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AI e professioni intellettuali: la legge 132/2025 mette in chiaro i confini

27/10/2025

Federica Zar, Consigliera Nazionale con delega alla Comunicazione

Il pensiero umano resta centrale: la trasparenza e la responsabilità non possono essere delegate agli algoritmi.

 

Nel pieno del dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale nei mestieri della comunicazione, arriva un segnale forte dal legislatore. La legge 132 del 2025, che è entrata in vigore il 10 ottobre, riconosce l’AI come strumento di lavoro per i professionisti, ma ne delimita con precisione l’ambito d’uso: supporto sì, sostituzione no.

 

L’articolo 13 della norma stabilisce che l’intelligenza artificiale potrà essere impiegata solo per attività strumentali e di supporto, riaffermando la prevalenza dell’attività intellettuale e del pensiero critico umano. Non solo: i professionisti avranno l’obbligo di informare in modo chiaro e trasparente i clienti quando ricorrono a sistemi basati su algoritmi o automazione, utilizzando un linguaggio “semplice ed esaustivo”.

 

Gli ordini professionali dovranno ora recepire questi principi nei propri codici deontologici, aggiornando le regole a tutela della correttezza e della responsabilità nell’uso delle nuove tecnologie.

 

L’Ordine Nazionale dei Giornalisti ha già introdotto nel Codice deontologico entrato in vigore a giugno un intero articolo - il 19 - dedicato all’intelligenza artificiale. Il testo ribadisce che l’AI “non può in alcun modo sostituire l’attività giornalistica” e che, quando viene utilizzata, il giornalista deve dichiararne esplicitamente l’impiego, assumendosi in ogni caso la piena responsabilità e il controllo dei contenuti prodotti o modificati.

 

Il principio è chiaro: l’AI può affiancare i professionisti, ma non può diventare la loro voce. E soprattutto, come recita lo stesso articolo, “in nessun caso il ricorso all’intelligenza artificiale può considerarsi esimente in tema di obblighi deontologici”.

 

Un messaggio che vale non solo per il giornalismo, ma per l’intero ecosistema della comunicazione e delle relazioni pubbliche: nell’era degli algoritmi, l’etica, la consapevolezza e il pensiero umano restano il vero valore aggiunto.

 

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