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Un'Authority per la partecipazione. Le opere si discutono.

31/07/2007

La legge ispirata ai modelli inglese e francese. "Tutti devono poter decidere"

da "Il Corriere della Sera"
Forse non è un caso che la nuova legge sulla partecipazione, prima e unica in Italia, sia nata nella regione simbolo del campanilismo più feroce, dove ogni idea divide, e guelfi e ghibellini sembrano immortali.
Progetti approvati di autostrade, gassificatori, parchi eolici, centrali, tramvie, inceneritori, spesso devono aspettare mesi se non anni, bloccati da cortei e manifestazioni, ricorsi e controricorsi. Adesso in Toscana le cose potrebbero cambiare. E dalla filosofia del "legifera e poi litiga", si potrebbe arrivare al "litiga e poi legifera", con tanto di Garante per tutelare una maggiore partecipazione dei cittadini al dibattito iniziale, giungere a una sintesi finale e, in caso positivo, all'apertura dei cantieri.
Nessuna svolta decisionista, nessuna chiusura alle proteste, premette Firenze. "Semmai la volontà di garantire la massima trasparenza dei progetti che saranno presentati - spiega Agostino Fragai, assessore regionale alla Partecipazione e alle Riforme - e dare la possibilità a tutti i cittadini, e non solo a una minoranza, di partecipare al dibattito, dare il loro contributo, proporre miglioramenti. Perché la pur importante voce dei comitati non rappresenta sempre la totalità dei giudizi. Tutti devono essere ascoltati, tutti devono poter decidere". La nuova legge sulla partecipazione, pensata sui modelli francese e inglese, avrà una prima fase sperimentale di cinque anni durante i quali sarà finanziata con un milione di euro all'anno. La maggiore novità prevista nella normativa è la nascita di un'Authority regionale sulla partecipazione. "Una personalità super partes scelta con un bando internazionale e nominata dal consiglio regionale - spiega Luigi Bobbio, docente di Analisi delle politiche pubbliche all'Università di Torino, che ha partecipato alla stesura del testo della normativa - e avrà il compito di avviare confronti su opere pubbliche o questioni di rilevante impatto ambientale e sociale.
I dibattiti saranno organizzati da un organo terzo, una figura nominata dall'Authority, anch'esso indipendente e capace di garantire ". Alla fine del dibattito, che non dovrà superare sei mesi, il Garante presenterà una relazione e, se crede, potrà approfondire gli aspetti controversi commissionando ricerche a enti pubblici o privati. La legge prevede anche la massima trasparenza l'istituzione di dibattiti su argomenti più locali richiesti da Comuni o singoli cittadini. Per ottenere il sì dall'Authority chi li organizzerà dovrà seguire particolari procedure per garantire a tutti la possibilità di esprimere idee e posizioni.
La relazione finale non avrà potere vincolante, in altre parole non sarà il Garante (e il dibattito) a bocciare un progetto. "Ma quella sintesi avrà un potere politico di grande rilievo - spiega il professor Bobbio - perché difficilmente ci potrà essere approvazione se dal dibattito pubblico sorgeranno problemi. In Francia, per esempio, sono molti i casi di progetti mai approvati, o modificati tenendo conto delle esigenze della popolazione. Infine, dopo il dibattito, si passerà al normale iter istituzionale ". La nuova legge regionale, approvata ieri dalla giunta all'unanimità, sarà presentata in consiglio regionale a settembre e dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio.
Marco Gasperetti
 
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