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Volano scintille alla Shell

20/01/2004

La multinazionale petrolifera annuncia la riduzione delle riserve di petrolio, ma il suo presidente latita.

Un complesso intreccio di errori di comunicazione e di attriti tra diverse strategie di medio e lungo periodo sta avvelenando in questi giorni l'aria che si respira alla Royal Dutch/Shell. Protagonista scomodo della vicenda è Sir Philip Watts, presidente della multinazionale petrolifera, di cui alcuni potenti investitori stanno chiedendo a gran voce le dimissioni. Come infatti spiega un dettagliato articolo del Financial Times, la pietra dello scandalo è stato l'annuncio, qualche giorno fa, che la Shell avrebbe ridotto del 20% la valutazione delle proprie riserve di petrolio. Un vero e proprio shock per gli shareholder, aggravato dal fatto che lo stesso Watts ha preferito non presentarsi di persona davanti agli azionisti per dare spiegazioni o rispondere a critiche. L'attuale presidente della multinazionale anglo-olandese non ha mai avuto fama di grande comunicatore; ma i suoi rapporti con gli investitori sono andati peggiorando nel corso della sua presidenza, iniziata nel luglio 2001. A scavare un solco tra Watts e gli shareholder sono stati anche i tentativi del primo di trasformare l'immagine della compagnia, per anni bersagliata dagli ambientalisti, convertendola in paladina dello sviluppo sostenibile. Un compito immane da vari punti di vista, e soprattutto poco proficuo in termini di redditività sul breve periodo. Inutile sembra dunque per Watts, di fronte a chi gli rimprovera di essere troppo brusco e altero, appellarsi alla sostanza in contrapposizione allo stile. Se infatti è vero che in definitiva contano i risultati a lungo termine, nell'immediato sembrano pesare di più le esigenze degli azionisti, e la loro richiesta che il presidente faccia un passo indietro. Carola Frediani - Totem
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