studenti ce l'hanno fatta, dimostrando non solo la competenza acquisita negli anni di studio, ma anche la capacità di reagire positivamente ai tempi imposti dall'esterno (altro che laureati in Scienze della comunicazione impreparati e fannulloni!).
Com'è cambiata la lingua del manuale? Gli autori hanno dato semplicità e uniformità alle parole usate (si parla sempre di seggio e non di ufficio elettorale di sezione; di timbro e non di bollo; di sostituzione e non di surrogazione; si assiste una persona e non la si coadiuva; si sigilla e non si suggella; si timbra e non si bolla). Hanno snellito espressioni gonfie e inutilmente dilatate (scrivono "far inserire nel verbale brevi dichiarazioni" e non "far inserire, succintamente, nel verbale eventuali dichiarazioni"; "Prima di uscire dalla cabina, l'elettore ripiega le schede secondo le linee della piega precedente. Se un elettore non piega le schede, il presidente lo invita a rientrare nella cabina per piegarle" e non "L'elettore stesso, dopo aver espresso il voto, deve ripiegare, nella cabina, le schede, secondo le linee lasciate dalla precedente piegatura, e restituirle al presidente del seggio. Qualora una scheda non sia stata piegata dall'elettore, il presidente lo invita a piegarla, facendolo rientrare nella cabina"; "Il seggio accerta il numero dei votanti per l'elezione della Camera in modo analogo a quello utilizzato per il Senato: verifica il numero complessivo dei votanti nella sezione e controlla il numero complessivo delle tessere elettorali dei votanti, che risultano dall'apposito registro" e non "Effettuato l'accertamento dei votanti per l'elezione del Senato della Repubblica, indicato nel paragrafo precedente, l'Ufficio elettorale di sezione procede ad analoga operazione per l'elezione della Camera dei deputati, accertando il numero complessivo dei votanti nella sezione per l'elezione della Camera dei deputati e controllando il numero complessivo delle tessere elettorali dei votanti risultante dall'apposito registro".
E, non potendo eliminare norme desuete e anacronistiche, giudicate tali dallo stesso Ministro dell'Interno, i riscrittori le esprimono in modo più rispettoso della parità dei generi: quindi non "La sala deve avere una sola porta di ingresso, salvo il caso in cui sia stato possibile assicurare un accesso separato per le donne", ma il più paritario "Il presidente verifica che il seggio abbia una sola porta d'ingresso (a meno che non vi siano ingressi separati per uomini e donne)".
* (Michele A. Cortelazzo, Chiara Di Benedetto, Matteo Viale, Le "Istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione" tradotte in italiano. Omaggio al Ministro dell'Interno, Padova, CLEUP, 2008).