Redazione
La proposta INPGI racchiude elementi di attenzione e criticità che devono essere valutati con tavoli di confronto fra tutte le Associazioni che rappresentano i professionisti della comunicazione e delle relazioni pubbliche, pubblici e privati. È il commento del Presidente Ferpi, Pier Donato Vercellone.
Ferpi rispetto all’ipotesi di far confluire in INPGI tutti gli operatori della comunicazione, impegnati nel pubblico e nel privato (oggi iscritti INPS), manifesta tutta la propria perplessità, invitando alla mobilitazione e al dibattito anche le altre sigle e Associazioni che in Italia rappresentano la comunità professionale dei comunicatori: un ambito valoriale per il Paese, dal punto di vista economico, ma soprattutto poiché racchiude la capacità di narrazione e diffusione di percezione e reputazione positiva.
Stupisce infatti che INPGI abbia stimolato un iter con le Istituzioni che al momento non hanno ritenuto utile aprire un tavolo di confronto con tutte le associazioni che rappresentano il mondo della Comunicazione: Ferpi, la storica e autorevole Associazione che rappresenta professionisti di tutto il mercato della Comunicazione, chiede e auspica un confronto istituzionale con le rappresentanze di Governo per mettere a disposizione del legislatore il proprio patrimonio professionale, contribuendo a descrivere e comprendere, in modo corretto e veritiero, il mercato della Comunicazione.
“Prescindendo da aspetti tecnici, economici e procedurali sull’incerta fattibilità e sostenibilità di questa proposta, non volendo anche valutare lo stato attuale dei bilanci INPGI - sottolinea il Presidente di Ferpi, Pier Donato Vercellone – rimaniamo comunque perplessi e intendiamo impegnarci per stimolare una riflessione più profonda sul ruolo dei comunicatori, sullo status professionale, sulle caratteristiche distintive e sulla differenza, netta e precisa, sebbene dinamica e in evoluzione, con il ruolo dell’informazione e del giornalismo”.
“Ferpi è una storica associazione di rappresentanza, riconosciuta dalla legge 4/2013, che opera in Italia da 48 anni, ma crediamo sia necessario coinvolgere le altre Associazioni di categoria (Assorel, Assocom, Unicom, EACD, etc), per esprimere una posizione comune ed elevare la rappresentatività del comparto” – ha aggiunto Vercellone.
Ferpi crede dunque necessario iniziare a ragionare in un’ottica complessiva, quella di un “comparto della comunicazione”, in grado di raccogliere e normare tutte le figure professionali che in quest’ambito operano, dare a tutte – salvaguardandone peculiarità e specificità – organizzazione, regolamentazione, responsabilità e regole deontologiche ed etiche, per salvaguardare la differenza di scopo, valutando successivamente ipotesi future di condivisione di valore e sistemi di tutela comuni.