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Valorizzare la diversità: un cambio culturale non solo un principio da condividere

21/11/2013

Riconoscere e valorizzare la diversità di genere rappresenta il primo passo per un rapporto più paritario che porta vantaggi a tutti. Anche se in Italia resta ancora molta strada da fare. Se ne è parlato lo scorso 18 novembre a Milano durante la nona Conferenza Internazionale della Comunicazione Sociale, promossa da Pubblicità Progresso, come racconta _Rossella Sobrero._

di Rossella Sobrero
Modificare stereotipi e combattere pregiudizi, prima di tutto di genere. Ma anche migliorare la presenza delle donne nel mondo del lavoro, il loro ruolo nei luoghi delle decisioni; la loro rappresentazione sui media…
Di questo e di molto altro si è discusso il 18 novembre a Milano in IULM durante la nona Conferenza Internazionale della Comunicazione Sociale, promossa da Pubblicità Progresso, dal titolo Il valore della diversità. Verso una nuova cultura di genere. Un titolo che contiene già un importante messaggio: riconoscere e valorizzare la diversità di genere rappresenta il primo passo per un rapporto più paritario che porta vantaggi a tutti.
Purtroppo in Italia questo ancora non accade: come ci dice il quinto rapporto The Global Gender Gap Report, la parità di genere sta migliorando ma la strada è ancora molto lunga. Secondo questo studio, promosso dal World Economic Forum, che analizza la parità di genere nel mondo in base a quattro criteri (salute, formazione, lavoro, partecipazione nel sistema politico), l’Italia ha guadagnato 9 posizioni, dall’80° del 2012 alla 71° di quest’anno, ma resta due posizioni dopo la Cina. Nello specifico, il nostro Paese occupa il 44° posto nella politica, il 65° per la scuola, il 72° per la salute e il 99° per l’uguaglianza nel mercato del lavoro. L’Islanda si conferma il Paese con la minore disparità di genere nel mondo, seguito da Finlandia, Norvegia e Svezia.
Migliorare questi dati rappresenta una sfida che riguarda tutti: anche per questa ragione Pubblicità Progresso ha voluto approfondire il tema da differenti punti di vista e da ottiche disciplinari diverse coinvolgendo oltre 30 esperti nazionali e internazionali.
La Conferenza si è aperta con la lectio magistralis del filosofo Salvatore Natoli che ha ricordato come “gli uomini sono uguali in ragione della comune umanità: uguali innanzi alla legge, titolari degli stessi diritti, obbligati agli stessi doveri. Ma ciò non vuol dire che gli uomini siano tra loro identici. Al contrario tutti gli enti – non solo gli uomini – differiscono tra di loro fino al punto che non ci sono due gocce d’acqua che siano identiche. L’uguaglianza non cancella, dunque, le differenze, ma predispone le condizioni perché ognuna possa realizzarsi secondo le sue capacità
Durante la Conferenza è stata presentata anche la nuova campagna Punto su di te, promossa dalla Fondazione Pubblicità Progresso e realizzata da Young&Rubicam sul tema del gender mainstreaming per la valorizzazione del ruolo della donna nella società. Un obiettivo non è semplice da raggiungere che richiede prima di tutto un cambio culturale: anche per questo la campagna, che partirà sui media classici a gennaio 2014, avrà una durata biennale e utilizzerà in modo sinergico tutti i mezzi, inclusi naturalmente i social media.
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