Filantropia e miliardari, aziende etiche e profitto, aiuti umanitari e bilanci: ne parlano tutti in questi giorni, in occasione del World Economic Forum e alla vigilia del ritiro di Gates che, una volta congedatosi da Microsoft, andrà a gestire (con la moglie) a tempo pieno la società no-profit da 33 miliardi di dollari dedicata agli aiuti umanitari. CNet dedica uno speciale al tema, che per altro da tempo si è guadagnato l'attenzione dei media, i quali si chiedono se dietro a questa inedita attenzione ci possa essere anche un bisogno di espiazione da parte di molti magnate apparentemente senza scrupoli. Proprio a Davos, Gates ha coniato la locuzione, ripresa da molti osservatori, di capitalismo creativo, alludendo proprio a un modo di fare business non solo responsabile, ma addirittura umanitario. La questione è che si può trasformare la beneficenza in business, utilizzando le forze che regolano i mercati per aiutare le nazioni più povere, soprattutto provvedendo al loro fabbisogno farmeceutico, per curare o attenuare patologie per le quali esistono i medicinali, ma i costi spesso non sono accessibili. Basta fare ciò che si sa fare insieme ai Paesi in via di sviluppo.A Davos è uno dei temi più caldi, mentre è stata studiata una linea, Product Red, appositamente dedicata ai Paesi in emergenza Aids. Uno speciale della webzine CNet sui nuovi protagonisti del capitalismo creativo.