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La comunicazione, strumento per valorizzare e costruire la fiducia nella ricerca scientifica

#FerpiSideChat

08/03/2022

Giuseppe de Lucia

Per la rubrica #FerpiSideChat oggi Giuseppe de Lucia dialoga con Marica Nobile, Responsabile Relazioni Istituzionali e Public Affairs, Fondazione Human Technopole.

Marica, hai una responsabilità importante nella Fondazione Human Technopole. Ci racconti qual è la missione della vostra organizzazione?

Parto da una curiosità: sapevi che tra due persone qualsiasi, tra te e me per esempio, il patrimonio genetico differisce solo per l’1%? Eppure, anche solo guadandoci, notiamo mille differenze. Quell’1%, infatti, non solo ci fa apparire diversi, ma contribuisce a far si che ognuno di noi risponda in modo unico all’ambiente in cui è inserito, al cibo che mangia, alle malattie che contrae o ai farmaci che assume. Ecco, Human Technopole è un istituto di ricerca, dedicato alle scienze della vita, che studia proprio queste interazioni, al fine di elaborare nuovi approcci di medicina personalizzata e preventiva. La nostra missione è migliorare la salute e il benessere delle persone attraverso la scienza che produciamo. Questo tipo di studi richiede infrastrutture di ricerca su larga scala con laboratori interdisciplinari che prima di oggi in Italia non c’erano: in Human Technopole stiamo costruendo un hub con strumenti e attrezzature all’avanguardia che non solo contribuiranno alle nostre ricerche, ma sosterranno lo sviluppo dell’intera comunità scientifica italiana. L’obiettivo è infatti quello di diventare un polo di eccellenza, un luogo capace di attrarre scienziati da tutto il mondo - su modello dei grandi centri di ricerca europei come il Max Plank o il Francis Crick Institute - fungendo da piattaforma scientifica, attraendo finanziamenti europei, promuovendo collaborazione e network anche con il mondo delle imprese, con un effetto positivo sulla produzione scientifica di tutto il sistema, oltre che sulla reputazione del Paese. 

La ricerca scientifica contribuisce al miglioramento della qualità della vita dei cittadini ed è necessario che le conoscenze prodotte non restino confinate ai luoghi della ricerca. Come la comunicazione può valorizzare e costruire fiducia nei progressi del vostro lavoro?

La pandemia ha messo in evidenza quanto conoscenze e competenze scientifiche siano cruciali per orientare scelte e azioni quotidiane di ognuno di noi. Ogni giorno ci troviamo a dover prendere decisioni che riguardano non solo la nostra salute, ma anche il benessere generale della collettività. Non è sempre semplice, perché nonostante l’immensa mole di informazioni cui tutti abbiamo accesso può essere difficile districarsi fra dati dimostrati e dati falsati, oppure identificare fonti attendibili. Ecco perché è fondamentale che le grandi istituzioni scientifiche di oggi si sforzino di alimentare un dialogo costante con i non addetti ai lavori, anche dotandosi di figure specializzate. La comunicazione è infatti cruciale e non è un mestiere che si può improvvisare: va fatta nel modo corretto, evitando tanto di banalizzare il messaggio quanto di annoiare l’interlocutore o farlo sentire inadeguato. Solo così si avvicina il grande pubblico alla scienza e si ricostruisce la fiducia negli esperti.

Genomica, neurogenomica, biologia computazionale, intelligenza artificiale ...sono tutte tematiche molto complesse ed i relatori pubblici (quale tu sei) devono avere la capacità di
saper raccontare la complessità in modo comprensibile per i propri stakeholders. Quanto è difficile?

Quando mi chiedono che lavoro faccio io rispondo sempre “la traduttrice”! Studio (tanto), approfitto dei colleghi più competenti di me in materia per capire cosa raccontare all’esterno e poi cerco di tradurre per gli stakeholder in una norma di linguaggio a loro comprensibile. È difficile? A volte si, ma è anche decisamente appassionante. Esattamente come imparare nuove lingue, il nostro lavoro permette di confrontarci con visioni diverse del mondo e ci obbliga a ricomporre costantemente la nostra comprensione della realtà. Capito perché mi piace così tanto?

Una delle vostre finalità è anche il trasferimento tecnologico. Questo può avvenire solo attraverso la relazione con il mondo industriale. Quanto è rilevante la comunicazione in questa attività?

Moltissimo: pensa che i ricercatori italiani figurano al terzo posto per produttività e citazioni a livello europeo, ma scendono al quinto per capacità di trasformare in maniera efficiente la propria ricerca in valore, prodotti e servizi innovativi. Questo nonostante un sistema imprenditoriale italiano nel settore delle Life Sciences, leader a livello internazionale. Le due gambe della filiera sembrano parlare lingue differenti e torniamo così all’importanza delle figure che sappiano comunicare efficacemente tra mondi diversi. In Italia purtroppo sono ancora pochi i professionisti che abbiano capacità ed esperienze utili ad affrontare concretamente le sfide del trasferimento tecnologico: ecco perché una delle prime attività di cui ci stiamo facendo promotori come Human Technopole - insieme a istituzioni con una tradizione ben consolidata nel settore - è quella di offrire corsi di formazione al sistema oltre che favorire il networking tra i vari attori della filiera, dai ricercatori agli imprenditori, passando per i venture capitalist.

Un consiglio per chi vuole realizzare la nostra professione.

Curiosità, curiosità, curiosità. È la chiave di un lavoro che non stanca mai perché ogni giorno ci mette davanti sfide e interlocutori nuovi!

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