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Esperienza di successo per Ferpi al primo Salone dedicato alla Responsabilità Sociale d'Impresa "Dal

04/10/2005

Le testimonianze di Sergio Vazzoler (Ferpi Lombardia) e dei responsabili Uni>FERPI, Francesco Dominici e Valeria Simioni

Sabato 1° ottobre si è concluso Dal Dire al Fare, il primo Salone della Responsabilità Sociale d'Impresa organizzato da Koinètica in collaborazione con Milano Metropoli e Bic La Fucina. Oltre 1200 partecipanti, 67 relatori in 8 convegni e seminari, 23 espositori, 28 case history presentate alla "Maratona di esperienze", 150 studenti al "Workshop giovani": questi i numeri più significativi di una tre giorni che ha dato voce alle imprese, alle organizzazioni del Terzo Settore e agli Enti Pubblici in un confronto vivace e stimolante.   Anche la Ferpi era presente a questo primo (speriamo... di molti!) appuntamento, non solo in qualità di patrocinatore e con la partecipazione di numerosi soci, ma soprattutto attraverso gli interventi del presidente Prandi, della responsabile CSR Nicoletta Cerana, dei soci Rossella Sobrero e Roberto Zangrandi e dei responsabili di Uni>FERPI, Francesco Dominici e Valeria Simioni, ai diversi convegni che hanno animato il programma del Salone.  

Ecco il resoconto di Sergio Vazzoler del seminario dedicato alla Comunicazione dal titolo "Comunicare la Responsabilità Sociale: operatori consapevoli cercasi" e di seguito gli interventi di Valeria Simioni e Francesco Dominici al Workshop per i giovani "Idee a confronto: come i giovani vedono la Responsabilità Sociale d'Impresa".  
Il difficile mestiere del comunicatore ai tempi della RSICronaca del (vivace) dibattito su rischi e opportunità nel comunicare la responsabilità sociale dimpresa.
Sala stracolma e dibattito molto animato per il seminario dedicato al ruolo dei comunicatori a sostegno della RSI, nell'ambito del primo Salone della Responsabilità Sociale d'Impresa.Ecco una sintesi dei principali interventi, moderati da Giuseppe Frangi, direttore di Vita No Profit Magazine.Il primo, provocatorio intervento di Ugo Volli, docente ordinario di Semiotica all'Università di Torino, si è focalizzato sul paradosso di una crescente attenzione al tema della RSI proprio in questi ultimi anni, caratterizzati secondo Volli da un sistema delle imprese sempre più orientato a sfuggire alle regole e ai vincoli in nome della ricerca del profitto a tutti i costi: la RSI assomiglia ad un trucco per catturare goodwill e camuffare la crescente deregolazione. E se la comunicazione viene utilizzata dalle aziende come berretto, per il cittadino diventa assai arduo distinguere tra ciò che è vera RSI e ciò che è semplice trucco. Pur riconoscendo questo rischio, Nicoletta Cerana, responsabile CSR per Ferpi, ha sottolineato come i comunicatori, per essere credibili, devono assolvere alla propria funzione nei confronti della RSI tenendo conto di quattro condizioni:1) essere essi stessi socialmente responsabili, quindi consapevoli delle conseguenze che la loro comunicazione produce e sensibilizzare sul tema anche i vertici aziendali;2) lavorare insieme a questi ultimi all'elaborazione delle strategie di RSI ed essere agenti di cambiamento positivo;3) aderire ai valori deontologici;4) promuovere in prima persona processi di comunicazione socialmente responsabile che siano misurabili e verificabili.Rossella Sobrero, vicepresidente di Unicom, ha ricordato come il mestiere del comunicatore, per le conseguenze insite nel suo svolgimento, comporta un dovere morale più forte di altri ed è per questo che è essenziale un'etica della comunicazione ("occorre far sapere all'esterno che ci siamo dati dei codici e, nel rapporto con i nostri committenti, tener conto eticamente dei target più deboli, come ad esempio i bambini) e una comunicazione dell'etica (dobbiamo essere coinvolti fin dalle prime fasi dell'elaborazione di una strategia. Un comunicatore deve lavorare perché la reputazione di un ente cresca in misura delle cose che esso fa. La comunicazione non può essere una foglia di fico ma uno strumento di promozione e sostegno").Fortemente provocatorio anche l'intervento di Marco Geronimi Stoll, docente di Nuovi Media all'Università di Milano polo informatico di Crema, che ha parlato della sua esperienza come comunicatore per un'azienda che vende energia, richiamando le aziende socialmente responsabili all'anticonformismo e a denunciare coloro che fanno semplicemente operazioni di maquillage: soltanto così riusciremo a non confondere gli utenti su chi fa sul serio e chi fa finta.Enrico Giraudi, responsabile della unit Ethico in JWT, illustrando il caso Svelto (brand di Unilever che per celebrare il proprio 30mo anniversario ha lanciato l'Operazione Piatto Pieno, con cui ha sostenuto le mense per i poveri di tutta Italia) ha insistito sull'aspetto culturale e formativo: "Al di là dei codici deontologici è il fattore umano ad essere decisivo e senza un processo di formazione manageriale, la RSI rischia di non poter decollare".
Dopo diversi interventi del pubblico in sala, le conclusioni sono state affidate a Rossella Sombrero: "La responsabilità sociale non può essere solo dell'impresa, perché questa da sola non può farcela. Si trattano temi, da quelli ambientali, a quelli dei migranti, al disagio giovanile e altri, che rappresentano sfide di cui l'impresa può farsi carico, e i comunicatori possono sostenere, ma che hanno uno spiccato carattere politico".Sergio Vazzoler


Dopo i primi due giorni dedicati al confronto tra professionisti della CSR, il Salone si è concluso riservando la mattinata di sabato 1° ottobre a giovani e studenti che hanno dato vita ad un momento di dibattito davvero vivace e ricco di spunti.  Tra i coordinatori, cui è stata affidata l'intera organizzazione e gestione dell'incontro, c'erano anche Francesco Dominici (Coordinatore nazionale Uni>FERPI) e Valeria Simioni (Delegata nazionale Uni>FERPI).Nella sua relazione (.ppt) Valeria ha affrontato l'argomento della CSR dal punto di vista teorico: partendo dalla sua definizione, passando ad un breve profilo storico e quindi prendendo in analisi alcuni strumenti propri della disciplina (la partnership, la norma SA8000, il CRM). Francesco, invece, ha integrato l'argomento con l'approfondimento di 5 casi pratici di cui ha illustrato obiettivi, strategia, comunicazione e risultati. Qui la sua relazione (.ppt).
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