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Vita dura per i lobbisti a Washington

17/08/2007
Anche se il Presidente non ha ancora firmato, le nuove norme sulle attività di lobby appena approvate dal parlamento preoccupano non poco i lobbisti americani che approfittano della sospensione dei lavori di Senato e Congresso per mettersi in regola e valutare l'impatto delle nuove regole.
Intanto le sanzioni per lobbisti che regalano a politici e/o loro assistenti regali, cene, o viaggi per un valore superiore ai 50 dollari, sono salite fino a 200 mila dollari e 5 anni di prigione. La  nuova legge prevede inoltre che (oltre alla già obbligatoria da decenni rendicontazione  periodica pubblica e individuale dei lobbisti registrati) ogni trimestre anche le società di lobby siano costrette a certificare i comportamenti dei loro collaboratori, cosa assai impegnativa per qualunque datore di lavoro in una città in cui lobbisti, decisori pubblici e loro collaboratori vivono, dormono e lavorano insieme.
Anche i contributi alle singole campagne elettorali, pur da sempre dettagliatamente regolati da molteplici leggi che si sono succedute negli anni, vengono trattati come potenziali violazioni alla  nuova norma: i lobbisti devono rendicontarli insieme alle semplici attività di raccolta fondi e, cosa ancora più importante, insieme ai fondi (o altre decisioni pubbliche) che sono riusciti ad ottenere per conto dei loro clienti. Diventa così un gioco da ragazzi per chiunque collegare i contributi elettorali ricevuti dal decisore ai fondi ricevuti dall'interesse rappresentato dal lobbista specifico.
Comincia così a diffondersi (in preparazione di... investigazioni future da parte delle autorità) l'abitudine di lobbisti di inviare a se stessi per posta elettronica rendiconti puntuali e datati sui contenuti di ogni singolo incontro o conversazione che intrattengono con il decisore pubblico o qualunque dei suoi collaboratori. Anche le ricche prime colazioni mattutine abitualmente offerte ai membri degli staff dei decisori da lobbisti in cerca di notizie sono passate da uova  a prosciutto a toast e crema di formaggio.
Così come pare definitivamente decaduta l'abitudine degli staff briefing', quelli in cui il lobbista illustra una questione ai componenti degli staff degli eletti. Non potendo più offrire la pizza, nessuno si presenta più.
Per gli eletti, le nuove norme richiedono di rendere pubblici i nomi dei lobbisti che impacchettano' contributi alle campagne elettorali. Questo impacchettamento', ancora consentito dalla nuova legge, consente di mettere insieme più contributi minori da parte del soggetto donatore.
Toni Muzi Falconi
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