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USA, quotidiani in crisi cercano nuovi modelli

23/11/2006

In vista della campagna elettorale del 2008, il Washington Post riduce l'organico del giornale cartaceo a favore della redazione web. E Gannet, editore di UsaToday, riorganizza le redazioni, aprendo al citizen journalism.

l direttore esecutivo del Washington Post, Leonard Downie, ha recentemente annunciato numerose modifiche per "aumentare la readership del giornale stampato, costruire un pubblico sul sito web e, inoltre, ridurre i costi della redazione" (compreso un programma per diminuire e movimentare il personale all'interno degli staff del giornale). I cambiamenti al Post erano iniziati con la nomina di Liz Spayd, già assistente del redattore responsabile delle notizie nazionali, a nuovo direttore di washingtonpost.com. Scrive Downie in un memo destinato allo staff: "Stiamo lavorando per espandere e incrementare l'impatto del nostro giornalismo su washingtonpost.com. Il rilancio delle sezioni di nicchia quali Health, Food e Home sarà accompagnato dal lancio delle correlate sezioni del sito. I nostri piani per la copertura dei due anni della campagna elettorale del 2008, che iniziano adesso, includeranno la redistribuzione delle risorse di entrambe le redazioni a causa dell'aumentata copertura politica del giornale stampato e di significative iniziative sul sito web". L'uso (e l'abuso) delle sezioni di nicchia è stato largamente sperimentato dai quotidiani USA sin dagli anni 90: dalle sezioni etniche all'argomento cerimonie di matrimonio (di grande successo, e arrivato a concepire sottosezioni dedicate agli anziani), dalle guide all'intrattenimento, fino ai settori auto, nautica, fitness e benessere, quasi tutto è stato provato. La sfida dei quotidiani attraverso queste sezioni si è rivelata non sempre vincente e ha contribuito in alcuni casi ad abbassare gli standard editoriali, a causa del contributo di collaboratori esterni non professionisti, ma ha migliorato i canali di vendita pubblicitaria.
La novità, invece, nel giornalismo via internet - comunemente accusato di non richiedere ricerca di informazioni accurate e di aver bisogno di pochi reporter - sembra essere il citizen journalism, che forse non avrà l'affidabilità del New York Times, ma è una strategia in cui molti credono se persino l'autorevole editore di Usa Today sta provando a trasformare i lettori in giornalisti o almeno in collaboratori attivi per invertire la tendenza della perdita di pubblico della carta stampata a favore della rete. Il piano è stato reso noto da Gannett, la più importante catena di giornali statunitensi, che pubblica 89 quotidiani tra i quali Usa Today, il più venduto di tutti gli States. I giornalisti della catena hanno ricevuto l'input di coinvolgere il pubblico sempre di più, pubblicando storie ottenute con la collaborazione dei blogger e dei lettori di tutti i giornali del grande gruppo.
Viene inoltre incentivata l'organizzazione spontanea di gruppi di persone interessate o coinvolte da un argomento o problema. Il modello di citizen journalism viene entusiasticamente appoggiato dalla dirigenza di Gannett  che prevede di unificare la raccolta delle informazioni così ottenute in un unico ventro operativo a disposizione, 24 ore su 24, di tutte le testate della catena. Ogni testata utilizzerà le notizie a seconda del mezzo e del genere a cui appartiene; saranno quindi gli utenti a decidere il modo a loro più congeniale di fruizione. Lo stesso New York Times cerca di adeguarsi allo scenario in cambiamento proponendo ai suoi lettori il Times Reader, un'applicazione che permette una lettura a metà tra il giornale stampato e l'online, a misura di qualsiasi tipo di schermo e visualizzato in colonne. Il carattere usato è lo stesso dello stampato e l'utente può personalizzare il display e la dimensione del carattere.
Intanto le cose continuano ad andare male nella nel settore dell'informazione tradizionale americana, soprattutto per molti giornalisti che stanno perdendo il lavoro, licenziati o liquidati anticipatamente. Secondo i dati del Project for Excellence in Journalism "l'area metropolitana di Filadelfia, per esempio, ha attualmente la metà dei reporter del 1980. E le stazioni locali della TV, con l'eccezione della Fox, hanno ridotto la copertura di notizie. Le cinque stazioni radiofoniche con notiziari si sono ridotte a due". Secondo il New York Times le cause dei licenziamenti dei reporter sono varie, ma la più importante è la perdita costante di tiratura. "La tiratura quotidiana è diminuita del 2.8 % rispetto all'anno precedente durante il semestre conclusosi il 30 settembre. La tiratura dei quotidiani della domenica è invece scesa del 3.4 %".Se i lettori continuano a fuggire a questo tasso verso internet o continuano a lasciare la comunicazione verbale per le immagini e la musica, gli inserzionisti faranno inevitabilmente lo stesso. Insomma, i lettori evaporano e così gli inserzionisti tanto che c'è chi sostiene che i giornali spariranno del tutto, come scrive nel suo libro The vanishing newspaper Philip Meyer, che ha calcolato la data di morte dei quotidiani intorno al primo trimestre del 2043. Allora non è strano che inizi a serpeggiare il panico per il futuro anche se il business americano dei giornali continua ancora ad essere più vantaggioso di molti altri.Nel frattempo si compiono drammi in autorevoli testate come il Los Angeles Times dove sono saltate le teste della coppia di direttori che si era rifiutata di far saltare quelle dei redattori. Il L.A.Times fa parte del gruppo Tribune di Chicago che possiede dozzine di giornali, stazioni tv, siti internet e persino una squadra di baseball della Major League. Naturalmente è in attivo, ma non abbastanza secondo i suoi azionisti. E finché gli azionisti saranno interessati al profitto ma non alla qualità del prodotto ci sarà il rischio che le compagnie, di cui i quotidiani fanno parte, vengano vendute anche in pezzi separati.
Ricapitolando le cause della crisi: un diminuzione della tiratura - causato anche dall'avvento dei quotidiani gratuiti - e l'aumento costante della popolazione internet con il conseguente aumento della pubblicità online. (Quasi) inevitabile la conclusione: una richiesta di integrazione nella produzione dei mezzi del sistema editoriale carta/web per un comune uso e lo spostamento di forza lavoro da un mezzo all'altro. 
Dall'analisi del mercato, non solamente americano ma anche europeo e italiano, si deduce che la tendenza generale è verso una editoria multimediale che, a regime, utilizzi carta, radio, tv, cellulari, internet, assetto necessario per pensare di poter raggiungere un bilancio di segno positivo.
A tutt'oggi non esiste, però, un modello di business consolidato che riguardi il suddetto sistema multimediale: tutti vanno per tentativi ed esperimenti. Vedremo se il Washington Post e Gannett avranno azzeccato le loro scelte e se gli Stati Uniti faranno ancora una volta da apripista in una situazione che si presenta nuova per tutti e per cui nessuno ha ancora trovato una ricetta.
N.C. - Totem
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