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Webranking Italy: Edison la migliore tra le non quotate

10/12/2014

Quali società, tra le non quotate, comunicano meglio sul digitale? Il podio è di Edison, SEA e SACE. A dirlo la ricerca Webranking by Comprend realizzata da Lundquist che, per la prima volta, allarga il proprio campo di analisi. Bene le società a partecipazione pubblica, delude invece il Made in Italy, soprattutto nei settori food e fashion.

Per la prima volta Webranking, la ricerca maggiormente riconosciuta nella valutazione della qualità della comunicazione corporate sui canali digitali, allarga il proprio campo di analisi, dalle maggiori società quotate in Europa alle aziende non quotate, valutando aziende come Barilla, Ferrero, Rai, Coop, Esselunga, Poste Italiane, Ferrovie dello Stato, Alitalia e molte altre. L’obiettivo è quello di capire come queste rispondono alla crescente richiesta di “presa di responsabilità” da parte dei clienti e della comunità interessati a conoscere cosa sta dietro a prodotti e servizi.

Le 43 aziende valutate hanno, infatti, ottenuto poco più di un quinto del punteggio massimo (18,3 punti su 80). Nemmeno le società che hanno espresso interesse a collocarsi in borsa hanno ottenuto punteggi significativamente superiori, mentre le società a partecipazione pubblica, che hanno maggiori responsabilità di trasparenza verso i cittadini, hanno ottenuto un punteggio più alto (24 punti su 80). Delude il “made in Italy”: i settori food e fashion ottengono i risultati più bassi.

Edison (51 punti su 80) si aggiudica il primo posto in classifica. Con grande distacco, SEA (39,5) ottiene il secondo posto e SACE (32,4) arriva in terza posizione.

La ricerca Webranking, realizzata da Lundquist in collaborazione con Comprend (ex KW Digital), da diciotto anni è la ricerca più riconosciuta in Europa nella valutazione della comunicazione corporate online. La ricerca ha valutato 43 grandi aziende non quotate e rappresentative del “Made in Italy”, con partecipazione pubblica e aziende che negli ultimi anni hanno dimostrato l’interesse a quotarsi.

Perché le non quotate dovrebbero investire nella comunicazione digitale?


In Italia le aziende non quotate rappresentano una parte fondamentale dell’economia e hanno un ruolo vitale sul territorio. Queste, inoltre, hanno sfide e stakeholder simili alle società presenti sul listino azionario: spesso competono sugli stessi mercati, devono attrarre dipendenti qualificati, hanno la necessità di mantenere buoni rapporti con la stampa, viene loro richiesto di rendere conto dell’impatto sul territorio, devono attrarre finanziatori ed eventualmente investitori – spiega Joakim Lundquist, fondatore dell’omonima società di consulenza.

Sebbene le società non quotate non abbiano gli stessi obblighi informativi delle società quotate, una maggiore trasparenza dimostra l’abilità di governare la propria reputazione sui canali digitali, poiché permette di ottenere una maggiore credibilità nei confronti degli stakeholder. Questa si traduce in un migliore accesso al mercato dei capitali, una maggiore fiducia presso i consumatori e una maggiore capacità di attrarre i talenti o di definire i temi chiave in un particolare settore.

Aziende non quotate italiane: poca trasparenza sui canali digitali


La ricerca mostra che le aziende non quotate generalmente non utilizzano i canali digitali per creare reputazione e differenziarsi. Le aziende valutate hanno, infatti, ottenuto poco più di un quinto del punteggio massimo (18,3 punti su 80) e solo la prima classificata riesce ad ottenere più della metà del punteggio totale.

Nemmeno le società che hanno espresso l’intenzione di collocarsi in Borsa negli ultimi due anni (alcune hanno poi interrotto l’iter di quotazione) hanno ottenuto punteggi significativamente superiori al resto del campione (21,8 punti rispetto a 18,3). La comunicazione digitale non viene utilizzata da queste società come strumento per creare reputazione in vista di una possibile quotazione, per attirare investitori e per far conoscere l’azienda a un pubblico più ampio. Sono proprio le aree relative alle informazioni finanziarie e alla governance ad aver ottenuto i punteggi più bassi.

Nota positiva riguarda le società a partecipazione pubblica che hanno ottenuto un punteggio medio superiore (24 punti su 80). Tuttavia, considerando la maggiore responsabilità di trasparenza verso i cittadini il livello di informazione online rimane ancora basso.

Delude il “made in Italy”. Considerando i risultati per settore le aziende attive nel food e nel fashion non riconoscono il ruolo della comunicazione corporate digitale per differenziarsi sul mercato e ottengono i punteggi più bassi all’interno della ricerca.

Luci ed ombre della comunicazione delle non quotate


Attenzione al mobile, presenza sui social media e presentazione dell’azienda (valori, storia, aree di business) sono le aree con le migliori performance, paragonabili anche a quelle ottenute dalle principali aziende quotate italiane valutate all’interno della ricerca Webranking Italy 2014.

A risultare deboli, tuttavia, non sono solo le aree legate alle informazioni finanziarie (presentazione risultati, strategia, gestione rischi), ma anche quelle legate alle informazioni sulla sostenibilità e per chi cerca lavoro (employer branding), dove le non quotate competono direttamente con le aziende quotate per attrarre dipendenti e assicurarsi la fiducia dei clienti.

1. Edison – 51 (*)
2. SEA – 39,5
3. SACE – 32,4
4. Ferrovie dello Stato – 28,3
5. Wind - 27,2
6. Sisal – 25,9
7. Expo 2015 – 25,3
8. Chiesi – 23,5
9. Gruppo Menarini – 23,4
10. BNL – 23

(*) Edison è considerata tra le società non quotate poiché quotata solo con azioni di risparmio.

Come è stata condotta la ricerca


La ricerca Webranking, arrivata alla diciottesima edizione in Europa, è la più riconosciuta analisi della comunicazione corporate e finanziaria online in Europa. La ricerca è condotta da Lundquist in collaborazione con la società svedese Comprend (ex KW Digital). Lo studio ha valutato come le principali aziende non quotate in Italia utilizzano i canali digitali (non solo il proprio sito ma anche i social media) e se è possibile reperire le principali informazioni sull’azienda e quanto questa è aperta al dialogo. Il campione comprende 43 grandi aziende con un peso significativo a livello Paese e rappresentanti del “Made in Italy”, società a partecipazione pubblica e anche aziende che hanno mostrato interesse verso una quotazione negli ultimi anni. La valutazione è stata effettuata utilizzando un protocollo dedicato di 78 criteri per un totale di 80 punti, ridotto rispetto al protocollo Webranking per società quotate (100 criteri), creato sulla base delle esigenze dei principali stakeholder corporate. Proprio per la diversa natura di queste realtà la classifica delle aziende non quotate è stata mantenuta separata.

Clicca qui per consultare l’Executive summary con i risultati completi della ricerca.
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