Si è svolto con pieno successo il 12 febbraio il primo dei due interventi organizzati dal Centrostudi Comunicazione sulle nuove tecnologie. Sulla scia di quella che si appresta a diventare una tradizione, iniziata alcuni anni fa con una serie di testimonianze poi raccolte da Enrico Cogno e Giancarlo Currò nel Web's Trend - Il punto su Internet - edito da Franco Angeli, è stato analizzato lo stato dell'arte di Internet sotto due aspetti: lo stesso Giancarlo Currò del Gruppo Enel ha dimostrato con una limpida e applaudita relazione "Come e perché la rete scardina le certezze del mercato discografico", seguito da Nicola Mattina che ha affrontato il potere dei blogs in tema di "Passaparola e Consumer-generated media".Forte della competenza maturata nella critica musicale collateralmente alla sua principale attività, Currò ha presentato una panoramica sulla grave crisi dell'industria discografica conseguente sia ad una visione miope del problema generale dei costi, sia per l'avvento di Napster, una tecnica detta Peer to Peer, cioè metto a disposizione i miei files musicali e scarico gratis quelli di tutti. Napster ha incominciato, nella sua prima versione, a sovvertire il mercato in modo irrimediabile, anche se ora è stata modificata a seguito delle azioni legali intraprese per la difesa dei diritti d'autore.Come sappiamo, la killer application che ha generato tutto questo scompiglio è l'MP3, un sistema di compressione dei file musicali inventato dieci anni fa, che permette di eliminare elementi superflui alla registrazione e alla riproduzione della musica, risultando più "portable", meno pesanti dei comunissimi file audio standard.Questo ha comportato una riduzione del 20% dell'occupazione nel settore negli ultimi tre anni. Infatti, dai 35 miliardi di dollari che il mercato mondiale della musica indicava nel 2002 si è scesi ai 28 miliardi nel 2004. In Italia il dato ufficiale parla di un business di 314 milioni di euro, per circa 36 milioni di dischi venduti in forte calo: 3 milioni di pezzi venduti in meno rispetto al 2002. Soltanto il mercato dei DVD è in crescita vertiginosa, addirittura del 297% in Italia!Com'è noto la maggiore incidenza dei costi nel settore discografico è data dalle spese di produzione e di distribuzione che avrebbero dovuto calare con il passaggio dal vinile al CD, poiché questa tecnologia rappresentava un forte abbattimento dei costi produttivi. Ma, al contrario, si ebbe un forte aumento dei prezzi di vendita al pubblico con il risultato di far scattare una deflagrante reazione: infatti visto che per l'80% degli italiani (dicono le ricerche) "la musica svolge un ruolo importante nella loro vita" si assiste al fatto che il 50% di loro crede che "non ci sia nulla di illegale nell'acquisto di CD falsi" e il 30% dichiara di possedere "almeno un CD musicale masterizzato". Si può capire facilmente perché il mercato discografico è in crisi profonda, considerando anche l'assurda classificazione del disco come "bene di lusso" a fronte della carta stampata indicata come "bene culturale". Così le edicole si sono trasformate in veri e propri negozi di dischi vendendo dischi allegati ai giornali per via dell'IVA ridotta dal 20% al 4%.Insomma: Internet obbliga le major del settore a cambiare strategia. Come?L'industria può rinvigorirsi puntando a raggiungere direttamente il consumatore, saltando la distribuzione. Se si prendono in esame le quattro fasi di produzione di un CD (non si parla più di audiocassette: sono letteralmente scomparse) la fase di produzione del contenuto, cioè la musica vera e propria, è l'unica fase del ciclo di vita che Internet, almeno per il momento, pare stia semplicemente sfiorando. La fase di distribuzione tramite la rete è presidiata da iniziative semi-legali che distribuiscono musica con praticità e leggerezza, e questo è il vero obiettivo delle major. Per la fase di presentazione del contenuto, le esperienze dei portali più ambiziosi portano a considerare Internet come luogo dove si vende (e soprattutto si fa) entertainment. Infine la fase di trasporto del prodotto vede molte aziende di TLC che sono entrate nel mercato della diffusione della musica, occupandolo integralmente e dimostrandosi potenziali competitors.La sfida per il mercato discografico sta nella ricerca di nuovi modelli di business, suddivisi tra quelli che attribuiscono valore al contenuto, quindi alla musica, e quelli che attribuiscono valore ai servizi che ne derivano. Internet ha scardinato le certezze del mercato discografico, ma il fatto che, in questo momento, la musica digitale stia uscendo dalla sua nicchia per diventare alla portata di tutti, significa che vincere la sfida è possibile, poiché ci sono tutti i presupposti, a dispetto di qualsiasi forma di pirateria, perché l'industria della musica ci riesca.Internet diventerà sempre più il veicolo principale di diffusione della musica, sia legale che illegale, quindi la sfida della musica digitale è quella renderne più semplice ed economico l'acquisto. Nei confronti del download illegale due della cinque major del mercato discografico si sono fuse, dando vita al colosso SONYBMG.Tra le notizie più importanti del nuovo corso c'è la pubblicazione (8 febbraio in USA) dei primi Dual Disc, supporto ibrido tra CD e DVD, venduto a 19 dollari. In Italia si muovono le grandi aziende di TLC, i newcomers nel business della musica on line. Poi non vi sono solo i 140 milioni di euro del giro d'affari 2004 delle suonerie, perché Vodafone ha annunciato che entro il 2006 i contenuti audio/video del portale "vodafone live!" saranno fruibili su 10 milioni di telefonini 3g abilitati al download completo di canzoni. L'i-Music di Libero/Wind/Infostrada ha aperto i battenti il 4 febbraio: tra le innovazioni, la possibilità di farsi addebitare la musica acquistata on line direttamente in bolletta, o sulla prepagata del cellulare.Non è finita: Shawn Fanning, l'inventore di Napster nel 1999, ha cambiato rotta e si è ora inventato SNOCAP. Napster e Microsoft si sono ufficialmente alleate contro l'i-Tunes della Apple: 15 dollari al mese per sottoscrizione, in cambio di una quantità illimitata di brani con licenza d'uso per 30 giorni, tariffa flat per musica "usa e getta". La Roxio, proprietaria di Napster, ha avviato la campagna pubblicitaria "anti i-Pod" con una spesa di 30 milioni di dollari (70% del budget di comunicazione annuale, nei primi 2 mesi).Infine, ecco un paradigmatico esempio di produzione e distribuzione innovativa tutto italiano: il gruppo di Elio e le Storie Tese si è inventato l'era post-discografica. Non faranno mai più un CD né lo distribuiranno come sempre si è fatto. Hanno scelto di avere rapporti esterni solo per la fornitura di servizi industriali (stampa cd) e commerciali (logistica, vendita e consegna del prodotto) mentre si sono resi totalmente autonomi per il resto, attivando tre nuove linee di prodotto:Currò e Mattina sul futuro delle tecnologie e della musica durante il loro intervento al Centrostudi Comunicazione.