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Coca-Cola: uno contro tutti

14/06/2005

Come un attivista americano con un laptop e un sito web è diventato il fulcro di una campagna globale di Ong contro le attività della Coca-Cola in India. Un'analisi approfondita del Wall Street Journal.

Le accuse degli attivisti nei confronti del colosso sono pesanti: la multinazionale è stata denunciata per discriminazione razziale, per aver attentato alla salute pubblica, per danni ambientali, per contaminazione genetica e per inquinamento dell'acqua. In tutto il mondo l'azienda delle bollicine conta numerosi e acerrimi nemici, ma c'è una storia di protesta che si distingue e che è si sta dimostrando capace di aggregare dissensi da ogni parte del globo.Il Wall Street Journal racconta nelle sue pagine lo sviluppo di questa campagna al singolare contro Coca Cola India che sta muovendo, nel suo piccolo, un pezzo di mondo. Merito (o colpa che dir si voglia) del miracolo delle nuove tecnologie. Merito anche e soprattutto di Amit Srivastava, a capo di un'organizzazione non-profit californiana con un solo impiegato: lui stesso.La mission di questo signore è concentrata sull'attività nociva della multinazionale in territorio indiano e, quasi per caso, Srivastava è diventato il crocevia di tutte le inziative contro la filiale indiana dell'azienda. L'attivista, figlio di un professore di management indiano, nato in America e cresciuto in India, porta avanti la propria campagna di sensibilizzazione con un laptop e grazie a un sito web.Tutto inizia con un articolo risalente al 2002 e commissionato dall'osservatorio non-profit Corp Watch per cui lavorava al tempo Amit Srivastava. Il tema è un episodio di spreco e inquinamento dell'acqua da parte di Coca-Cola in un villaggio del Kerala (India). L'attivista americano-indiano lancia già ai tempi un appello via fax in cui raccoglie un consenso incredibile. Nel 2003 lascia il suo lavoro (Corp Watch chiude) e lancia la sua Ong, chiamata Global Resistance. Inizialmente l'Ong è incentrata su vari temi e questioni calde inerenti la realtà indiana. In seguito l'affaire Coca-Cola prende il sopravvento. Srivastava si trova dall'oggi al domani a capo di una protesta globale e il sito dedicato alle attività della Coca-Cola in India conta oggi 20 mila visite al mese.La cosa impressionante è che il sito di risposta da parte della multinazionale americana conta "appena" 800 visite mensili.Emanuela Di Pasqua-Totem
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