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FERPI: il presente e il futuro

11/10/2020

Rossella Sobrero

Il presente e il futuro del mercato, della professione e dell'associazione sono stati al centro dell'intervento della Presidente FERPI, Rossella Sobrero, durante l'Assemblea Ordinaria dei Soci del 17 ottobre.

Nel mio intervento voglio proporvi alcune riflessioni che riguardano il presente e il futuro del mercato, della professione e della nostra associazione.

1. Lo scenario attuale

Come dice anche Justin Green (N.d.R. Presidente Global Alliance) la situazione è molto complessa: chi minimizzava la pandemia non considerava le tante ricadute negative compresa la crisi economica. Voglio condividere con voi alcune riflessioni di carattere generale.

La prima riflessione riguarda la non sostenibilità del modello di sviluppo attuale che ha aggravato le disuguaglianze e portato molte persone a rivedere la gerarchia dei valori. La pandemia ha portato in primo piano l’importanza del rapporto tra salute e ambiente e ci ha fatto capire quanto sia stretto il legame tra buona tenuta degli ecosistemi e benessere delle persone. Come ci hanno spiegato molti scienziati, il 60% delle malattie emergenti sono zoonotiche, passano cioè dall’animale all’uomo con quello che viene definito “spillover” ossia il passaggio da una specie ospite ad un’altra. Quindi è chiaro che la modifica degli ecosistemi crea gravi rischi per la salute delle persone.

Una seconda riflessione riguarda la consapevolezza che la globalizzazione porta con sé opportunità ma anche problemi. Eravamo già coscienti di essere tutti interconnessi ma la pandemia lo ha dimostrato in modo chiaro: quello che succede in ogni parte del pianeta ci riguarda direttamente e non ci può lasciare indifferenti. Una interconnessione che può assumere la forma del contagio e della paura ma anche della solidarietà e della collaborazione per cercare soluzioni comuni: ci rendiamo conto di far parte di un grande puzzle e sappiamo che fili invisibili legano i nostri destini.

Una terza riflessione riguarda la necessità di un approccio interdisciplinare ai problemi: chi si occupa di medicina, biologia, psicologia, sociologia deve lavorare in team per trovare soluzioni che permettano al pianeta di svilupparsi in modo più equilibrato. E chi si occupa di comunicazione e di gestione delle relazioni deve dare un aiuto per favorire il cambiamento culturale e promuovere l’innovazione, la condivisione, la trasparenza…

Siamo di fronte alla necessità di un cambiamento profondo, una vera metamorfosi che implica una modifica nel modo di produrre, vivere, lavorare, studiare, comunicare. Per fortuna cresce il numero delle persone che sono convinte che la sostenibilità è l’unica strada da percorrere: non lo pensano più solo i teorici ma anche istituzioni, imprese, singoli cittadini.

C’è chi dice che il 2020 è stato un anno senza bussola… Non credo sia vero: le lancette della bussola hanno segnato in modo chiaro che la direzione da seguire deve essere quella dello sviluppo sostenibile.

2. Come cambia il settore della comunicazione

Molti operatori del nostro settore hanno dovuto fare i conti non solo con la riduzione dei budget ma anche con un cambiamento significativo nelle modalità di comunicazione. Sono cambiati anche i contenuti della comunicazione: si è compreso, per esempio, che tutte le organizzazioni, in particolare le imprese, devono imparare a comunicare i propri valori non solo i prodotti o i servizi.

La condivisione delle preoccupazioni per la salute ha portato, per esempio, ad un cambiamento nelle campagne dei brand di prodotti di largo consumo: è stato adottato un mood diverso che si avvicina a quello della comunicazione sociale.

Un altro effetto della crisi è lo spostamento della comunicazione sul digitale diventato un modo per rimanere in contatto con le persone. I social sono stati utilizzati per informare, intrattenere, “prendersi cura”, un trend che è destinato a sicuramente crescere.

L’emergenza sanitaria ci ha portato a rivedere le modalità di lavoro e la flessibilità è diventata una parola d’ordine anche per noi. Ma la flessibilità deve essere intesa non solo come smart working ma come capacità di rispondere rapidamente alle esigenze di una società in continuo cambiamento.

3. L’importanza delle Relazioni Pubbliche 

È in corso un ripensamento dei processi di comunicazione delle organizzazioni che porta a considerare con maggior attenzione l’ascolto e il dialogo con gli stakeholder: si è capito che quando un’organizzazione è aperta e dialogante cresce la qualità delle relazioni con i pubblici interni ed esterni e quindi il capitale relazionale. Ricordiamo che oggi la reputazione è considerata un asset intangibile anche dagli investitori: dobbiamo valorizzare la nostra capacità di gestire le relazioni con gli stakeholder anche se, purtroppo, spesso ci vengono richieste attività più operative che strategiche.

Tra i termini più utilizzati in questi mesi ci sono stati, oltre che sostenibilità, anche ascolto, relazione, condivisione, parole che riguardano da vicino la nostra professione. Possiamo avere un ruolo più importante rispetto al passato: possiamo diventare dei veri e propri “tessitori sociali”, promuovere il cambiamento nella cultura organizzativa, ricordare il forte collegamento tra comunicazione e leadership responsabile.

4. Verso una nuova FERPI

Anche se la situazione è complessa, e tanti colleghi sono in difficoltà economica, dobbiamo proseguire il percorso avviato che ha come l’obiettivo il riconoscimento del ruolo della professione.

Vogliamo far diventare FERPI l’organizzazione di riferimento per chi opera nel nostro mondo, un’associazione capace di accogliere persone che fanno professioni diverse, una casa per chi lavora in azienda, agenzia, ente pubblico, associazione del Terzo Settore ma anche per i liberi professionisti, figure più deboli sul mercato del lavoro.

Il ruolo principale delle associazioni di categoria o di settore resta quello di rappresentare gli interessi di un gruppo eterogeneo di persone o di organizzazioni parlando con un’unica voce e a nome di tutti gli iscritti (naturalmente l’associazione ha anche il compito di fornire ai soci alcuni servizi ritenuti utili agli associati). In questa situazione diventa ancora più importante che coloro che liberamente decidono di partecipare alla vita di un’associazione di rappresentanza si riconoscano in un ideale “patto associativo” che deve rinnovarsi periodicamente.

Ma oggi si chiede a tutte le associazioni di diventare più smart il che significa poter contare su dirigenti con un forte senso di appartenenza, capaci di prendere decisioni in tempi brevi, in grado di garantire un funzionamento efficiente dell’organizzazione. Per consolidare il nostro ruolo come un attore del cambiamento abbiamo bisogno di una FERPI snella, vivace, dinamica: per questo dobbiamo procedere con la semplificazione delle regole e prevedere modalità più al passo con i tempi.

Sono certa che nei prossimi due anni riusciremo non solo a recuperare il terreno perduto ma anche a crescere quantitativamente e qualitativamente. Nei momenti di crisi è ancora più importante essere uniti e rafforzare il senso di appartenenza: essere soci FERPI significa credere nell’associazione che ci rappresenta e che ci offre tante occasioni, come questa, per confrontarci con altri colleghi.

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